“QUANTE COSE BELLE HA FATTO DIO PER OGNUNO DI NOI!”

È stata dedicata alle “parole di Dio al suo popolo perché cammini bene, parole amorevoli di un padre” la catechesi di Papa Francesco dello scorso 27 giugno.


Foto d’archivio da www.agensir.it

“Si arriva al Monte Sinai dopo aver attraversato il Mar Rosso: il Dio di Israele prima salva, poi chiede fiducia”, ha spiegato Francesco all’inzio dell’udienza in Piazza San Pietro: “Il Decalogo comincia dalla generosità di Dio”. “Dio mai chiede senza dare prima, mai! Prima salva, prima dà, poi chiede: Così è il nostro Padre”, ha aggiunto, soffermandosi sull’importanza della prima dichiarazione contenuta nell’Esodo: “Io sono il Signore, tuo Dio”. “C’è un possessivo, c’è una relazione, ci si appartiene”, ha sottolineato il Papa: “Dio non è un estraneo: è il tuo Dio. Questo illumina tutto il Decalogo e svela anche il segreto dell’agire cristiano, perché è lo stesso atteggiamento di Gesù che dice: ‘Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi’”. “Cristo è l’amato dal Padre e ci ama di quell’amore”, ha commentato sulla scorta del Vangelo di Giovanni: “Lui non parte da sé ma dal Padre”. “Spesso le nostre opere falliscono perché partiamo da noi stessi e non dalla gratitudine”, la denuncia di Francesco.

“Porre la legge prima della relazione non aiuta il cammino di fede”, perché “la vita cristiana è anzitutto la risposta grata a un Padre generoso”, e non ad una serie di “doveri” ha quindi spiegato il Papa. Soffermandosi sui comandamenti ha affermato che “i cristiani che seguono solo dei ‘doveri’ denunciano di non avere una esperienza personale di quel Dio che è ‘nostro’”. “Come può un giovane desiderare di essere cristiano, se partiamo da obblighi, impegni, coerenze e non dalla liberazione?”, si è chiesto Francesco, secondo il quale “essere cristiano è un cammino di liberazione”.

“La gratitudine è un tratto caratteristico del cuore visitato dallo Spirito Santo”, ha spiegato il Papa: “Per obbedire a Dio bisogna anzitutto ricordare i suoi benefici”. Poi la citazione di san Basilio: “Chi non lascia cadere nell’oblio tali benefici, si orienta verso la buona virtù e verso ogni opera di giustizia”. “Dove ci porta tutto ciò?”, si è chiesto Francesco: “A fare esercizio di memoria: quante cose belle ha fatto Dio per ognuno di noi! Quanto è generoso il nostro Padre celeste!”. Poi la richiesta del “piccolo esercizio”, da fare “col cuore”, ai fedeli. “Noi non ci salviamo da soli, ma da noi può partire un grido di aiuto: ‘Signore, salvami: Signore, insegnami la strada; Signore, carezzami; Signore, dammi un po’ di gioia’”.

Il Papa ha concluso quasi con una preghiera l’udienza, dedicata ai comandamenti come esperienza di liberazione. “Questo è un grido che chiede aiuto”, ha commentato Francesco: “Questo spetta a noi: chiedere di essere liberati, dall’egoismo, dal peccato, dalle catene della schiavitù. Questo grido è importante, è preghiera, è coscienza di quello che c’è ancora di oppresso e non liberato in noi. Ci sono tante cose non liberate nella nostra anima: ‘Salvami, aiutami, liberami’, questa è una bella preghiera al Signore”. “Dio non ci ha chiamati alla vita per rimanere oppressi, ma per essere liberi e vivere nella gratitudine, obbedendo con gioia a Colui che ci ha dato tanto, infinitamente più di quanto mai potremo dare a lui. È bello questo! Che Dio sia sempre benedetto, per tutto quello che ha fatto, fa e farà in noi”.

Riflettendo - Gesù desidera che noi viviamo nella speranza e nella gioia, liberi dalle nostre angosce e da tutto quello che opprime il nostro cuore; per questo motivo, la sua Parola non dobbiamo viverla come un elenco di precetti e regole da rispettare, ma come una Parola di aiuto, sostegno, speranza, e soprattutto di gioia e liberazione dalle nostre paure che ci chiudono in noi stessi. Gesù non entra nella nostra vita per risolverci i problemi, egli però ci sostiene ogni giorno nella battaglia che combattiamo per essere migliori, perché ci vuole felici. In questo senso, i dieci comandamenti non vanno vissuti come precetti o leggi, ma come parole di amore.

Per il video / completo dell’udienza di Papa Francesco di mercoledì 27 giugno, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 28 giugno 2018