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Martedì 16 Aprile

“LE GRAZIE DI DIO SI RICEVONO PER DARLE AGLI ALTRI”

“Solo così, aprendoci e uscendo da noi stessi per incontrare i fratelli, possiamo davvero crescere e non solo illuderci di farlo”, ha detto Papa Francesco: “Quanto riceviamo in dono da Dio dev’essere donato affinché sia fecondo, e non invece seppellito a motivo di timori egoistici, come insegna la parabola dei talenti”.


Foto d’archivio, da www.agensir.it

“È proprio dello Spirito decentrarci dal nostro io per aprirci al ‘noi’ della comunità cristiana, come pure al bene della società in cui viviamo”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di mercoledì 6 giugno, dedicata agli “effetti che il dono dello Spirito Santo fa maturare nei cresimati, portandoli a diventare, a loro volta, un dono per gli altri”.

“Le grazie di Dio si ricevono per darle agli altri: questa è la vita del cristiano. Ricevere per dare: non siamo noi al centro, siamo uno strumento per quel dono da dare agli altri”. “Completando nei battezzati la somiglianza a Cristo, la Confermazione li unisce più fortemente come membra vive al corpo mistico della Chiesa”, ha spiegato Francesco.

“La missione della Chiesa nel mondo procede attraverso l’apporto di tutti coloro che ne sono parte” ha quindi spiegato il Papa. “Dobbiamo pensare alla Chiesa come a un organismo vivo, composto di persone che conosciamo e con cui camminiamo, e non come a una realtà astratta e lontana”, l’invito: “La Chiesa siamo noi che camminiamo, la Chiesa siamo noi che siamo in piazza. La Chiesa siamo noi, tutti!”, il commento.

“La Confermazione vincola alla Chiesa universale, sparsa su tutta la terra, coinvolgendo però attivamente i cresimati nella vita della Chiesa particolare a cui essi appartengono, con a capo il vescovo, che è il successore degli apostoli”, ha ricordato il Papa a proposito del sacramento della Cresima: “Per questo il vescovo è il ministro originario della Confermazione, perché lui inserisce nella Chiesa questo confermato”.

Il Papa ha poi commentato il segno di pace che conclude il rito della Cresima, quando il vescovo dice a ogni confermato: “La pace sia con te”. “Noi nella Cresima riceviamo lo Spirito Santo e la pace, quella pace che dobbiamo dare agli altri”. “Nessuno riceve la Confermazione solo per sé stesso, ma per cooperare alla crescita spirituale degli altri” ha ricordato il Papa. “Solo così, aprendoci e uscendo da noi stessi per incontrare i fratelli, possiamo davvero crescere e non solo illuderci di farlo”, ha proseguito Francesco: “Quanto riceviamo in dono da Dio dev’essere donato affinché sia fecondo, e non invece seppellito a motivo di timori egoistici, come insegna la parabola dei talenti”.

Riflettendo - Vivere come discepoli di Cristo vuol dire accogliere, sostenere, perdonare, consolare, illuminare con la nostra gioia i fratelli. Quando riusciamo ad aprire il nostro cuore ai fratelli viviamo il sacramento della Confermazione: lo Spirito agisce in noi e siamo strumento dell'amore di Cristo per gli altri. Vivere come discepoli di Gesù non è semplice, lo so, ma se ci impegniamo a farlo, allora il sacramento della Confermazione sarà presente e vivo in noi. Dobbiamo solo provare e desiderare di uscire dal nostro egoismo. (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 6 giugno 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 7 giugno 2018