Giovedì 30 Ottobre

Don Luciano, novembre: “Il tema prioritario nel nostro mondo è la speranza”

Carissimi,
abbiamo ancora negli occhi e nel cuore lintensa giornata vissuta con il nostro Arcivescovo Mario il 12 ottobre scorso durante la visita pastorale. È stato un momento molto significativo e per nulla formale. LArcivescovo ha saputo dire una parola densa di significato a tutti, per cui dobbiamo farne tesoro. Per questo vi rimando alle pagine del Primo Piano di Voce Amica di Novembre, in distribuzione, per rileggere il suo intervento e i momenti più significativi vissuti a Cernusco.

Nel mese di novembre la liturgia ci fa celebrare la memoria dei Santi e il ricordo dei nostri defunti. È bene ribadire, stante i tempi che viviamo, che noi cristiani abbiamo a cuore la vita dei Santi e il ricordo dei nostri cari defunti non semplicemente come un mero ricordo di chi è passato ed è stato significativo per noi ma celebriamo Cristo vivo e risorto e quindi con lui I Santi e i nostri cari.
Per noi la morte non è la fine di tutto ma il passaggio al compimento della vita che è la vita eterna di Dio e con Dio.
A proposito di questo il nostro Arcivescovo parlando al Consiglio Pastorale durante la visita pastorale ci ha detto che: Il tema prioritario nel nostro mondo è la speranza. Il nostro mondo non spera, non ha speranza in generale perché pensa che la vita è fatta così, poi si muore, è finito tutto. Il fatto di non avere una speranza di vita eterna, quella che ha promesso Gesù, è la radice di molte sofferenze.
La speranza non è un puro sentimento di buona fortuna sperando che non capiti niente nel nostro immediato futuro, come si è soliti dire: andrà tutto bene”… ma confidare nellaiuto di Dio che ci ha dato la sua vita per essere realizzata in Lui anche nei momenti difficili e non solo su questa terra.
Il cristiano non esorcizza la morte facendo finta che non ci sia o minimizzandone la drammatica portata di sofferenza che nasconde, ma laffronta sapendo che essa non è lultima parola sulla vita delluomo.
Come è possibile per noi uomini avere parte alla vita eterna di Dio? Questo è il dono più grande che Dio ci ha fatto nel Battesimo perché grazie a Gesù vivo e risorto in lui siamo anche noi figli dello stesso Padre e partecipiamo della sua vita divina per grazia non per merito. Sarebbe però sbagliato pensare che la vita eterna è qualcosa che interessa solo il dopo-morte. Essa è già iniziata e, anche se non in maniera piena, possiamo viverla grazie al dono della fede e dei sacramenti che ci sono dati proprio per alimentare in noi la vita divina del Figlio di Dio Gesù Cristo.
Il grande teologo russo Vladimir Solovev sosteneva che due grandi desideri elevano lanima umana sopra il resto della natura: il desiderio dellimmortalità e quello della giustizia. Di fatto però nellordine della natura siamo privi sia delluna che dellaltra. Luomo abbandonato a se stesso non potrebbe conservare né la sua vita, né la sua dignità morale, non avendo egli la forza di sfuggire né alla morte fisica né a quella spirituale. Due grandi fatti si oppongono ai due grandi desideri dellimmortalità e della verità e ci tengono in loro potere: il peccato e la morte.
La necessità della specie è come un bisogno di vita eterna, ma, invece della vita eterna, la natura ci dà la morte eterna. Tutti gli uomini si sforzano di vivere, ma muoiono continuamente. Luomo da solo non può creare dal nulla il principio di una vita nuova e migliore che dura per sempre. Esso deve esistere al di fuori della nostra volontà, cioè noi dobbiamo ricevere questa nuova vita. Questa nuova vita del bene che viene data alluomo si chiama per questo grazia. Questo bene che esiste per sè stesso ed è la fonte della pienezza e della grazia è Dio.
Dio in Gesù ci ha fatto il dono della sua stessa vita, la meta delluomo non è la tomba come fine di tutto ma è Cristo risorto che ci fa entrare pienamente nella vita Dio!

don Luciano