“TROVARE L’ORIGINALE DELLA VITA, NON LA COPIA”

“Gesù non offre surrogati, ma vita vera, amore vero, ricchezza vera!”, ha ammonito il Papa durante l’udienza generale di mercoledì 13 giugno: “Come potranno i giovani seguirci nella fede se non ci vedono scegliere l’originale, se ci vedono assuefatti alle mezze misure?”


Foto d’archivio, da www.agensir.it

Il Papa ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sul tema dei “comandamenti della legge di Dio”, a partire dal brano evangelico di Gesù che incontra un uomo che, “in ginocchio, gli chiede come poter ereditare la vita eterna”. “In quella domanda – ha commentato Francesco – c’è la sfida di ogni esistenza, anche la nostra: il desiderio di una vita piena, infinita. Ma come fare per arrivarci? Quale sentiero percorrere? Vivere per davvero, vivere un’esistenza nobile…”.

“Quanti giovani cercano di vivere e poi si distruggono andando dietro a cose effimere”, il grido d’allarme del Papa: “La voglia di vivere. Alcuni pensano che sia meglio spegnere questo impulso, perché pericoloso”. Poi l’appello ai giovani: “Il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità”. “Il Beato Pier Giorgio Frassati, che era un giovane, diceva che bisogna vivere, non vivacchiare”, ha ricordato Francesco: “I mediocri vivacchiano. Vivere con la forza della vita”. “Bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine”, la tesi di Francesco.

“Come si passa dalla giovinezza alla maturità? Quando si inizia ad accettare i propri limiti” ha proseguito il Papa. “Si diventa adulti quando ci si relativizza e si prende coscienza di quello che manca”, quando si riconosce che tutto quello che si può fare “non supera un tetto, non va oltre un margine”. “Com’è bello essere uomini e donne! Com’è preziosa la nostra esistenza! Eppure c’è una verità che nella storia degli ultimi secoli l’uomo ha spesso rifiutato, con tragiche conseguenze: la verità dei suoi limiti, dei propri limiti”, la denuncia di Francesco, che ricorda come Gesù, nel Vangelo, proclama di essere venuto “non ad abolire, ma a dare pieno compimento” alla legge. “Il Signore Gesù regala il compimento, è venuto per questo”, ha sottolineato il Papa a proposito del “salto” che il protagonista del brano evangelico citato all’inizio della catechesi doveva compiere, “dove si apre la possibilità di smettere di vivere di sé stessi, delle proprie opere, dei propri beni e – proprio perché manca la vita piena – lasciare tutto per seguire il Signore”.

“Nell’invito finale di Gesù – immenso, meraviglioso – non c’è la proposta della povertà, ma della ricchezza, quella vera”, ha precisato il Papa citando il brano in questione: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!” .

“Chi, potendo scegliere fra un originale e una copia, sceglierebbe la copia?”. Si è chiesto il Papa,. “Ecco la sfida”, ha proseguito Francesco: “Trovare l’originale della vita, non la copia”. “Gesù non offre surrogati, ma vita vera, amore vero, ricchezza vera!”, ha ammonito il Papa: “Come potranno i giovani seguirci nella fede se non ci vedono scegliere l’originale, se ci vedono assuefatti alle mezze misure?”.

“La strada di quel che manca passa per quel che c’è”, la proposta di Francesco: “Gesù non è venuto per abolire la legge o i profeti ma per dare compimento. Dobbiamo partire dalla realtà per fare il salto in quel che manca. Dobbiamo scrutare l’ordinario per aprirci allo straordinario”.

Riflettendo – Seguire Gesù Cristo nella vita quotidiana vuol dire svegliarsi ogni mattina ed essere contenti del nuovo giorno che inizia e cercare di migliorare sempre la nostra vita e quella delle altre persone. Essere discepoli di Cristo vuol dire essere determinati, gioiosi, non rassegnarsi mai, combattere sempre contro se stessi per non isolarsi, per mantenere viva la certezza che con l'entusiasmo e la determinazione la nostra vita può e deve migliorare. Non è necessario fare grandi cose, bastano le azioni della vita quotidiana. Più è alto l'ostacolo che dobbiamo superare, maggiore deve essere la nostra determinazione nell’affrontarlo. Chi è pessimista è una persona spenta, mediocre, chiusa in se stessa, giovane o anziano che sia. Chi desidera essere discepolo di Cristo, combatte sempre per amare il prossimo come stesso senza stancarsi mai (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 13 giugno 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 14 giugno 2018