Le campane sono preziosissime per una comunità: segnano il tempo e ne scandiscono i vari momenti della sua vita. Da qualche mese quelle della chiesa prepositurale registrano alcune novità.

Le ‘campane’ della chiesa prepositurale sono sulla sommità della cupola

“Le mie colleghe sono agitate perché non suonano più le campane alle 7, sai il motivo?”: è il messaggio che qualche giorno fa ho ricevuto sul mio telefonino da una persona che mi chiedeva spiegazioni sul venir meno di un suono molto atteso, perché regolatore della vita quotidiana di tanti Cernuschesi.

Infatti, da qualche mese le ‘campane’ della chiesa prepositurale registrano alcune novità. La prima è una novità assoluta da quando è in funzione il campanile elettronico, quindi a partire dall’aprile 1965: adesso batte anche le ore e le mezzore, non prima però delle 7,30 e non dopo le 21. L’altra novità, è il suono dell’Ave Maria, alle 7,30 e alle 19, in precedenza con il suono tradizionale ora con un motivetto di un noto canto mariano. Pertanto, nei giorni feriali i primi rintocchi sono stati posticipati di mezzora, mentre nei giorni festivi nulla è cambiato, continuando a suonare alle 7,45 per richiamare alla Messa delle ore 8,00.

In città, come noto, abbiamo tre campanili tradizionali – quello della chiesa del Divin Pianto, del santuario di Santa Maria e della chiesa del Centro sant’Ambrogio di via Cavour – e tre “campanili elettronici” dotati di diffusori, in chiesa prepositurale, alla chiesa di San Giuseppe Lavoratore e alla chiesa di Ronco.

Le campane sono preziosissime per una comunità: segnano il tempo, scandiscono i vari momenti della vita di una popolazione. Un tempo il suono delle campane ispirava poesie. Oggi, invece, è spesso motivo di protesta, di reclami, di denunce, tanto da aver suggerito alla Conferenza episcopale italiana di invitare i vescovi a regolamentare il suono delle campane con un loro decreto. Un intervento che supplisce alla mancanza di un normativa di legge, perché del suono delle campane parla solo “il Concordato tra Stato e Chiesa”. Sono circa 85mila, secondo i dati della Cei, le Chiese in Italia. Non tutte hanno il loro campanile, quasi tutte hanno le campane.

È curioso come nelle nostre città qualcuno protesti per il suono delle campane, mentre spesso passa sotto silenzio l’inquinamento acustico cui sono sottoposte molte piazze. Anche a chi scrive queste righe è capitato a sera tardi, essendo fermo in centro città a parlare con un sacerdote, di ascoltare la protesta di un residente per il suono, a suo dire insistito, delle campane.

Lamentele, difficoltà e problemi in parte dovuti alle mutate condizioni di vita, in parte a pregiudizi ideologici, e in parte alle norme civili in materia di inquinamento acustico. Ecco allora la necessità – cosa fatta anche nella nostra Comunità - di adottare alcuni accorgimenti: regolare l’intensità del suono, orientare i diffusori in modo che nella loro traiettoria non incontrino abitazioni troppo vicine, moderare la durata dei segnali liturgici.

Che bello sentire suonare le campane, commentava qualche giorno fa una signora mentre dal “campanile elettronico” si diffondeva il tradizionale richiamo alla preghiera. Da tempo immemorabile l’uso delle campane è espressione religiosa della comunità ecclesiale, strumento di richiamo per le celebrazioni liturgiche e per altre manifestazioni della pietà popolare, e segno che caratterizza momenti significativi della vita della comunità cristiana e di singoli fedeli.

Cernusco sul Naviglio, 16 aprile 2018