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“ADO&VADO 2016”: AMMIRAZIONE PER LA “ROSA BIANCA”

I nostri adolescenti, un gruppo di 140, sono rientrati dall’Ado&Vado, che quest’anno, per la prima volta, ha fatto tappa all’estero: per conoscere più da vicino la storia dei giovani della “Rosa Bianca”.


Don David con un gruppo di partecipanti all’Ado&Vado 2016

(Foto da: upg cernusco facebook)


Don David, responsabile dei tre oratori cittadini, è molto soddisfatto di questa trasferta a Monaco di Baviera e dintorni. Un viaggio che ha organizzato con un volo charter tutto riservato ai “suoi ado”. Con tappe all’Università di Monaco, dove fu distribuito il sesto opuscolo della “Rosa Bianca”: «venne distribuito nell’università il 18 febbraio 1943, in coincidenza con la fine delle lezioni. Quasi tutti i volantini vennero distribuiti in luoghi frequentati. Sophie Scholl prese la coraggiosa decisione di salire in cima alle scale dell’atrio e lanciare da lì gli ultimi volantini sugli studenti sottostanti. Venne individuata da un bidello nazista che la bloccò e la consegnò assieme al fratello alla polizia di regime.»


Gli adolescenti cernuschesi all’Università di Monaco

(Foto da: upg cernusco facebook)


Altre tappe significative la visita al campo di concentramento di Dachau e la Messa e l’incontro con il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e stretto collaboratore di Papa Francesco.


I partecipanti all’Ado&Vado 2016 con l’arcivescovo di Monaco di Baviera

(Foto da: upg cernusco facebook)


Il gruppo della “Rosa Bianca” – si legge sul sito www.papaboys.org, che ripropone ai ragazzi d’oggi questa “incredibile storia di coraggio” - «era composto da cinque studenti: i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. A essi si unì un professore, Kurt Huber, che stese gli ultimi due opuscoli. Operativo a Monaco di Baviera, pubblicò sei opuscoli, che chiamavano i tedeschi a ingaggiare la resistenza passiva contro il regime nazista… (I giovani che aderivano al gruppo, ndr) rigettavano la violenza della Germania nazista di Adolf Hitler e credevano in un’Europa federale che aderisse ai principi cristiani di tolleranza e giustizia.»


A Monaco e ad Amburgo furono, nel complesso, condannati a morte quindici appartenenti al gruppo e trentotto alla carcerazione. «Risuonano ancora oggi tra i rigurgiti nazisti, razzisti e antireligiosi-laicisti, le parole profetiche delle rose bianche: “Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare“, scrivevano tra le altre cose nel primo dei loro manifesti. E nel terzo: “Tutti i regimi politici ideali sono utopie…. Lo stato deve manifestarsi in analogia con l’ordine divino…invece lo Stato in cui viviamo è la dittatura del Maligno”. Certamente lottare contro il regime nazista, non era semplice. I ragazzi avvertivano il peso della responsabilità di cui si erano fatti carico. Sapevano che l’esito della lotta poteva sfociare nella morte. Alexander, prima di essere ucciso scriveva ai genitori: “se dovessero rifiutare la richiesta di grazia, ricordatevi che morte non significa fine della vita. Al contrario. E’ proprio nascita, passaggio a vita nuova, a una vita splendida che dura in eterno”. Similmente Christian Probst … si accomiata dagli amici con queste parole: “Tra pochi minuti ci rivedremo nell’eternità”. Commentare simili parole è difficile. Assaporare la bellezza della fede adamantina di questi giovani è fondamentale per respirare l’aria della libertà, a cui anelavano senza timore. Cristo era il compagno di viaggio. Affidarsi a Lui era la ricompensa più bella. Non potevano temere alcunché, perché avevano imparato a non volere nulla per se stessi, ma ad amare veramente, con cuore puro. “Temete il Signore e nient’altro”: così recitano le Scritture, e quei giovani lo avevano compreso. Per questo riuscirono ad essere liberi sino in fondo: non ebbero paura di essere pochi, di non avere forza a sufficienza; non ebbero timore del disonore, del fallimento, di perdere la propria vita.»


Per approfondire

Cernusco sul Naviglio, 2 gennaio 2017