«QUANDO AMARE CI COSTA QUALCOSA, È PROPRIO L’AMORE DI GESÙ»

L’ultima Via Crucis cittadina dei venerdì di Quaresima - prima della tradizionale processione del Venerdì santo, con i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto – si è snodata lungo l’alzaia del naviglio Martesana. Di don David la riflessione finale.

Partito dal diorama del Parco dei germani e attraversato il ponte levatoio, il folto gruppo di fedeli presenti, parecchie centinaia, si è incamminato verso il Santuario di Santa Maria, in un percorso scandito dalle preghiere e dalle riflessioni preparate dalle ragazze e dai ragazzi di seconda e terza media dei nostri tre oratori, ma in alcuni tratti anche totalmente silenzioso.


Via Crucis, in cammino lungo l’alzaia del Naviglio (foto: G. Melzi)

Il Santuario non è riuscito a raccogliere tutti i presenti, parte dei quali è dovuta quindi rimanere all’esterno. «È bello poterci riconoscere, poterci guardare l’un l’altro, poterci dire un grazie reciproco perché ci regaliamo una gioia grande. La gioia di poterci riconoscere discepoli di Gesù, riconoscere che non abbiamo altra bandiera sotto cui camminare se non quella della croce di Gesù»: sono queste le parole con le quali don David Maria Riboldi, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile cittadina, ha aperto la sua riflessione al termine del cammino della Via Crucis.

«Guardandoci l’un l’altro ci domandiamo: che cosa ci unisce? Non ci conosciamo neanche l’un l’altro! Che cosa ci identifica?» Dopo le domande, ecco la risposta di don David: «Ci identifica il fatto di non voler seguire nessuno altro - camminando con i nostri piedi, offrendo la nostra vita - se non Gesù, se non la sua croce, il suo amore grande. L’amore più grande che c’è è il tuo Signore Gesù!»


In preghiera ad una stazione della Via Crucis (foto: G. Melzi)

«A volte qualcuno che ci viene a dire che a lui Gesù non interessa più niente e a volte forse viene anche a noi di dirlo. Guardiamoci questa sera. Nei prossimi giorni qualcuno di noi sarà impegnato a fare mille cose … ma questa sera siamo insieme per un’altra ragione. Siamo insieme per la sua croce.»

«Sentiamoci un popolo radunato nell’amore di Gesù. Un popolo – è stata l’esortazione appassionata del responsabile degli oratori - che si riconosce come tale perché ha davanti a sé la croce di Gesù. Questa è la nostra bandiera. Questo è il Comandante che vogliamo seguire. Pronti a seguirlo con tutte le nostre energie, disposti anche, se servirà, a qualche sacrificio.» Quindi la riflessione si è fatta preghiera: «Abbiamo seguito i tuoi passi Gesù per imparare a camminare nelle tue orme. Quando qualcuno ci chiamerà ad amarci come tu ci ami, noi non vogliamo tirarci indietro. Nei nostri ritiri di Quaresima abbiamo meditato, in forme e modi diversi, e ci siamo impegnati a non sprecare le occasioni che tu ci dai di amare come te. Aiutaci in questo nostro impegno.»


Ultima stazione della Via Crucis prima di entrare in Santuario (foto: G. Melzi)

La fretta che caratterizza il nostro vivere, il sentirci sobbarcati da tanti impegni, non tutti importanti, sono stati gli ultimi appunti di riflessione per don David. «Quante volte noi diciamo che siamo impegnati, che abbiamo da fare, ma fare che cosa? Perché alla fine della nostra vita che cosa diremo? Avevamo tante e tante cose da fare?» Ecco l’ammonimento: «Come il Papa ci ricorda, come abbiamo scritto sui tanti braccialetti distribuiti alla nostra ultima festa dell’oratorio, alla fine della nostra vita ciò che conta è veramente aver amato. Aver vissuto come te, Gesù. Dei tanti impegni e delle tante cose fatte resterà quel che resterà, ma l’amore rimane per sempre. È un seme che piantato nel cuore resta e porta frutto. Solo l’amore resta. Bisogna allora che non ci tiriamo indietro quando abbiamo le occasioni di amare. Quando amare ci costa qualcosa, è proprio l’amore di Gesù. È proprio il suo.»

Cernusco sul Naviglio, 21 marzo 2016