“ABBIAMO BISOGNO DI RISCOPRIRE L’ESPERIENZA DELLA MALATTIA E DELLA MORTE”

Alla terza ‘Via Crucis’ cittadina, il prevosto ha invitato a riflettere sul fatto che “adesso non si muore più in casa, ma avviene tutto in ospedale. Questo ci ha fatto perdere un po’ il senso sia della malattia che della morte.”

Partendo dall’ospedale Uboldo verso la chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore - lo scorso venerdì, 11 marzo – abbiamo contemplato il mistero della croce riflettendo su altre due opere di misericordia corporale: visitare gli ammalati e seppellire i morti. Il gruppo di fedeli, più numeroso del solito, è sostato davanti alle croci che segnalavano le tradizionali quattordici stazioni passando da via Uboldo, via IV Novembre, viale Assunta, via Milano, via Toti, via Filzi, via Leonardo da Vinci, via Don Mazzolari per poi giungere nella chiesa del quartiere sud della città per la riflessione finale, proposta da don Ettore.


Alla partenza della “Via Crucis” davanti l’Ospedale Uboldo

“Noi viviamo in un tempo in cui queste due realtà – malattia e morte – sono vissute in modo molto diverso rispetto ai tempi di Gesù e dei cristiani che ci hanno preceduto”: è stata la prima riflessione del prevosto, che poi ha spiegato la diversità con i cambiamenti avvenuti nella nostra società. Adesso “la malattia è vissuta all’interno degli ospedali, anche se non mancano situazioni nelle quali, soprattutto gli anziani, sperimentano in casa questo momento” e così “la morte è sempre più allontanata dai nostri luoghi normali di vita. Non si muore più in casa, normalmente avviene tutto in ospedale e abbiamo costituto anche le case del commiato. Questo ci ha fatto perdere un po’ il senso sia della malattia che della morte. Anche perché le vediamo un po’ come qualcosa che riguarda gli altri, che tocca le altre persone. Quando invece siamo toccati in prima persona allora tutto ridiventa diverso.”

“Noi abbiamo bisogno di riscoprire la malattia e la morte anche attraverso gli esercizi cristiani che ci aiutano a vivere l’esperienza del dolore, della malattia e della morte. E abbiamo bisogno anche di trasfigurare questa realtà che ormai stiamo vivendo in un modo che non è più cristiano, anche se a volte immaginiamo che lo sia.”

Attingendo alla sua esperienza di sacerdote, che lo porta a incontrare quasi quotidianamente persone colpite da un lutto, don Ettore ha manifestato “l’impressione che davanti a coloro che sono morti noi non sappiamo pregare. Rimaniamo muti, in silenzio, o sentiamo molte parole e andiamo alla ricerca di tante altre realtà che ci possono consolare, ma difficilmente ci mettiamo in ascolto della parola di Dio e del suo silenzio. Perché sulla croce Gesù è morto e non ha più parlato. Perché la sua parola è quello che stava facendo.”


La terza stazione della “Via Crucis”, all’angolo tra via Uboldo e via IV Novembre

“Gesù non è stato malato, ma ha lo hanno trafitto per i nostri peccati. Lui è morto realmente. Tanto è vero che nel ‘Credo’ noi diciamo non solo che Gesù è morto ma che è stato sepolto. Sepolto davvero e non per finta”: ecco allora – ha sottolineato don Ettore - che “questi due modi con cui abbiamo vissuto questa sera la via della croce sono stati sperimentati innanzitutto da Gesù. Questo vuol dire che in quella realtà così tragica che è la morte Gesù ha raggiunto tutti.”

“Perché ci sarà ancora qualche uomo e qualche donna che non sa ancora chi è Gesù – è stata la conclusione della riflessione del prevosto - ma certamente non ci sarà mai, come non c’è mai stato, nessuno uomo che non incontrerà la morte. E nella morte, noi cristiani, pensiamo che incontriamo Gesù. Perché lui l’ha attraversata per primo. Lui vi è rimasto dentro. È entrato nel sepolcro. E noi lì incontriamo il Signore. È il paradosso della vita cristiana. Magari non siamo raggiunti dalla parola del Vangelo, ma nella morte Dio raggiunge tutti. Perché tutti non si sentano solo in questa realtà, ma si sentano inseriti nel suo abbraccio.”

Per la quarta e ultima Via Crucis cittadina, l’appuntamento è per venerdì 18 marzo, alle ore 21,00, al Diorama del Parco dei Germani (antistante l’ingresso del cimitero di via Cavour). Durante il cammino verso il Santuario di Santa Maria saranno lette le riflessioni preparate dai ragazzi di seconda e terza media dell’Unità pastorale giovanile.

Cernusco sul Naviglio, 14 marzo 2016