SCOLA AI FIDANZATI: «IL “PER SEMPRE” NON È UN’AGGIUNTA DELL’AMORE, MA È LA SUA SOSTANZA»

L’arcivescovo ha incontrato i giovani che si preparano alla celebrazione del matrimonio cristiano, indicando alle coppie presenti di vivere il futuro con consapevolezza della realtà e una fedeltà radicata in Cristo.

Un centinaio di coppie si sono ritrovate, lo scorso 5 marzo, presso il Centro Diocesano di Milano, per ascoltare e dialogare con l’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. Il titolo dell’incontro, “Scelgo un amore per sempre” è, così, anche il filo conduttore dell’intera riflessione del Cardinale che, con i fidanzati, si confronta tra domande e risposte stringenti, partendo da una premessa precisa.

«La realtà di tutti i giorni è un tessuto con una trama di circostanze e di rapporti il cui ordito è preparato dalla Provvidenza, perché Dio ci parla e ci chiama attraverso questa trama. La vita è vocazione e il matrimonio è l’espressione veramente più comune e potente di cosa sia l’amore. È il fattore che permette di realizzare il desiderio di felicità che ognuno ha nel cuore, come testimonia fase, pur ambivalente, dell’innamoramento», spiega subito Scola.

«Uno dei più grandi pensatori moderni, Husserl, ha scritto un volume che si intitola “Tornare alla cosa in sé” ossia alla realtà e di questo ha bisogno la cultura, il pensiero moderno e noi tutti. Se c’è un aspetto decisivo della vita e della totalità dell’amore in tutte le sue forme, che ha sempre a che fare con il fatto che siamo uno di anima e di corpo, è tornare alla realtà. Circola l’idea che non vi sia bisogno di imparare ad amare, ma questo è grande errore. Imparare ad amare esige tempo e dedizione».


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Da questa premessa, una prima indicazione: «Se si è sinceri nell’innamoramento si aggiunge necessariamente il ‘per sempre’. Nessuno può evitare questo passaggio e questo significa che la dimensione della fedeltà e dell’indissolubilità del matrimonio fa parte del desiderio di amore che ciascuno ha, anche se tutto sembra contraddire questo dato». Insomma, il “per sempre” non è un’aggiunta, ma è parte integrante dell’amore autentico. «Una delle cose più commoventi è vedere sposi che hanno decine di anni di matrimonio alle spalle. Come sarebbe bello se i giovani comprendessero la libertà e il compimento di felicità che è dentro a una vita trascorsa così, rispetto al continuare a cambiare».

«Altra cosa è la fragilità per cui può darsi che uno non regga tale legame per sempre, ma ciò non ne mette in discussione la sostanza», sottolinea l’Arcivescovo. La questione è, semmai, come affrontare tale fragilità per ridare all’amore tutta la sua forza e dignità. È in questo contesto che emerge un secondo punto. «Non possiamo escludere il “Tu” con la maiuscola dalla relazione», vero punto di forza.

«Ricordate che la questione del punto di forza è fondamentale, perché ciò che viene chiesto con il matrimonio cristiano - la fedeltà, l’apertura alla vita, la sincerità - non sono un giogo, ma garanzie per vivere bene. Occorre partire dalla realtà e ascoltare ciò che essa suggerisce, aiutare e aiutarvi l’un l’altro a comprendere cosa dice sul senso della vita. Bisogna cercare le tracce del ‘per sempre’ dall’interno della realtà, affrontandola insieme. Ma il vero punto di forza quando appare il negativo, il problema, è il “Tu” del Signore. Con Dio, come un’esperienza viva, tutto cambia. Solo questo “Tu” è il fattore di garanzia per superare la fragilità».

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Cernusco sul Naviglio, 14 marzo 2016