SCOLA: «EVITARE CHE L´ISTITUTO FAMILIARE VENGA SMINUITO E OFFUSCATO DA NUOVE LEGGI»
L’Arcivescovo di Milano interviene sul disegno di legge in discussione in Parlamento sulle unioni civili. «Riconoscere alla persona omosessuale i diritti», ma no alla “stepchild adoption”: «La differenza sessuale nella coppia genitoriale è insostituibile»
Il cardinale Angelo Scola è stato intervistato dalla redazione del sito web della nostra diocesi www.chiesadimilano.it sul disegno di legge riguardante le unioni civili. «Il pronunciamento del cardinale Angelo Bagnasco in sede di Consiglio Permanente Cei (del 25 gennaio scorso, ndr) – spiega l’arcivescovo - con molta chiarezza e pacatezza mostra qual è la posizione che noi sentiamo più adeguata: la famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l'uomo e la donna che - oltre ad approfondire l'amore tra i coniugi - si fa carico dell'educazione dei figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamentali, la differenza sessuale e quella tra le generazioni. Inoltre, la differenza sessuale nella coppia genitoriale è insostituibile per il figlio. I cristiani e i vescovi su questo si stanno esprimendo all'unisono».
L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola (foto archivio SIR)
Serve una legge sui diritti per le unioni omosessuali?
«Anzitutto bisogna evitare che l'istituto familiare, che ha una sua
identità e fisionomia precisa, venga non solo sminuito ma anche offuscato da
nuove leggi. Questo non significa non riconoscere alla persona omosessuale i
diritti che devono essere oggettivamente dati. Questi diritti però devono
andare anzitutto alla persona, il più possibile, e garantire la persona stessa.
E molti di questi diritti sono già identificati dalle leggi vigenti. Due i
punti che comunque devono essere evitati: costruire un impianto di legge che
ricalchi l'istituto familiare e ammettere la stepchild adoption, via per
giungere massicciamente all'adozione - attraverso la pratica dell'utero in
affitto - dei figli per le coppie omosessuali. Corriamo due rischi, il
dissolvimento della società e al tempo stesso di mettere al mondo figli orfani
di genitori viventi. Il legislatore deve tenere conto di questi dati.»
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Cernusco sul Naviglio, 1 febbraio 2016