MARIA … IL NATALE DELLA DONNA

Cronaca: Alcuni lustri fa, in una città detta” tutto cemento”, con tante vie strette e larghi viali troppo affollati da un traffico intenso, viveva Feliciana. Era una persona sulla sessantina, di origine meridionale, con un fisico piuttosto robusto e non molto piccola. Aveva avuto un marito ed una figlia, che al tempo dei fatti, era sulla trentina in cerca di marito. Feliciana aveva avuto una vita un po’ burrascosa a causa del suo carattere e delle sue idee sociali, ma anche il vento cambia direzione, e col passar degli anni, una equilibrata maturità si faceva strada nei giorni della sua vita. In questo cammino aveva anche abbandonato il marito, il quale la tradiva e tuttavia era impenitente. Intanto Feliciana progrediva in un cammino spirituale fino ad essere riconosciuta come pastore di un gruppo di preghiera. Allora, io avevo stretti contatti con lei perché coordinavo la zona e dalla frequentazione risultava un comportamento tanto adeguato, quanto sensibile rispetto ad ogni componente del gruppo. La figlia ora si era sposata e rimaneva in “attesa” di un bambino. Quel sabato mattina, il sole di quei primi giorni d’ottobre, danzava con la luce del giorno, che faceva belle tutte le cose e ti animava il cuore. Feliciana, come se già pregustasse l’arrivo del nipotino, andava a far spesa con la figlia, concedendosi un ritratto di vita familiare allegra e carica di una gioia, tanto rara di questi tempi. Sul vialone della città “tutto cemento” la folla dei passanti attese il semaforo verde per attraversare sulle strisce, e, mentre passava, una macchina a piena velocità voltava sul passaggio pedonale, e lì c’era appunto Feliciana che ebbe la presenza di spirito di gettare avanti con uno spintone la figlia, che cadde a terra, mentre lei rimase sotto la macchina. La figlia se la cavò con poco e il nascituro non ebbe conseguenze, ma Feliciana, dopo otto giorni di coma, ci lasciò … anche una eredità morale consapevole, che ognuno aveva colto, come tesoro inestimabile.

Mentre il profumo della vita di questa donna saliva al cielo, sulla terra si gustava il senso della maternità. Questa donna nata nell’oscurità di un ambiente ostile a Dio, fu generata alla Luce attraverso le sofferenze della Vita, che hanno condotto il suo cammino a generare altre vite e poi, pur da un matrimonio fallimentare, ha generato sua figlia. Costei, a dispetto di una situazione familiare pesante, ha cercato la vita ed ha generato il nipotino. Per una donna il generare è connaturale e se si lascia inondare dal senso della vita, in lei si compie il mistero della vita, come la gioia di un’alba boreale che sempre si rinnova. Io penso sempre che Dio sia un agricoltore che getta semi sul campo del pianeta e crescono fiori, frutti, animali e uomini e donne, che sanno crescere tutto, perché tutto raggiunga lo splendore della bellezza alla quale siamo tutti destinati .La gioia della donna è quella di collaborare con la creazione: generandola, educandola e curandola per la gioia di noi tutti. A volte, perdendomi con la mente e la fantasia, come una fogliolina che vaga per l’universo e sospinta da un vento che la fa sussistere, considero la maternità come l’azione più sensibile di Dio, agli occhi dell’umanità: fu incinta per opera dello Spirito Santo” e a noi pare che la mano di Dio si abbassi su ogni maternità e ogni persona gode delle Sue meraviglie, raccogliendo, a suo tempo, la gioia di vivere e la Sua vita in noi si accende, come la luce di ogni stella, che brilla per tutta l’eternità. C’è una maternità che è madre di tutte le maternità, alla quale ogni creatura si rivolge in caso di necessità. Ho sentito gente, lontana dalla Chiesa ed anche bestemmiatori, che in un momento di stizza, per qualcosa che non riesce a modo, ad invocare il nome di Maria. Questo nome, sebbene talvolta insultato, è dentro il cuore di tutti che può uscire anche come bestemmia.

Maria essendo la madre di Gesù è anche madre della Chiesa perché lei ha generato Gesù e di conseguenza, anche noi, viviamo l’effetto della sua generazione. Il sommo poeta direbbe: “Donna, sei tanto grande e tanto vali, che qual vuoi grazia e a te non ricorre, sua disianza vuoi volar senza ali” e questo è il capolavoro di Dio. Maria è una donna che ancora vive e segue l’umanità. La sua attività è quella di generare autentici figli di Dio, ovvero generare alla vita di Dio, unica certezza di gioia su questa terra. Fanno fede le apparizioni a san Giacomo il Maggiore nel 39, prima dell'Assunzione, a Saragozza, a Notre-Dame de Laus (Francia – 54 anni di apparizioni),a Caravaggio, Fatima, Lourdes, Međugorje, e tante altre. Nei testi pontifici si legge che Maria: “educa con sapienza e carità il popolo di Dio nella fede”, mentre a Caravaggio Maria ha educato alla pace nella terribile guerra contro Venezia; a Međugorje educa i veggenti ad una vita pia e consapevole dei doni di ogni tipo; a Fatima esorta alla speranza educando con la recita del rosario; nei documenti si parla anche della “Vergine Maria nella educazione intellettuale e spirituale dei cristiani”. Il più ateo degli uomini sa benissimo quanto Maria si prenda a cuore le situazioni degli uomini e bestemmiando nei momenti difficili l’invoca senza saperlo. Quante madri per dei figli, si rivolgono, con il rosario in mano, alla Mamma celeste per impetrare grazie che spesso cadono come fiocchi neve. Lourdes è l’esempio di Maria che si prende cura degli ammalati.

Il capolavoro di Dio nell’ambito dell’umanità è l’aver creato Maria, dapprima Immacolata, poi madre, poi assunta in cielo perché si potesse prendere cura degli uomini, li potesse educare e generare ad una vita nuova e divina. L’umanità di Maria raccoglie tutte le genti come una madre raccoglie tutti i suoi figli senza fare differenze, e nello specchio della verità, l’umanità curata ed educata viene generata all’umanità di Dio, che offerta al Padre, costui dona il suo sorriso ad ogni Feliciana generata nell’Amore di Maria.

Paolo Fiorani

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