Venerdì 29 Marzo

TU SARAI …LA BOCCA DI DIO

Una lettera: “Caro Padre Angelo, sono sposata da tre anni e mamma di un bambino di due anni. Il mio matrimonio è, come tanti, fatto di alti e bassi, momenti di gioia e altri di stanchezza e insoddisfazione. Ci sforziamo di vivere da coniugi cristiani, secondo gli insegnamenti della Chiesa. Il problema è che ho il terrore di aver "sbagliato" la vocazione. Mi spiego meglio. Da adolescente ho sentito spesso un forte richiamo alla vita religiosa. Terminati gli studi universitari, avevo iniziato un cammino di intensa preghiera e discernimento vocazionale, che mi aveva portato tanti doni spirituali e pace del cuore. Poi mi sono innamorata di mio marito e, forse un po’ troppo frettolosamente e senza un adeguato discernimento …”

Un giovane quando apre il suo cuore ai desideri della sua esistenza, gli vengono incontro, come delle stelle filanti in una notte d’estate, molteplici possibilità di scelta, come quello di essere qualcosa come una vita di sogno, allora prende coscienza che occorre un propulsore per discernere quale via lattea percorrere.

Alla creazione del mondo, anche Dio fece una riflessione: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda". L’essere giovani porta nel proprio cuore l’orgoglio di compiere l’opera più grande, l’opera della sua vita, unica in tutti i tempi ed in tutti gli spazi di questo pianeta. A questo non ci si arriva con qualche brillante fantasia, ma con la coscienza che ognuno è espressione di un dono di Dio all’umanità, una stella che attraversa i cieli per cantare un canto di ringraziamento al suo Creatore, “allora ognuno sarà preso da timore, annuncerà le opere di Dio e saprà discernere il suo agire”.

Non ci si può accontentare “là dove ti porta il cuore”, sarebbe come provare l’ebrezza di una corsa in macchina a pazza velocità e schiantarsi inevitabilmente contro un muro. Siamo nati nel pensiero di Dio e questa scintilla che si chiama pensiero, ci è stata data per comunicare la volontà di un Dio che ha creato tutto, con ordine e con leggi che regolano tutte le cose, mentre la nostra volontà non soggiace ad una legge fisica, ma ad una legge divina codificata in forma totalmente diversa, dalla quale non si può prescindere, diversamente ti troveresti negli affanni, come nell’esempio della lettera e come dice il libro dei Proverbi: “Beato l'uomo che ha trovato la sapienza, l'uomo che ottiene il discernimento”.

Il fondamento delle cose che stiamo dicendo infrange la sua onda sull’individuo che deve imparare a decidere di sé, ovvero è bene che ognuno impari a prendere in mano la vita del mondo come panorama della sua esistenza. Nella coscienza deve starci questo mondo al quale ci relazioniamo e lo consideriamo sul serio. Invece oggi si va in direzione opposta, cioè si avvalora il proprio io al quale, come un “moloch” ha solo dei diritti, ma nessun dovere. Il discernimento si trova là nell’incontro con gli uomini e donne, dai quali contempliamo ricchezze su ricchezze, ma non possiamo trattenerle tutte; tuttavia una volta soddisfatti; tuttavia possiamo scegliere solo qualcosa che a noi sia addice, altro verrebbe scartato. In questo gioco del cuore rimane la sapienza del cuore: una spada che divide il bene dal male, per una vita piena di gioia. Il decidere di sé non è sempre scontato, anzi più l’umanità si è evoluta, e più complessa è diventata la realtà con cui l’uomo entra in relazione e più faticoso è scegliere.

La psicologia ha normato una serie di casi che hanno il segno della sconfitta. In questi elementi passivi riscontriamo la paura di sbagliare: ciò che rende la paura di prendere una decisione sbagliata, una vera e propria tortura, che dipende dalla percezione da parte di chi deve decidere.

Chi è soggetto ad un compito umano è bersagliato da attacchi di panico ed da episodi depressivi, in particolare alcuni poi hanno paura di non essere all’altezza (persecutore interno): molti tra coloro che sono in questa condizione spesso ricoprono ruoli di responsabilità; altri hanno la Paura del giudizio: Il problema, in questo caso, è costituito dal confronto e dai successivi giudizi da parte dei presenti, la cui paura di esporsi al giudizio viene il più delle volte tenuta nascosta per vergogna; altro ancora è la paura di non piacere, l’individuo si mostra “iperdisponibile” ma quando la persona deve prendere una decisione spiacevole, avrà sempre il timore di perdere anche solo in parte, la sua popolarità; la paura di decidere: Il problema si complica quando le possibilità sono numerose e tutte in grado di garantire vantaggi; infine ci sono decisioni critiche, decisioni difficili, decisioni complesse, decisioni istintive, decisioni inevitabili.

Il discernimento è un’arte, nella quale ognuno si dovrebbe cimentare, per comprendere quanto il soffio della vita in te“spira” i passi nell’universo sociale con i tuoi, per il bene degli individui e la gioia in te. In altre parole, come in montagna, l’alpinista, per arrivare soddisfatto alla vetta, mettein sintonia il passo ed il respiro. Insegniamo ai giovani questa arte, così che questa permetterà loro di irrobustire la propria coscienza, il valore delle cose, evitando gli sprechi, il rispetto delle persone per i loro affetti, i loro comportamenti, le loro fatiche. Lasciamo ai giovani le loro decisioni, senza che gli adulti impongano le soluzioni più comode, più facili, di massimo guadagno, lavorando senza impegno. Non è vero che gli adolescenti non sono in grado di pensare, se così fosse, la colpa sarebbe solo nostra perché li abbiamo imbottiti di decisioni, che dovevano prendere loro, ma noi esperti, non glielo abbiamo permesso, rovinando il loro futuro. Gli abbiamo detto: “Studia che andrai sulla Luna”, ma poi le cose vanno diversamente, perché qualcosa bussa continuamente al tuo cuore, “ricordandoti che tu sei nato per altre greppie” e la luna rimarrà per il resto dei tuoi giorni. Se non lasciamo loro la libertà, non sapranno mai decidere di sé, anche nelle piccole cose, come ad esempio la scelta di un abito, di una vacanza o del ristorante, dove portare a cena qualcuno a cui teniamo.San Girolamo diceva: “le nozze riempiono la terra, la verginità riempie il paradiso” e noi cosa decidiamo? La via di mezzo riporta sempre all’indecisione e alle paure di cui sopra, ma se invocherai la Parola, la risposta sarà: Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità, e la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore. Allora il Signore mi rispose: «Se ritornerai, io ti farò ritornaree starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è preziosoda ciò che è vile, sarai come la mia bocca.

Paolo Fiorani

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