UN GIORNO …CAPITALE

Racconti felici: Molti e molti anni fa, quando uno per vivere doveva fare più mestieri, mio nonno, era uno di questi, suonava la tromba, lui la chiamava la “tuba”, offriva il suo servizio nelle feste di nozze. Allora, chi organizzava la festa reclutava separatamente tre o quattro persone, con strumenti diversi, e suonavano a perdifiato per ore e ore, mentre nel cortile, o comunque in luoghi all’aperto, tutti ballavano come dei forsennati. Col passar delle ore i musicanti raffinavano le loro gole con i vini di qualità, ovviamente offerti dalla casa, e non mancava che per la stanchezza le note uscissero da sole; anche gli invitati, sempre numerosi, agitati da balli esuberanti, non avevano limiti e la gioia incalzava sempre più, lasciando, col passare degli anni, un ricordo indelebile.

E poi? … Quel giorno era sempre nella memoria degli sposi, come una piramide posta all’inizio di una partenza, per correre verso un traguardo di felicità, che si può leggere solo nei castelli delle favole dei fratelli Grimm, e tutte le favole avevano lo stesso cliché: dopo tante fatiche, dopo tanti salti oltre l’impossibile, dopo tante situazioni insperate … si sentivano nel castello della loro favola di “vivere felici e contenti”. Lo stare insieme per tanti anni nella “cattiva e buona sorte” ti teneva legati per più di un motivo: spezzare la favola del matrimonio significava mandare in frantumi quel giorno, unico ed irrepetibile, dentro il quale erano nascoste aspettative, desideri, il sogno di una vita, comunque fosse, e non ne valeva mai la pena, bruciare una fede, tanto coltivata con ragione.

E poi? …Quel giorno, sempre preceduto da un momento religioso, che dava il segno di una verità sacrale, era imprescindibile che il dato di natura, che è il matrimonio, si legasse con chi ha creato questa natura, e questo tutt’uno è quella meraviglia che tu e tua moglie siete unici, perché unica è la modalità di sapersi amare “di amore eterno”; ed essendo l’unica coppia al mondo che esprime questa particolare bellezza, il mondo ti guarderà con invidia, perché leggerà nella tua vita un pixel della vita divina, e sulla terra non c’è nulla di più bello. E’ proprio un peccato frantumarlo! Oggi ci sono delle serie organizzazioni che sanno mettere insieme una giornata piena di ogni conforto per i matrimoni civili, ma un conto è la gioia, che Dio riversa sugli sposi e solo Lui può darla perché è cosa sua, altro è il piacere che anche l’uomo può fornire.

E poi? …Quel giorno è anche un punto d’arrivo, come uno che dopo tanti anni di studio, ora si presenta alla società con un suo lavoro esplicitato con tutte le sue caratteristiche. Il lavoro che ha preceduto questo giorno è sempre stato un capolavoro dei genitori, che hanno insegnato a vivereai propri figli. Giorno per giorno si educa a non fare certe cose perché queste lasciano i lividi nello spirito, per altre è opportuno avvedersene, perché rovineresti dei rapporti con le persone oppure offenderesti i sentimenti degli amici … è cosa buona essere umili … saper perdonare … avere pazienza. Al matrimonio devi arrivare come persona matura e responsabile, capace di saper gestire le situazioni della vita ed ancor più le persone per il valore intrinseco che hanno, e per quanto è in loro dotazione come affetti, passioni, ideali, posizioni sociali. Non possiamo uscire di casa dicendo: questa è la mia vita; la tua vita è legata comunque e sempre a qualcun altro: a tua madre, a tuo padre, a tua moglie, ai tuoi figli, ai nonni, ai tuoi amici, al tuo mondo di lavoro, ad altre realtà sociali che sono formate di persone ecc. e comunque a Dio. Quel giorno, non è un momento di festa, ma è la festa della tua vita maturata.

E poi? …Quel giorno si chiude nel segno di una intimità che non si svela a nessuno perché “il Padre che vede nel segreto te ne darà la ricompensa”, ovvero il Padre si comunica ai cuori degli sposi dando loro un personale carisma che il cuore della terra attende, perché tutto sia compiuto. Quel giorno i coniugi saranno una cosa nuova, completi di un nome che solo gli angeli sapranno decifrare, mentre loro lo dipaneranno giorno per giorno nella loro intimità e nella relazione con il mondo. Quel giorno è tanto importante che neppure Gesù ha trascurato. Le nozze di Cana sono il primo segno della sua missione e l’ultimo sarà la cena di quel giovedì. Questi sono stati i gesti che hanno aperto e chiuso una vita perché il mondo creda e così anche il tuo giorno sia un segno capitale, che i tuoi possano credere sempre all’eterno amore.

Paolo Fiorani

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