OPERA CARDINAL FERRARI: RISPOSTE NUOVE AI BISOGNI EMERGENTI
A Milano, la storica istituzione voluta nel 1921 dal beato cardinal Andrea Ferrari «cerca di dare risposte nuove e adeguate ai bisogni emergenti nella società d'oggi, come con la Domus Hospitalis»
«Con l’avvio del terzo e ultimo cantiere per il pieno recupero dell’ex pensionato Trezzi, ricaveremo altri 44 minialloggi da destinare a tre categorie: i familiari di pazienti ospedalizzati a Milano; gli studenti universitari meritevoli in condizione di disagio economico; i giovani lavoratori con stipendi bassi e contratti a termine, che in una città come la nostra si trovano a entrare nel mercato del lavoro con redditi insufficienti anche solo per sostenere le spese primarie – spiega Pasquale Seddio, presidente dell’Opera Cardinal Ferrari - Si tratta di tre categorie – in particolare i working poors, problema esplosivo a Milano ma sottostimato - che le politiche sociali pubbliche spesso trascurano. E non solo per carenza di risorse o perché altre marginalità si impongono come più gravi e urgenti, ma anche per una "carenza" dello sguardo».
L’Opera è una storica istituzione voluta nel 1921 dal beato cardinal Andrea Ferrari che «cerca di dare risposte nuove e adeguate ai bisogni emergenti nella società d'oggi. Risposte come Domus Hospitalis che con i suoi 16 miniappartamenti per 25 posti letto accoglie parenti di degenti ospedalizzati – ha sottolineato Seddio -. Ogni anno 250mila persone vengono a Milano da altre regioni per chiedere cure ospedaliere. Per molti, soprattutto dal Sud, viaggio, vitto e alloggio diventano difficilmente sostenibili. Domus Hospitalis cerca di rispondere a questa grande domanda inevasa. Nel 2014 abbiamo erogato 2.497 pernottamenti gratuiti a persone - segnalate dai servizi sociali o dalle parrocchie - che non potevano permettersi nemmeno le nostre tariffe, 30 euro per la singola, 45 per la doppia».
L’Opera ha in programma di completare, entro il prossimo giugno, il recupero dell’ex pensionato Trezzi. «Così avremo in totale 60 unità abitative. A cui si aggiungono – ha spiegato il presidente dell’Opera - le sei camere per donne in difficoltà, nel padiglione "Cielo stellato", che dal 2000 a oggi hanno accolto quasi 200 ospiti, e che destiniamo - ad esempio - a badanti rimaste senza lavoro e senza casa per la morte della persona che assistevano».
«La povertà non è solo assenza o carenza di reddito. La realtà – ha proseguito il presidente - è molto più complessa. Povero non è solo il clochard o il disoccupato, ma anche il lavoratore, come insegna la realtà drammatica dei working poors». In questo scenario «l’Opera non è solo la mensa, che pure resta il nostro "cuore", ma una serie di risposte che vogliono aiutare le persone a recuperare spazi di libertà, dignità, autonomia di vita.»
Nel 2014 l’Opera ha servito 81.293 pasti caldi e 15.233 prime colazioni; 3.776 gli ingressi alle docce, mille le visite sanitarie, 1.144 i pacchi viveri, 1.100 le prestazioni di parrucchiere. «Ogni giorno 230 persone trovano aiuto da noi. Ma quelle che lo chiedono, sono tre volte tanto. Come centro diurno, operiamo per essere luogo di rigenerazione della persona e delle relazioni, luogo di accoglienza del desiderio, non solo del bisogno – ha precisato Seddio -. La sfida, delicatissima, è aiutare i nostri utenti "storici" a capire che un pensionato con la minima e un alloggio popolare sta comunque meglio rispetto al 40-50enne con figli e casa gravata da mutuo, rimasto senza lavoro, e che non riesce a trovarne un altro». (fonte: Avvenire, 11 novembre 2015)
Cernusco sul Naviglio, 30 novembre 2015