“L’EREDITÀ DEI NOSTRI PADRI NON È SOLO UNA BELLA CHIESA DI MURA, MA UNA CHIESA VIVA”

Domenica 17 luglio 1932, alle tre e mezza di mattina, l’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Ildefonso Schuster iniziava il rito di consacrazione della nostra chiesa prepositurale, che proseguì sino alle otto. “Oggi diciamo grazie per questa chiesa, ma altresì rinnoviamo il nostro impegno a renderla viva, perché la Chiesa siamo noi, a renderla operante nella società e visibile perché annuncia il Vangelo e quindi la salvezza degli uomini.”


Monsignor Luciano Capra, prevosto di Cernusco

“Forse sono pochi i Cernuschesi che ancora oggi ricordano il gesto compiuto 86 anni fa dal beato cardinale Idelfonso Schuster, allora arcivescovo di Milano, di consacrazione di questa chiesa”, il 17 luglio 1932: così il prevosto della città, monsignor Luciano Capra, ha esordito all’omelia della Messa delle ore 9,30, nella festa-anniversario della dedicazione della chiesa prepositurale di piazza Conciliazione.

“Il rito di dedicazione della chiesa è molto bello – ha proseguito il prevosto - e tra l’altro prevede la consacrazione con il crisma delle dodici croci che oggi vediamo illuminate da una candela lungo le navate, come a dire che questa casa è la Casa di Dio. Si consacrano le cose e le persone che in un certo senso appartengono a Dio, come il piccolo Fabrizio che nel corso di questa celebrazione riceverà il Battesimo.” Molto bello questo gesto in questa festa: ci dice che la comunità cristiana continua a crescere.


Una delle dodici croci, a ricordo della consacrazione della chiesa

All’inizio del cristianesimo, i primi fedeli si trovavano nelle case, ma poi man mano che le comunità crescevano c’era la necessità di avere luoghi più grandi da riservare alla preghiera: la chiesa, che diventava così una casa tra le case. Il prevosto ha quindi sottolineato che “anche nei luoghi più poveri di questo nostro tempo si trovano delle belle chiese, perché il povero ama la bellezza”, mentre noi, che siamo ricchi, non abbiamo questa sensibilità, ma siamo subito pronti a criticare quando si destinano soldi all’abbellimento dei luoghi di culto. Poi ha aggiunto: “In una società dove c’è il senso di Dio si danno a Dio le cose più preziose, dove invece questo senso di Dio viene meno a Dio si danno le cose che avanzano.”

Commentando il brano di Vangelo proposto dalla liturgia del giorno, don Luciano ha quindi esortato a dare a Dio le nostre cose preziose, tra le quali anche la vita. Gesù ha fatto capire ai discepoli che il loro posto, come per ogni credente, è quello del servizio. Ma cosa vuol dire servire? “Servire come ha fatto Gesù – ha spiegato il prevosto - vuol dire dare la propria vita. Questo è il punto più alto del servizio. Ma ci sono tanti modi di dare la vita senza arrivare a quello più estremo. C’è, infatti, un modo di esser al servizio che non consiste nel dare fisicamente la propria vita, ma nel dare qualcosa di sé. Questo è il servizio, che è molto più del volontariato, perché quest’ultimo a volte lo si fa perché si ha tempo o perché piace o perché ci sono gli amici ... Invece, la logica del servizio è un’altra: prima di tutto è un servizio a Dio. Se io perdo ‘il per chi’ faccio il servizio, quella cosa che faccio presto o tardi smetterò di farla, perché perde il suo motivo vero.”

“Molto spesso quando facciamo il bene – ha commentato il prevosto - non ci dicono neppure ‘grazie’. Ma proprio perché lo facciamo per Dio, lì troviamo il significato e la forza per fare quello che facciamo. Questo edifica la Chiesa e la comunità cristiana e anche la comunità civile.”

“Oggi raccogliamo questa eredità dei nostri padri, che è questa bella chiesa, costruita con tanti sacrifici. Che non è solo una chiesa di mura, ma una Chiesa viva, operante, che in questi secoli ha vissuto con una forza di generosità, di attenzione agli altri, di vita comune esemplare. Non dobbiamo perdere questa ricchezza. Allora oggi diciamo grazie per questa Chiesa, ma altresì rinnoviamo il nostro impegno a renderla viva, perché la Chiesa siamo noi, a renderla operante nella società e visibile perché annuncia il Vangelo e quindi la salvezza degli uomini.” Un’eredità preziosa che forse troppo spesso dimentichiamo.

Cernusco sul Naviglio, 16 luglio 2018