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NEL RICORDO DI DON TONINO BELLO, “LA CAREZZA DI DIO”

Nello stesso giorno della visita di Papa Francesco ai luoghi che hanno visto nascere e morire don Tonino Bello, rispettivamente Alessano e Molfetta, nella nostra città viene proposta la lettura teatrale di un suo testo: “La Carezza di Dio. Lettera a Giuseppe”. Monsignor Bello è stato un vescovo innamorato di Cristo che ha scelto di spendere la sua vita in prima linea accanto agli ultimi, lottando insieme a loro e a tutti gli uomini di buona volontà per un mondo di pace

“La carezza di Dio. Lettera a Giuseppe” - lettura teatrale del testo scritto da don Tonino Bello - è proposta dalla “Libreria del Naviglio”, nell’ambito della rassegna “Primavera d’autore”, alla Chiesa della Madonna del Divin Pianto di via Dante, venerdì 20 aprile, alle ore 21. Voci narranti saranno Clelia Cantoni, Francesca Forloni, Guido Cavalletti e Gianni Cervellera. Con musiche di Franco Cipriani.

Don Tonino, dovendo preparare una conferenza per un convegno, come si legge nella premessa alla Lettera, anziché affidarsi ad un “relazione troppo tecnica … e troppo noiosa” si è immaginato “ospite per mezz’ora della Bottega di Nazareth”, cambiando “così genere letterario”. “Chi sa che qualcuno, complice la poesia – conclude il vescovo - non venga più facilmente indotto a cambiare genere di vita”. E il bel testo è tutto da meditare. Ma chi era monsignor Bello, il cui ricordo è ancora ben vivo in tantissime persone?

Per tutti era “don Tonino”. Un prete, e poi un vescovo, innamorato di Cristo che ha scelto di spendere la sua vita in prima linea accanto agli ultimi, lottando insieme a loro e a tutti gli uomini di buona volontà per un mondo di pace. È al Servo di Dio don Tonino Bello, esattamente 25 anni dopo la sua morte, arrivata per un tumore allo stomaco a 58 anni, che Papa Francesco ha scelto di rendere omaggio, venerdì 20 aprile. Sei ore in tutto, divise equamente nelle due tappe di Alessano e Molfetta.

Vescovo secondo il Concilio. La prima tappa di Papa Francesco sarà Alessano, cittadina pugliese che ha dato i natali a don Tonino, il 18 marzo del 1935, e che ora ospita la sua tomba, presso la quale il Papa sosterà in preghiera. “La data scelta dal Santo Padre è estremamente significativa”, ha commentato monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, diocesi a cui appartiene Alessano. Quella di Papa Francesco non è “una visita di circostanza, ma la proposta di un modello”, ha osservato Angiuli: “Il Santo Padre viene a porre il sigillo della sua autorità riconoscendo nel Servo di Dio un testimone autentico del Vangelo e additando la sua persona e il suo messaggio come una fonte preziosa per la missione della Chiesa agli uomini e donne del nostro tempo”. Don Tonino, per Angiuli, è stato un vescovo secondo il Concilio Vaticano II, soprattutto per la sua “attenzione privilegiata agli ultimi e ai poveri, con uno stile di fraternità e con gesti profetici che invitavano alla pace e alla non violenza”.


Foto pagina iniziale e sopra, da www.agensir.it

La Chiesa del grembiule. “C’è un’analogia tra il magistero di Papa Francesco e l’aspetto profetico del messaggio di don Tonino”. Ne è convinto monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, la diocesi di cui don Tonino è stato vescovo dal 1982 e in cui è morto. Il Papa celebrerà qui la Messa. “Papa Francesco invita spesso a dirigersi verso le periferie non solo geografiche ma anche esistenziali e umane”, ha sottolineato il vescovo: “Don Tonino, con la sua ‘Chiesa del grembiule’, l’ha fatto”. “I maestri dello spirito – come don Tonino, Santa Teresina, San Francesco d’Assisi – ci hanno insegnato non a fare cose straordinarie, ma a vivere le cose ordinarie in modo straordinario”, ha commentato Cornacchia a proposito dell’eredità del Servo di Dio sul suo territorio, dove don Tonino è “memoria viva”, soprattutto tra i giovani e i giovanissimi, che “rimangono incantati nel sentire gli aneddoti della sua vita: il suo entusiasmo, la sua gioia, la sua pienezza di vita hanno contagiato e continuano a contagiare tutti, 25 anni dopo la sua morte”.

Cernusco sul Naviglio, 18 aprile 2018