Ultime notizie :

ORARI SANTE MESSE A CERNUSCO SUL NAVIGLIO   

CORO PER LA PACE - Serata di canti dell´antica tradizione slava dedicati alla Vergine Maria   

MAGGIO, MESE MARIANO   

Iscrizione online all’Oratorio Estivo   

MERCOLEDI’ 1 MAGGIO, FESTA PATRONALE DI S. GIUSEPPE LAVORATORE   

DON SANDRO SPINELLI CITTADINO ONORARIO DI TERESINA   

SABATO 6 APRILE, "PORTE APERTE" IN BOUTIQUE!   

Estate a Bolbeno, prenotazioni dal 18 marzo   

FIERA DI SAN GIUSEPPE. SI MANGIA IN ORATORIO!   

PROFESSIONE PERPETUA NELL´ORDINE AGOSTINIANO DEL CERNUSCHESE P. GENNARO LIONE   

EMERGENZA TERRA SANTA - Un appello di Caritas   

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, LA PROPOSTA 2023/24   

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, LA PROPOSTA 2023/24   

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, PROGRAMMA 2022/23   

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, PROGRAMMA 2022/23   

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA... ISCRIZIONI APERTE!   

ISCRIZIONI ORATORIO ESTIVO 2024   

SETTIMANA SANTA 2024 A CERNUSCO SUL NAVIGLIO   

QUARESIMA 2024   

PREGA, CONFIDA E SPERA. 100° DALL APPARIZIONE DELLA B.V. MARIA A CERNUSCO   

Santuario, approvato il recupero dei decori nascosti per anni    

Don Luciano, Aprile. Come possiamo vivere la Pasqua nella nostra vita quotidiana?   

DON LUCIANO, MARZO. LA QUARESIMA CI PROPONE UN PERCORSO INTERIORE DI CONVERSIONE   

DON LUCIANO, FEBBRAIO: Oggi, dopo 100 anni, la Madonna ci parla ancora   

Don Luciano, gennaio. La fede in Dio torni ad essere centrale nella nostra vita   

Sabato 20 Aprile

L’APPELLO DEL PAPA: “IN SIRIA PREVALGANO LA GIUSTIZIA E LA PACE”

Dopo i raid aerei di Usa, Francia e Gran Bretagna, che hanno colpito obiettivi a Damasco e Homs in risposta al presunto attacco chimico del regime di Assad contro Douma, da Damasco e Aleppo giungono le testimonianze del parroco latino, padre Bahjat Elia Karakach e del vicario apostolico, monsignor Georges Abou Khazen. Il Papa: “Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale” in cui “si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria”


Foto da www.agensir.it

 

“Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo”. Sono le parole pronunciate dal Papa, al termine del Regina Coeli di domenica scorsa. “Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace”, l’auspicio di Francesco.

Il giorno seguente, il patriarca Kirill di Mosca aveva avuto “una conversazione con Papa Francesco e tutti i patriarchi ortodossi del Medio Oriente”. Il patriarca e Papa Francesco si sono parlati personalmente “in un buon clima di comprensione reciproca” e “hanno concordato di continuare il dialogo costruttivo”. “Questa iniziativa” è stata presa nella consapevolezza “che i cristiani non possono restare distanti da tutto ciò che sta accadendo oggi in Siria”, ha spiegato il patriarca, perché lì “è sorto il cristianesimo, e i terribili conflitti che oggi tormentano la terra siriana non possono che creare minacce, anche per la presenza cristiana”. Inoltre, “è assolutamente evidente che le persone soffrono”.

“Il messaggio della Chiesa al mondo – ha proseguito il Patriarca - è sempre legato alla proclamazione della pace tra i popoli e la giustizia”. Quindi, “è impossibile rimanere in silenzio” di fronte a quanto accade” e “c’è il desiderio di continuare le consultazioni per cercare in qualche modo di influenzare la situazione”. Perché, ha proseguito Kirill, “su scala globale, la Chiesa deve svolgere il suo ruolo” di portatrice di pace. Concordi i leader delle Chiese nel dire che “i cristiani dovrebbero influenzare la situazione in modo tale che la violenza cessi e la guerra si fermi, e non ci siano tutte quelle vittime”. La Chiesa, ha sottolineato il patriarca “è al di fuori di ogni implicazione politica e lotta politica, e ciò ci permette di parlare con tutti”.


Foto da www.agensir.it

“Siamo stati svegliati alle 4 di notte dal sibilo dei missili e abbiamo capito che gli attacchi erano in corso. Si sono udite delle esplosioni nei dintorni di Damasco. Qui al centro tutto è tranquillo ma la gente è preoccupata per il futuro. La popolazione vuole vivere in pace e non sotto l’incubo delle bombe”. Così padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino della Capitale, a Damasco, racconta al Sir l’attacco di sabato mattina.

“Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili”, dichiara il frate che spera “non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003, perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con le bombe. Non ci resta che pregare per la pace ora più che mai”.

“Con questi missili hanno gettato la maschera. Ora a combattere sono gli attori principali. Prima era una guerra per procura. Sono sette anni, è iniziato l’ottavo, che si combatte sul suolo siriano e ora che gli attori minori sono stati sconfitti, in campo sono scesi i veri protagonisti del conflitto”. Non usa mezzi termini il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, nel commentare al Sir i raid aerei. “Sono attesi gli ispettori Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, per indagare sul presunto attacco chimico a Douma e invece è arrivato l’attacco. Dopo questi raid sarà tutto più difficile. Ogni appello alla pace cade nel vuoto, solo Papa Francesco continua a sperare nella pace e noi con lui”, afferma il vicario.

“Intanto cresce la sofferenza della popolazione che chiede pace e in cambio ottiene bombe e missili. Qui la gente si aspettava qualcosa di simile e purtroppo è avvenuto”. L’auspicio di mons. Abou Khazen è che “questi attacchi non si allarghino anche in altri luoghi della regione perché sarebbe davvero pericoloso e tutto potrebbe sfuggire di mano. Serve una soluzione condivisa da raggiungere senza menzogne. Non abbiamo altre armi che la preghiera. Nel cuore portiamo con noi l’immagine di Gesù che dice agli apostoli sulla barca in mezzo alla tempesta di notte, ‘Sono io, non abbiate paura!’. Questa sia la nostra speranza e la nostra forza”. (Fonte: Agenzia Sir)

Cernusco sul Naviglio, 16 aprile 2018