GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ: GIOVANI, CI SARÀ ANCORA UN LAVORO?

Domenica 21 gennaio in tutta la diocesi si celebrerà la Giornata della Solidarietà. Al centro dell’attenzione ci saranno i giovani, per ascoltarli e mettersi in dialogo con loro per ragionare di lavoro, riprendendo i temi dell’ultima ‘Settimana sociale’ e puntando ad avviare un percorso per individuare azioni concrete per facilitare l’inserimento nel mondo dell’occupazione


Foto d’archivio: da www.agensir.it

Quali sono i luoghi dove ci si forma al lavoro? Gli oratori possono dire qualcosa a tal proposito? Come la scuola prepara alla vita lavorativa? I cambiamenti tecnologici in atto sono un’opportunità o un limite per l’occupazione giovanile? Dopo la recente Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Cagliari del 26 al 29 ottobre, è su questi interrogativi – si legge sul sito web della diocesi www.chiesadimilano.it - che si fonda la riflessione della Giornata diocesana della Solidarietà (domenica 21 gennaio), anticipata sabato 20 dal tradizionale convegno della vigilia, in programma al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso sul tema «Ci sarà ancora lavoro per i giovani?». Il senso della Giornata è appunto quello di guardare ai giovani, ascoltarli e mettersi in dialogo con loro per ragionare di lavoro.

«Vogliamo concentrarci su questo tema con l’idea di far partire un processo che continui con azioni concrete per accompagnare i giovani nella ricerca del lavoro», spiega don Walter Magnoni. Formazione, modalità di ingresso, opportunità di sviluppo delle competenze professionali, e soprattutto racconti dei protagonisti, i giovani, che oggi fanno tanta fatica a costruirsi un futuro: «Sicuramente ci sono problemi a inserirsi in modo stabile. Alcuni, prima di poterlo fare, devono affrontare anni di precariato sottopagati, e questo mina anche la loro autostima. Altri, anche dopo anni, non riescono a inserirsi. Altri ancora, malgrado l’impegno, non sono in grado di acquisire una professionalità spendibile. E poi c’è la sfida del rapporto scuola-lavoro, con il lavoro duale e l’alternanza. Per noi queste sono opportunità che devono essere perfezionate per diventare efficaci», precisa don Magnoni.

Denuncia, ascolto e narrazione, buone pratiche e proposte. Ma anche storie di giovani che sono riusciti a reinventarsi. Un metodo che ha richiesto di osservare sul territorio quanto già di buono si sta attuando per farlo conoscere e offrire suggerimenti a chi immagina azioni per sostenere il lavoro. «Sono state selezionate 400 buone pratiche (numero in continua crescita) che costituiscono una base di partenza», conclude don Magnoni. Se da un lato, infatti, ci sono forme di sfruttamento che cercano di lucrare sulla fragilità delle persone, dall’altro esistono anche esperienze positive, come forme di solidarietà e di sostegno a chi non ha lavoro e mobilitazione di risorse latenti già presenti sul territorio.

Non sempre, inoltre, la formazione acquisita dai giovani nelle scuole e nelle università corrisponde a quanto richiesto nel mondo del lavoro. «È importante investire in questi ambiti (ricerca e innovazione, ndr) e nelle politiche attive di formazione specifiche per colmare il gap esistente tra scuola e università e il mondo del lavoro – sottolinea Massimiliano Riva, imprenditore che interverrà al convegno - -. Altrimenti, come sta accadendo ora, si creano situazioni paradossali, in cui c’è disoccupazione, ma al tempo stesso le imprese non riescono a trovare persone (sia giovani, sia senior) in grado di occupare determinate posizioni».

Per leggere il testo completo dell’articolo pubblicato sul sito web della diocesi e per informazioni sul convegno di sabato 20 gennaio, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 15 gennaio 2018