CONSULTORIO, “PRENDERSI CURA AL DI LÀ DEL CURARE”

Il vicedirettore della Fondazione “Centro per la famiglia Cardinal Carlo Maria Martini onlus”, Gabriele Pirola, illustra l’attività del rinnovato consultorio familiare di Piazza Matteotti (Centro cardinal Colombo)


Gabriele Pirola vicedirettore della Fondazione

Come nasce la Fondazione che gestisce il rinnovato consultorio di Piazza Matteotti?

La Fondazione Martini (più propriamente Fondazione “Centro per la famiglia” Cardinal Carlo Maria Martini Onlus) nasce nel 2013 all’interno di un progetto di ristrutturazione delle attività consultoriali, in cui i consultori sono ancora gestiti da singole associazioni, una per ogni consultorio all’interno dei propri decanati di appartenenza. Il progetto per il rilancio e lo sviluppo del sistema dei consultori familiari d’ispirazione cristiana delle diocesi di Lombardia prevede tra le “azioni” di riorganizzazione, dopo la nascita nel 2011 di una fondazione regionale di sostegno, la costituzione di fondazioni territoriali a cui i consultori afferiscano. In Fondazione Martini attualmente ci sono quattro consultori e cinque decanati a cui si aggiunge adesso il consultorio e il decanato di Cernusco. La mission della Fondazione è la gestione dei consultori familiari.

Perché il riferimento al cardinale Carlo Maria Martini?

Il cardinale Carlo Maria Martini è sicuramente stata una figura di grande ispirazione a livello ambrosiano e lombardo; una figura dalla quale sono arrivate grandi aperture di pensiero in tema di ascolto. Questi aspetti peculiari del cardinal Martini sono ancora oggi alla base dei principi ispiratori della Fondazione da cui trae il proprio nome: “Prendersi cura al di là del curare”. Un concetto potente, ancora oggi attuale.

Come si è sviluppata nel tempo la Fondazione e dove si trova ad operare?

La Fondazione Martini è nata dall’unione di quattro consultori: Vimercate, Trezzo, Melzo e San Giuliano Milanese ed opera tuttora in quei contesti, nei decanati di origine. Al consultorio di San Giuliano Milanese fa riferimento anche il decanato di Peschiera Borromeo.

Cosa vi ha fatto optare per questo impegno a Cernusco?

Cernusco era una realtà che operava con un’autorizzazione Asl con un gruppo di volontari storico. Nel tempo però il livello di complessità gestionale che è stato richiesto dall’ente pubblico per poter mantenere l’autorizzazione e l’accreditamento (mantenere la definizione di “consultorio”, ndr) è cresciuto a tal punto che è stato necessario cercare l’aiuto e il sostegno di un ente più strutturato e organizzato per poter proseguire nell’attività e continuare ad essere strumento valido nei confronti della comunità. Così già a partire dal 2012, quando si stava concretizzando l’idea di costituire delle fondazioni che si prendessero “cura” dei consultori, è stata avviata una riflessione anche su Cernusco, su proposta di FELCEAF (Federazione Lombarda dei Centri di Assistenza alla Famiglia), che si è concretizzata oggi con l’ingresso del consultorio di Cernusco all’interno della Fondazione Martini.

A chi si rivolge il consultorio e con quali attività?

Il consultorio si rivolge a singoli, coppie e famiglie. Alla base la tutela della famiglia, nelle sue poliedriche sfaccettature. Pertanto si lavora su più livelli per la promozione della salute e il sostegno nei momenti di difficoltà, all’interno delle relazioni familiari. In particolare, questi i servizi che vengono erogati: supporto alla maternità e al puerperio; ascolto e supporto per la fascia di età tra i 5 e i 10 anni, spesso molto bistrattata, per la preadolescenza e l’adolescenza; gestione del genitore anziano. Sono ormai le tante fasi di transizioni nel ciclo di vita, nelle quali possono subentrare difficoltà. In queste fasi noi cerchiamo di essere un punto di riferimento. L’ambito è quello sociosanitario ed educativo, per cui abbiamo operatori che vanno dall’assistente sociale, al consulente legale (l’avvocato), dallo psicologo allo psico-terapeuta e al mediatore familiare nell’ambito più sociale, ma anche l’ostetrica e la ginecologa nell’ambito più sanitario e anche pedagogisti nell’ambito formativo.


Consultorio di Piazza Matteotti

Quali sono e come funzionano le altre esperienze simili che sono da voi gestite in realtà a noi vicine?

Rispetto al consultorio di Cernusco le altre quattro sedi presenti nei decanati già indicati, oltre all’accreditamento, hanno anche un contratto con Regione Lombardia che ogni anno stanzia un budget ben definito che i consultori possono spendere per erogare determinate prestazioni. Per dare un’idea dell’attività della Fondazione, riportiamo questi dati: nel 2016 ha seguito quasi 10.000 persone all’interno dei propri consultori, svolgendo poi attività formativa all’esterno, in scuole e oratori, coinvolgendo 12.000 studenti. Più di 20.000 persone e famiglie accedono ai servizi grazie al contributo che la Regione fornisce, alle quote che le parrocchie versano, alle donazioni che individui e aziende erogano in nostro favore, e grazie anche al numero di ore di lavoro volontario o extra da parte degli operatori. Purtroppo Cernusco partirà senza questa dotazione perché avrà sì un accreditamento, ma non un contratto con la Regione. La speranza è di ottenerlo nel giro di qualche anno.

Gestire una simile struttura è certamente un impegno oneroso: come pensate si svilupperà l'attività a Cernusco? Avete fatto una stima dell'utenza attesa?

Sì, è un impegno oneroso: abbiamo fatto un piano di attivazione che pensiamo di sostenere grazie alle quote che verseranno le parrocchie del Decanato e con una parte di investimento iniziale della Fondazione. L’obiettivo è quello di sviluppare comunque delle partnership sul territorio che possano garantire un apporto sia in termini finanziari che di competenza e di tempo. L’attività si svilupperà in parallelo con il reperimento di risorse: siamo strutturati per farlo così come per dialogare con il territorio e far conoscere all’utenza le possibilità che il consultorio offre. Chiaramente le due parti devono funzionare insieme, non possiamo far arrivare folle di gente senza avere le risorse per soddisfare le richieste e quindi dobbiamo stare attenti a non disequilibrare la struttura organizzativa che sostiene l’attività.

Come si possono rivolgere a voi gli utenti?

Gli utenti si potranno rivolgere a noi telefonando e venendo in consultorio nei giorni di apertura che inizialmente saranno il lunedì e il martedì (mattino dalle 9:30 alle 12:30, pomeriggio dalle 14:00 alle 17:00). Il numero di telefono non ci è ancora stato fornito, ma è a disposizione un indirizzo email (info.cernusco@fondazionemartini.org) a cui gli utenti potranno scrivere e dal quale riceveranno risposte.

Come interagite con le comunità nelle quali il consultorio è inserito?

Stiamo incontrando tutti i parroci e i vicari parrocchiali per farci conoscere; andiamo sul territorio per fare attività, anche attraverso i percorsi formativi nelle scuole, ambito operativo di rilievo e di valore per diffondere la cultura della prevenzione e della salute. Importante è anche il processo contrario: dalle comunità ai consultori. Le nostre porte sono aperte e l’interlocuzione con le persone è alla base della creazione di una relazione di fiducia. Per quanto riguarda le comunità cristiane del territorio sono e resteranno per noi interlocutrici privilegiate. Non conosciamo palmo a palmo il territorio, ma ci stiamo muovendo per attivare più contatti possibili. Privilegiamo più il contatto relazionale che epistolare: cerchiamo di dare un “volto” nella comunicazione tra le parti. La nostra attenzione si rivolge poi agli enti territoriali, con un occhio di riguardo verso i Comuni, i Servizi Sociali e tutte le istituzioni dell’ambito sociosanitario perché possano nascere sinergie e collaborazioni che facilitino le prese in carico delle persone e delle famiglie, in un’ottica di prevenzione, ascolto, sostegno e formazione.

Intervista a cura di Giancarlo Melzi
Redazione “Voce Amica”

Cernusco sul Naviglio, 10 novembre 2017