L´ARCIVESCOVO HA BENEDETTO IL NUOVO CONSULTORIO FAMILIARE

L’arcivescovo di Milano prima della benedizione del nuovo consultorio ha rivolto ai presenti un atteso e breve saluto, nel quale ha sottolineato l’importanza della famiglia, definita “parola profetica”.

“Sono venuto tra voi a benedire, cioè a invocare l’alleanza con Dio per questa iniziativa, a invocare quella fonte inesauribile di fiducia che deve accompagnare gli operatori che, in nome della loro fede cristiana e della loro vocazione professionale, vogliono servire la famiglia. Dio è alleato di questo servizio, di questo lavoro - di chi lo fa come volontariato e di chi lo fa professionalmente - è alleato per questo bene che si fa”: così monsignor Delpini ha introdotto il suo intervento.

“Questo Centro per la famiglia, questo avere a cuore la famiglia – ha proseguito l’arcivescovo - è una parola profetica in questo nostro tempo. Come comunità cristiana dobbiamo avere la fermezza di pronunciare questa parola – la famiglia - non tanto per farne uno slogan, ma un parola che entra nelle dinamiche ordinarie della vita civile e sociale nella quale è inserita. Perché l’impressione che abbiamo è che la famiglia sia sconfitta: ci siano molte attenzioni, anche da parte della legislazione nazionale e delle premure degli amministratori locali, ma il soggetto famiglia è spesso inesistente per un’organizzazione civile e un’organizzazione sociale. C’è quindi una grande cura per le diverse categorie di persone, quando bisogna venire in soccorso dei loro bisogni, e c’è pure una grande attenzione per l’economia, che pare decida tutto, per cui se va bene l’economia va bene tutto. Sembra poi che il grande spauracchio che riempie il nostro territorio siano i rifugiati. Tutta l’emotività e tutti i discorsi che si fanno sembrano che si concentrino su quello che, per motivi di cronaca, diventa il fatto del giorno.”

“Noi invece investiamo sulla famiglia – ha aggiunto monsignor Delpini - noi crediamo che la cellula fondamentale della società sia la famiglia. In questo tempo - in cui talvolta sembra che sia più saggio chi non si sposa, chi non forma una famiglia, non la inquadra in un patto definitivo, ma la vive come una sorta di convivenza sperimentale - noi diciamo che il bene comune è promosso e custodito dalla famiglia. In questo senso è una parola profetica, perché mi pare che tanti sintomi dicano che non è questa la priorità delle preoccupazioni dominanti. Noi diciamo questa è la priorità. Questa è la possibilità di rendere più serena la convivenza, questa è la possibilità di rendere più equilibrate le persone, questo è il baluardo contro la disgregazione, contro i disturbi di personalità che creano poi tante nuove problematiche.”

“La famiglia non è una parola magica – ha quindi concluso il nostro Pastore - è un bene per la società nella misura in cui è una buona famiglia. In questo modo il consultorio familiare, che si cura sia dell’aspetto preventivo che di quello di accompagnamento terapeutico, ci dice che la famiglia deve star bene perché la società stia bene. Il consultorio non sia quindi solo un pronto soccorso per momenti problematici, ma sia uno strumento per la comunità cristiana con il quale accompagnare la famiglia, perché faccia quel bene per il quale è chiamata e per rispondere così alla sua vocazione.”

L’arcivescovo ha quindi benedetto il nuovo consultorio familiare, ha visitato la sede di RCS InBlu e si è fermato, infine, in preghiera nella “Tenda della Missione”, sempre in piazza Matteotti.

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Cernusco sul Naviglio, 28 ottobre 2017