TANTI I RICORDI IN ATTESA DELL’ULTIMO SALUTO A DON GIUSEPPE LOCATELLI

I Cernuschesi che l’hanno conosciuto non l’hanno di certo dimenticato. Tanti sono i ricordi e le testimonianze raccolte in questi giorni. Martedì 24 ottobre, a Lecco, la Messa esequiale.


Festa dell’oratorio 1961: da sinistra, don Giuseppe Locatelli, don Ercole Ronchi,
monsignor Giuseppe Schiavini e monsignor Claudio Guidali

Dopo la diffusione della notizia della morte di don Giuseppe Locatelli, vicario parrocchiale nella nostra città e responsabile dell’oratorio Sacer dal 1959 al 1972, tanti sono stati i ricordi e le testimonianze raccolte fra i Cernuschesi che l’hanno conosciuto. Il lungo tempo trascorso non ha cancellato la gratitudine dei giovani di allora e delle loro famiglie, degli adulti, verso questo sacerdote.

Riprendiamo da Voce Amica di luglio 1972 due testimonianze che riassumono un po’ tutti i sentimenti che in queste ore stanno vivendo molto nostri concittadini. La prima è del prevosto di allora, don Arcangelo Rossignoli, che ebbe don Giuseppe come suo collaboratore dal 1962 al 1972. La seconda è degli educatori e adolescenti del 1956 che scrissero una “lettera aperta” al loro “don” quando seppero del suo nuovo incarico pastorale a Magenta. 

“DON GIUSEPPE, SACERDOTE SECONDO LE ESI­GENZE DELLA SOCIETÀ MODERNA” - «Non c’è stato ente o associazione, ramo di attività od organizzazione che non si siano valsi della sua opera dinamica, della sua preparazione dot­trinale, del suo ardente spirito di zelo e di amore: la scuola, come inse­gnante di religione, l’Azione cattolica, le Acli, i maestri cattolici, le mis­sioni, le frazioni con i vari mesi di maggio, la Croce Bianca, le giornate di studio, ritiri, passeggiate, campeggio, oratorio maschile e femminile... Ma l’opera che ha conosciuto in don Giuseppe un sacerdote secondo le esi­genze della società moderna, che l’ha distinto e caratterizzato, che lo vide, in modo particolare, dina­mico, zelante, animatore di tutte le iniziative è la Sacer, oratorio maschile al quale fanno capo tut­ti i gruppi parrocchiali.»


«La complessa opera, chiamata ora "Centro sportivo Don Gnoc­chi”, con le sue moderne, indo­vinate realizzazioni: piscine, cam­pi da gioco, è diventata il centro educativo, culturale, sportivo del­la famiglia parrocchiale. Accanto ha voluto una sala lettura, perchè i giovani si abituassero alla ricerca, allo studio e una devota, semplice, cara cappellina, ove ri­trovarsi, specialmente alla sera, con i vari gruppi, nella comune pre­ghiera davanti al Cristo Eucaristico. E' questa la forza, è questa la ca­ratteristica fondamentale delle ope­re volute e dirette dal sacerdote: tutto deve portare a Gesù, per vivere, in pienezza, l’amore verso Dio e i fratelli. Le iniziative per raccogliere i fondi sono state molteplici, geniali, conti­nuate con tanta costanza, ogni anno sempre con rinnovato fervore: Babbo Natale, sottoscrizione mensile, pesche di beneficenza, buste nella chiesa, raccolta stracci carta e rottami, organizzata con vera tecnica, la grandiosa festa dell'Oratorio, che vedeva partecipare la stragrande maggioranza della famiglia parrocchiale... Animati dal suo zelo, ogni volta don Giuseppe trovava numerosi colla­boratori e collaboratrici, che, nel modo più disinteressato si affiancavano a lui con generosa dedizione. La parrocchia deve essere tanto riconoscente!»


«Oltre a questa multiforme, imponente attività, don Giuseppe è stato eletto, dai sacerdoti della nostra Diocesi, tre anni or sono, a far parte del Con­siglio presbiterale diocesano, che ha il compito di coadiuvare efficace­mente il vescovo nel governo della diocesi. Fece parte anche di alcune commissioni, per la rivelazione e lo studio dei problemi pastorali.» Senza dimenticare che «la sua casa ospitale, era sempre aperta a tutti indistintamente.»

“TESTIMONE DI UN’ECCEZIONALE ESPERIENZA UMANA, RELIGIOSA, EDUCATIVA” – Questo, invece, è il passaggio centrale della ‘lettera aperta’ scritta da un gruppo di adolescenti: «Lei è stato per noi qualche cosa di più di un prete: è stato per noi un amico, un vero amico! Qualcuno che ha saputo soffrire in silenzio per poter darci qualche cosa di vero, di autenti­co, qualche cosa che resterà impresso in noi per tutta la vita. La sua figura è stata una testimonian­za viva di una eccezionale esperienza umana, religiosa, educativa. Noi in cambio, molte volte, le abbia­mo dato sofferenze, talvolta le abbia­mo fatto passare intere notti di "inson­nia” per le nostre "stupidate”. Ricordiamo i vecchi tempi in cui tutti assieme, con lei a capo, pulivamo le aule, il cinema ed anche il ”cesso”. I bellissimi giorni vissuti nell’oratorio feriale estivo, gli indimenticabili giorni del campeggio, le lunghe ore passate in cappellina, talvolta controvoglia, per ringraziare quel Dio in cui crediamo. Forse non sempre l’abbiamo capita, ma a lungo andare ci rendavamo conto di quanto vere fossero le sue parole. Rammentiamo i dialoghi fatti nel suo studio, a quattr’occhi, e come lei riu­scisse in quei brevi momenti a ridarci la fiducia che avevamo forse perso a causa di una crisi interna. Ricordiamo con piacere anche le bel­lissime ''mangiate” fatte assieme. Le meravigliose gite che ci vedevano sem­pre più uniti. La ricorderemo sempre nella sua sem­plicità, nella sua durezza, nella sua lealtà e come un esempio pratico di ve­ra testimonianza cristiana.»

Il funerale di don Giuseppe Locatelli - morto sabato 21 ottobre, all’età di 86 anni - verrà celebrato martedì 24 ottobre, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta in Rancio, attigua alla canonica nella quale ha abitato negli ultimi anni. Sarà poi sepolto nel cimitero monumentale di via Parini a Lecco. La camera ardente è allestita, sempre a Rancio di Lecco, nel salone parrocchiale “Don Pietro Ceppi”, vicino alla canonica, con ingresso da via San Giovanni Bosco.

Per visualizzare altri articoli su don Giuseppe Locatelli, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 23 ottobre 2017