L’ARCIVESCOVO: “SIAMO TUTTI IN DEBITO DI RICONOSCENZA PER DON GIUSEPPE”

Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Rancio di Lecco – martedì 24 ottobre, alle ore 14,30 – è stata celebrata la Messa esequiale per don Giuseppe Locatelli. Il ricordo di don David


Funerale di don Giuseppe Locatelli a Rancio di Lecco
(Foto da www.lecconotizie.com)

A presiedere la celebrazione eucaristica per il commiato a dom Giuseppe Locatelli – morto lo scorso 21 ottobre, all’età di 86 anni - nella chiesa di Rancio, gremita di fedeli, c’era il cardinale Renato Corti, vescovo emerito di Novara e compagno di Messa di don Giuseppe, con lui hanno concelebrato monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, e una settantina di sacerdoti, tra loro don Luigi Caldera, don Angelo Viganò, don Renato Corbetta, don Enrico Bertazzoli, don David Maria Riboldi e don Tiziano Vimercati. Presente una folta delegazione di Cernuschesi e un gruppo di volontari della Croce Bianca Milano sezione di Cernusco, che annoverava don Giuseppe come socio fondatore.

Durante la celebrazione è stato letto il messaggio inviato dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, scritto di suo pugno: «Siamo tutti in debito di riconoscenza per monsignor Giuseppe Locatelli: ha vissuto il suo ministero con dedizione intelligente e appassionata e dove è stato ha lasciato una traccia profonda e durature amicizie. Con senso pratico e con piglio deciso ha saputo individuare le cose più importanti e dedicarsi a realizzarle, senza risparmiarsi. È stato un uomo di Dio e servo obbediente della Chiesa Ambrosiana. Ora la Chiesa lo ringrazia e Dio lo accoglie nella sua festa e lo rende felice. Preghiamo per lui e impariamo qualche cosa da lui. Per tutti un saluto e ogni benedizione.»


Funerale di don Giuseppe Locatelli a Rancio di Lecco
(Foto da www.lecconotizie.com)

Don Giuseppe non ha lasciato un testamento spirituale ma solo delle “memorie spirituali”, introdotte dal salmo 31: “Confido in Te Signore. Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni“. Nella prima pagina ci sono alcune disposizioni riguardanti il suo funerale. Così ha lasciato scritto: «desidero un funerale semplice. Chiedo che la celebrazione dell’Eucaristica sia accompagnata da canti pasquali, conosciuti dai fedeli, perché la morte di un cristiano è la sua Pasqua unita a quella di Cristo. Voglio che non vengano tenute in alcun modo commemorazioni di qualsiasi genere al termine della Messa o al cimitero.» Quindi esprime il desiderio di essere sepolto nel «cimitero monumentale di Lecco, accanto alle spoglie mortali dei miei cari.»

«Voglio esprimere tutta la mia gratitudine al Signore per il bene che mi ha voluto – prosegue don Giuseppe nelle sue “memorie spirituali” - e per il dono della chiamata all’ordine del presbiterato. Colgo l’occasione per ringraziare i parenti, gli amici, i confratelli preti e tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, in particolare quelle che mi sono state affidate dalla Provvidenza durante l’esercizio del mio ministero presbiterale. Certamente ritengo di aver ricevuto da tutti molto di più di quello che ho saputo dare. Anche di questo rendo grazie al Signore. Mi affido alla misericordia di Dio, alla intercessione di Maria, di san Giuseppe, di tutti i santi e delle vostre preghiere, perché sia reso degno di aver parte alla gloria di Cristo risorto, in Paradiso». Poi con una successiva aggiunta specifica: «nella bara desidero essere vestito solo di un camice di mia proprietà con la stola verde e calzare le scarpe ai piedi.»

Don David, responsabile dei tre oratori cittadini, presente al funerale di don Giuseppe, ci traccia un ricordo famigliare del suo predecessore. «Quando ero a Melzo, nel decanato lui era il ‘nonno’ e io il ‘piccolino’, essendo allora un prete novello. Lui mi teneva sempre il posto accanto a sé, dimostrandomi così un’attenzione singolare, molto paterna. Poi mi parlava sempre, sempre, della Sacer. Così quando io sono arrivato a Cernusco gli ho telefonato per dirglielo e lui fu molto contento.»

Per chiosare le parole dell’arcivescovo – don Giuseppe “ha vissuto il suo ministero con dedizione intelligente e appassionata” – don David aggiunge: il mio predecessore, «richiamandosi alle parole di Papa Francesco, è stato un ‘prete in uscita’: la Croce Bianca l’ha fatta per tutti e non per i cattolici; la piscina l’ha fatta per tutti e non solo per quelli che frequentano l’oratorio. Questa apertura penso sia un segno evidente di una Chiesa che non si preoccupa solo di se stessa, del numero degli iscritti al catechismo, ma di quanti fanno del proprio tempo un tempo al servizio degli altri.»

Un altro ricordo di don David è collegato alla presenza di don Giuseppe, lo scorso anno, al 50° del Centro sportivo don Gnoccchi: «ai collaboratori del Centro disse ‘ragazzi vi raccomando non fallite, perché se fallite voi fallisco anch’io’: generando in una frase un ponte intergenerazionale che è una bomba! Li ha fatti sentire parte di una storia. E i collaboratori attuali se la ricordano bene quella frase.»

Come suo desiderio, don Giuseppe riposa ora nel cimitero monumentale di Lecco accanto ai suoi cari. Il suo ricordo, siamo certi, continuerà a rimanere vivo in tutti coloro che lo hanno incontrato, accompagnato dalla gratitudine per il tanto bene da lui compiuto, a partire proprio da quei primi tredici anni (1959/1972) passati tra noi come assistente dell’oratorio Sacer.

Cernusco sul Naviglio, 25 ottobre 2017