DON DANILO: “LA BELLEZZA DELLA CHIESA LA SI COMPRENDE SOLO FACENDONE PARTE”

Don Danilo Dorini, che è stato assistente dell’oratorio Sacer dal 1991 al 1996, è ritornato tra noi domenica 18 ottobre per celebrare la Messa delle ore 17,30 in chiesa prepositurale.

Lasciato Cernusco e dopo un’esperienza come parroco a Cinisello Balsamo, da alcuni anni don Danilo è a Francoforte, in Germania, dove segue una comunità di italiani. In questi giorni si trova in Italia insieme a un gruppo di suoi parrocchiani per visitare alcuni luoghi della nostra penisola: da Sotto il Monte a Milano, da Morimondo a Vigevano, oltre all’Expo 2015. Chi l’ha conosciuto ne ha apprezzato lo stile sobrio e franco, la vivacità culturale, la capacità di tessere relazioni, ma soprattutto di saper incarnare il Vangelo nel quotidiano, nel concreto, nel vissuto di ogni giorno.

In una chiesa più affollata del solito, don Danilo, nella domenica in cui la nostra diocesi ha celebrato la Festa della dedicazione del Duomo di Milano, ha tenuto una lunga omelia, quasi venticinque minuti. Che però sono volati via, perché - nel suo stile inconfondibile, invitando i fedeli presenti ad un’ ideale visita del nostro Duomo – l’ha riempita di storia, di tante annotazioni, di alcuni aneddoti, di parecchi personaggi, in un percorso di fede e arte, con richiami all’attualità, con citazioni, non disdegnando il gusto del dettaglio.


Santuario di Santa Maria, Don Danilo (a destra) concelebra con padre Emilio (1993)

“Per comprendere la Chiesa bisogna entrare, farne parte, partecipare” - Riprendiamo solo due passaggi dell’omelia di don Danilo. Il primo, sul punto di partenza della visita. Per visitare il Duomo “si parte dall’esterno e precisamente dall’abside. Dove si notano delle grandi vetrate, ma per poterle ammirare bisogno entrare, perché dall’esterno non si comprende nulla.” Questo è ciò che vale non solo per una chiesa edificio ma anche per la Chiesa comunità e per ogni persona. “Per comprendere la bellezza della Chiesa bisogna entrare, farne parte, partecipare. Standone fuori non la si comprende. La Chiesa la si può anche criticare, ci mancherebbe, ma sempre dall’interno. Questo vale anche per le persone. Lo dobbiamo dire ai nostri giovani che altrimenti rischiano di prendere lucciole per lanterne.”

“La mia dignità di figlio di Dio non me la toglie nessuno” - Il secondo passaggio, sulla prima cosa da farsi quando si entra in una chiesa. “Entrando in chiesa la prima cosa che si fa è il segno di croce. Perché posso essere il più disgraziato dei disgraziati ma la mia dignità di figlio di Dio non me la toglie nessuno. Al limite me la posso giocare io. Rimango comunque figlio di Dio.” Per questo, la seconda cosa da fare, entrando in chiesa, “è quella di inginocchiarsi davanti a Dio, perché Dio si è inginocchiato davanti a me. ‘L’infinitamente piccolo che si inginocchia davanti all’infinitamente grande’.” Pensandoci bene, ha spiegato don Danilo, “cos’è il Natale se non Dio che si è inginocchiato per noi? E la Pasqua? Dio che si è inginocchiato per noi, ci ha redenti e ci ha dato una seconda possibilità?”. “La vita mi ha insegnato – ha aggiunto don Danilo - che chi si vanta di non essersi mai inginocchiato davanti a Dio è perché generalmente si è già inginocchiato davanti a qualcun altro o qualcosa d’altro.”

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La Banda de Cernusc e i Cernuschesi salutano don Danilo (primo da sinistra) sul sagrato della prepositurale dopo la Messa delle ore 17,30 di domenica 18 ottobre 2015

 

Al termine della Messa, in parecchi lo hanno salutato in sacrestia, ma per don Danilo c’è stata una sorpresa del tutto inaspettata, preparata da un suo caro e vulcanico amico, sul piazzale della prepositurale. Ad attenderlo c’era la Banda de Cernusco, che ha suonato l’inno tedesco e quello italiano, e un nutrito gruppo di cernuschesi ancora a salutarlo e ad accompagnarlo in Sacer per la cena. Nel frattempo, don Danilo è stato anche raggiunto dal gruppo dei suoi parrocchiani.

Cernusco sul Naviglio, 19 ottobre 2015