“LA MIA CASA SARÀ CHIAMATA CASA DI PREGHIERA”

Domenica 15 ottobre, Dedicazione del Duomo di Milano – “Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe”


Foto da www.agensir.it

Nell’economia generale del Vangelo di Matteo il brano di questa domenica (21,10-17) rappresenta una svolta importante: Gesù entra in Gerusalemme acclamato dalla folla e osteggiato dai potenti. L’ingresso di Gesù in Gerusalemme viene presentato come la realizzazione della profezia di Zaccaria (9,9) che aveva annunciato la venuta del Messia a cavallo di un asino: «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino».

«Tutta la città fu presa da agitazione e diceva: “Chi è costui?”». Da una parte sta «tutta la città», cioè l’istituzione e i poteri che contano; ci sono tutti: funzionari del tempio, i notabili, i farisei, i maestri della legge, i sadducei. Dall’altra parte sta la folla che rappresenta il popolo di Dio che riconosce il Messia e non lo rifiuta anche se si presenta in modo mite e umile. La «città», invece, si agita perché non accetta come Messia un re umile e mite, distante dal potere ma potente presso il popolo in parole ed opere. Tuttavia un Messia che cavalca un asino è in linea perfetta con la pedagogia di Dio che lungo tutta la storia di Israele ha innalzato gli umili e abbattuto i superbi.

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Cernusco sul Naviglio, 12 ottobre 2017