«SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?»

Domenica 23 luglio - Gesù «disse loro: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”». «Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».



Sarebbe un errore concentrarsi sulla frase iniziale del brano evangelico senza contestualizzarla. Gesù sta salendo a Gerusalemme e un tale lo ferma per porgli una questione teologica molto dibattuta a quei tempi: «Sono tanti o pochi quelli che si salvano?». Il suo interlocutore voleva sapere da Gesù a quale scuola teologica apparteneva: quella più rigorista («pochi si salvano») o quella più aperta («la salvezza è aperta a tutti»). Gesù elude la domanda e ne approfitta per parlare del significato della sua missione a Gerusalemme.

«Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». La risposta di Gesù ha di mira coloro che si ritengono i “primi”, cioè le persone pie e religiose che stanno a Gerusalemme e che non lo accoglieranno come Messia: i primi nella Legge saranno gli ultimi nel Vangelo della grazia. Gesù stesso si presenta come “ultimo”, cioè un Messia che rifiuta le insegne del potere e si presenterà a Gerusalemme cavalcando un asino. Gesù, Messia povero, mite e umile, è la «porta stretta»; il mistero dell’incarnazione e della croce sono fuori da ogni logica “religiosa”, e per entrare nel regno di Dio è necessario passare attraverso lo scandalo e l’obbrobrio della croce.

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Cernusco sul Naviglio, 20 luglio 2017