FESTA DI SAN GIUSEPPE LAVORATORE: UN INIZIO ALL’INSEGNA DELLA “TENEREZZA” DI GIUSEPPE

La festa patronale di San Giuseppe Lavoratore è iniziata, venerdì 5 maggio, con una serata di “preghiera, poesia, musica e canti” in onore del santo patrono.


La statua del santo patrono

L’inizio, l’annuncio, in sogno, dell’Angelo a Giuseppe, nel quale lo incoraggia a prendere con sé Maria come sua sposa e la meditazione sulla loro unione sponsale e sulla nostra. Poi, in riferimento all’istituzione della festa di San Giuseppe, una riflessione su quello che diversi papi hanno detto, dedicando encicliche e riflessioni al tema del lavoro, problema assai gravoso anche oggi.

Si è poi passati alle tradizioni legate a San Giuseppe in Lombardia, Veneto, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia con la lettura di poesie nei rispettivi dialetti. A legare insieme i diversi passaggi la bellezza e la tenerezza espresse nei canti, da “Tienimi con te” a tutti gli altri, eseguiti dai nostri due cori parrocchiali, riuniti per l’occasione.


Un momento della serata in onore del santo patrono

Per concludere con l’esortazione apostolica di San Giovanni Paolo II nella quale viene richiamata l’autenticità della paternità di Giuseppe: “Giuseppe è il padre: la sua paternità non è ‘apparente’ o soltanto ‘sostitutiva’, ma possiede in pieno l’autenticità della paternità umana, della missione paterna nella famiglia”. Infine le “Beatitudini del papà”, la preghiera di San Giuseppe a Maria, sua sposa, l’intervento di don Enrico e le care note dell’inno “Uomo giusto” hanno suggellato l’intensa e gioiosa serata.

Carla Bonato