SOVVENIRE, «UNA FIRMA, MIGLIAIA DI OPERE»
Domenica 14 maggio, Giornata nazionale per la promozione del sostegno alla Chiesa. La ripartizione dei fondi in Diocesi. Nulla può essere dato per scontato. Una scelta di corresponsabilità.
«Una firma, migliaia di opere» è il titolo della Giornata di promozione nazionale che si celebra domenica 14 maggio. La lista delle spese copre i temi più vari e le geografie più vaste. Lo confermano – scrive Massimo Pavanello, incaricato diocesano di Sovvenire sul sito web della nostra diocesi - anche gli spot pubblicitari che passano in queste settimane sugli schermi tv.
La diocesi di Milano ha distribuito i fondi 2016, derivanti dall’8x1000, così: 6.807.509,49 per interventi caritativi; 7.305.974,13 per culto e pastorale. Già i macro numeri evidenziano come la ripartizione sia equamente divisa tra i settori che hanno titolo per ricevere (cfr i dettagli su www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa). La distinta fa emergere, inoltre, come diverse voci attribuite alla pastorale siano in realtà indirettamente di pertinenza caritativa.
Dal gettito nazionale sono tornati al territorio, poi, 20 milioni per l'integrazione dello stipendio dei preti ambrosiani, cioè il 45% del fabbisogno. La restante quota è stata attinta dalla gestione dell'Idsc, dalle parrocchie, dalle pensioni... La stessa fonte nazionale ha contribuito parzialmente per interventi specifici della voce “beni culturali”.
Negli ultimi anni sono state circa il 46% le firme del totale dei dichiaranti, il 37% delle quali riferite alla Chiesa cattolica. A questa, nella ripartizione generale, tocca l'80,9% del gettito complessivo. Si è registrato un calo delle sottoscrizioni, le cui case – spiega Massimo Pavanello - sono strutturali e motivazionali. Da diverso tempo, per esempio, non c'è più obbligo - per alcune categorie - di presentare la dichiarazione dei redditi. Hanno fatto la loro parte, inoltre, gli scandali che hanno coinvolto membri del clero. E c'è pure un risvolto inedito di un fenomeno più datato: la contestazione di influencers attraverso la non firma dell'8x1000. Protestano così contro il cosiddetto “Nuovo corso” della Chiesa. Proprio come quanti opinavano, al contrario, per il cosiddetto “Vecchio corso”.
Nulla può essere dato per scontato. C'è bisogno di rimotivare lo strumento – sostiene l’incaricato diocesano di Sovvenire - che, in verità, sembra ancora quello più improntato a giustizia. Ricordando, solo per accenno, che lo Stato ricava - dalla Chiesa e dagli enti ecclesiastici - dieci volte quello che investe tramite l’8x1000. È la corresponsabilità, quindi, che va irrobustita e sollecitata. Al di là degli strumenti che appartengono alla caducità della storia.
Cernusco sul Naviglio, 8 maggio 2017