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TRE PRIORITÀ E UNA “MISSIONE” PER LA NOSTRA COMUNITÀ PASTORALE, “BENEDETTA DAL SIGNORE IN TANTI MODI E OCCASIONI”

L’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ha consegnato alla nostra comunità pastorale, per il tramite del suo vicario generale, monsignor Mario Delpini, a conclusione della visita pastorale, tre priorità da seguire: la centralità dell’Eucaristia, il senso della vita come vocazione, la responsabilità di tradurre la fede in una cultura e in una visone del mondo. E ha fatto proprio il “passo da compiere” indicato dal nostro consiglio pastorale: una Missione cittadina nel prossimo ottobre.


Il vicario generale della nostra diocesi, monsignor Mario Delpini
(foto: G. Melzi)

L’inizio del mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria, quest’anno è stato caratterizzato dalla conclusione della visita pastorale, avviata nel nostro decanato nello scorso dicembre dall’arcivescovo Scola. Il maltempo non ha purtroppo consentito lo svolgersi della processione con il simulacro della Madonna Addolorata, che sarà quindi riportato in santuario in forma privata. Pertanto, la celebrazione prevista per lunedì 1 maggio, alle ore 21, si è svolta tutta in chiesa prepositurale. Dopo la recita del rosario, un componente del consiglio pastorale ha comunicato al vicario generale il “passo da compiere” a conclusione della visita pastorale: “l’impegno per una Missione cittadina, che si svolgerà nel prossimo ottobre, con l’aiuto dei Padri di Nazaret”. Ha preso quindi la parola il responsabile dell’Opera Famiglia di Nazaret, a cui appartengono i padri che animeranno la Missione, per manifestare la sua “disponibilità per questa impresa”, affidandosi “alla preghiera di tutti voi, di sua eccellenza” e impegnandosi a viverla “nell’intima, profonda e intensa comunione con la vostra comunità.”

“La conclusione della visita pastorale - ha esordito il vicario generale - consiste in qualche priorità che l’arcivescovo mi incarica di presentare questa sera, come punto di riferimento per questa comunità benedetta dal Signore in tanti modi e in tante occasioni.” Priorità, ha poi specificato, significa “cercare di modificare tutto quello che si fa in modo che si raggiungano degli obiettivi.” Delpini ha poi espresso la sua ammirazione per le nostre parrocchie: “la comunità di Cernusco è famosa per l’esuberanza delle iniziative, per la ricchezza delle strutture e delle proposte. Voglio dirvi l’apprezzamento che voi godete nella nostra diocesi. E insieme voglio indicarvi delle priorità, che diventano criterio di discernimento per tutto quello che fate.” Aggiungendo subito dopo che “sono tre priorità che l’arcivescovo raccomanda a tutte le comunità della diocesi, perché la Chiesa locale è l’intera diocesi e anche la comunità pastorale di Cernsuco fa parte di questo cammino diocesano.”


Il superiore generale dell’Opera Famiglia di Nazaret
(foto: G. Melzi)

La prima priorità pastorale: “la comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore”. “Si potrebbe dire – ha spiegato il vescovo Delpini - che la comunità che nasce dall’Eucaristia e che vive un clima di preghiera, vive fiduciosa nella persuasione che senza il Signore non può fare nulla.” Ha richiamato, quindi, “la centralità della celebrazione eucaristica” nella vita delle nostre parrocchie, perché “la comunità cristiana nasce dall’Eucaristia”, con l’indicazione pastorale “di dare alla celebrazione eucaristica, in particolare a quella domenicale, un giusto rilevo” e “sia ben celebrata, perché si capisca che la comunità vive di questo mistero.” Delpini ha anche ammonito: “la ricchezza delle vostre tradizioni non produce nulla se non è il Signore che tocca i cuori, che fa nascere in ciascuno il desiderio di seguirlo.” Poi ha indicato “almeno due segni obbligatori” che dovrebbero far capire che “quando i cristiani che hanno partecipato all’Eucaristia escono di chiesa” sono “stati rigenerati dal mistero che hanno celebrato”: il primo segno “è essere pieni di gioia, perché abbiamo incontrato il Signore, abbiamo ricevuto una parola di speranza, abbiamo ricevuto la sua vita”; l’altro segno “è la carità unita nell’amore che l’Eucaristia realizza”, così da renderci “un cuor solo e un’anima sola”.


Monsignor Mario Delpini
(foto: G. Melzi)

La seconda priorità pastorale:la comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia, è una vocazione, è una missione”. L’arcivescovo desidera che ogni comunità – come ha spiegato Delpini – “sia capace di consegnare, in particolare ai giovani, un’indicazione sul significato della vita”. Chiede che tutti coloro che hanno responsabilità educativa - genitori, adulti, catechisti, educatori, preti … - convergano nel dire “la tua vita è una grazia, è una vocazione, è una missione”, così che “nessuno deve vivere a caso o dica ‘io non sono importante per nessuno’. No, il Signore ti stima, la comunità cristiana conta su di te, perché tu sei vivo per grazia e hai una vocazione da realizzare”. Quindi, il vicario generale ha sintetizzato questo impegno così: “la pastorale giovanile è pastorale vocazionale”, aggiungendo che “non facciamo gli oratori e tante iniziative per i giovani tanto per tenerli vicini, come se la giovinezza fosse un parcheggio in attesa di capire da che parte andare. No, facciamo tante cose per i giovani perché ciascuno trovi, vivi e realizzi la sua vocazione.” L’invito per tutti gli educatori è, pertanto, quello di “consegnare ai giovani la certezza che la vita ha un significato”.


Monsignor Mario Delpini spiega ai fedeli presenti “le tre priorità”
(foto: G. Melzi)

La terza priorità pastorale: “la comunità dei discepoli del Signore è presente nel contesto in cui vive come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta.” Quest’ultima indicazione – ha commentato il vescovo – ci dice che “i discepoli che hanno condiviso la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi cultura, cioè un modo di intendere la vita, le scelte quotidiane e tutto ciò che è ordinario”, perché “tutto può essere ispirato dalla fede.” Con la sottolineatura che “i cristiani sono presenti in questa città come il lievito che fa fermentare tutta la pasta, cioè hanno qualcosa da dire sulla vita di tutti i giorni, sul modo in cui si organizza il lavoro, si gestisce la città, si vivono i rapporti personali. Hanno qualcosa da dire e hanno gli argomenti per sostenere la loro lettura e interpretazione della vita.” L’impegno dei cristiani nelle città in cui vivono e lavorano, nella società del nostro tempo, deve essere accompagnato dalla consapevolezza che “la fede diventa cultura, capacità di interpretazione delle cose e di confrontarsi con le altre interpretazioni del mondo. Interpretazioni legittime, ma che devono tutte essere interrogate dai cristiani per giungere a una possibile costruzione del bene comune.”

Nella lettera che il vicario generale ha consegnato alla nostra comunità pastorale, oltre alle tre priorità richiamate, l’arcivescovo assume anche il “passo da compiere”, proposto dal nostro consiglio parrocchiale e “indicato nella Missione popolare”, che Delpini ha definito: “una predicazione straordinaria, una proposta di evangelizzazione speciale che verrà attuata nel prossimo ottobre”, invitando a “orientarsi a questo momento, così che diventi occasione di conversione e di rinnovo nella vita spirituale della comunità”.

Tre priorità pastorali e un “passo da compiere” destinati a segnare il cammino della nostra Comunità pastorale per i prossimi mesi e anni. Impegni che – come ha ricordato il vicario generale – non devono essere rinchiusi in archivio, ma ripresi e attualizzati continuamente, in modo che il cammino delle nostre parrocchie cittadine sia in sintonia con quello della Chiesa Ambrosiana.

Cernusco sul Naviglio, 2 maggio 2017