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DON LUCIANO, FEBBRAIO: Oggi, dopo 100 anni, la Madonna ci parla ancora   

Don Luciano, gennaio. La fede in Dio torni ad essere centrale nella nostra vita   

Venerdì 19 Aprile

LE RAGAZZE E I RAGAZZI DAI MILLE LUCCHETTI, PER “UN AMORE GIGANTE”

In Quaresima quasi mille ragazzi e ragazze hanno agganciato il proprio lucchetto, con le loro iniziali, ad una grande croce di oltre due metri di altezza. C’è chi adesso la chiave la custodisce nel proprio portafoglio, chi la tiene in un posto segreto della sua cameretta o in qualche altro luogo speciale, “segno dell’amore al quale ci siamo agganciati e al quale vogliamo rimanere agganciati”. “Da un amore gigante così – hanno cantato - io resto appeso e non scendo. Io non scendo …”


La Via Crucis lungo l’alzaia del Naviglio

Foto pagina iniziale: in Santuario, la grande croce con i mille lucchetti

L’ultima Via Crucis cittadina, venerdì 7 aprile, si è snodata lungo l’alzaia del naviglio, dal punto di attracco delle canoe al Santuario di Santa Maria, in un suggestivo percorso guidato dalle voci e dai canti dei ragazzi, adolescenti e giovani degli oratori cittadini. In ognuna delle quattordici stazioni, un tabellone scritto e disegnato dalle ragazze e ragazzi di seconda e terza media illustrava il brano di Vangelo che vi era richiamato, aggiungendovi un breve commento e alcune invocazioni. Poche ma incisive parole, con la genuinità e, perché no?, la spregiudicatezza che solo loro posseggono e sanno esprimere.

Un cammino in alcuni tratti del tutto silenzioso e quindi ancora più intenso, perché fatto “pensando a qualcuno che sta soffrendo, nel corpo o nello spirito, che vorremmo questa sera qui accanto a noi, mentre invece è altrove”. Che bella questa capacità di guardare oltre noi stessi, di uscire dai nostri ristretti confini, per incontrare e abbracciare gli altri.

Al santuario, con la chiesa gremita e in tanti rimasti all’esterno, sul sagrato, il senso della serata è stato scandito dal canto “Io non ritorno indietro”, che ha accompagnato, in questa Quaresima, i ritiri delle diverse classi di catechismo: “Da un amore grande così io non ritorno indietro. Ha senso solo così. Perdonando proprio tutto. Ha senso solo così. Amando fino in fondo. Ha senso solo così. Anche quando hai tutti contro. Ha senso solo così. E ora io lo difendo. Io Non Ritorno Indietro. Io Non Ritorno Indietro. Da un Amore gigante così io non posso tornare indietro. Io Non Ritorno Indietro. Io no che Non Ritorno Indietro. Da un Amore gigante così io resto appesa e non scendo. Io non scendo …”

«I.N.R.I - Su queste iniziali ho scritto: ‘Io non ritorno indietro’. Questa canzone – ha raccontato Debora Vezzani (cliccare qui) – è la mia dichiarazione di amore a Gesù, esprime il mio desiderio di abbracciare il suo stile, il suo messaggio. Io non ritorno indietro è la sua frase, è stato il suo modo di vivere. Gesù sapeva che l’avrebbero ammazzato, ma non è tornato indietro. Sapeva che l’avrebbero tradito, ma non è tornato indietro. Conosceva tutti i mali, di tutti gli uomini, di tutti i tempi, ma non è tornato indietro. Conosceva tutte le offese che gli avrebbero fatto, ma non è tornato indietro. È andato fino in fondo, fino alla croce, ci è andato davvero con tutte e due le mani, e tutti e due i piedi, e non uno su e uno giù ...si è fatto squarciare il cuore e non è tornato indietro da un amore cosi grande…»


La Via Crucis lungo l’alzaia del Naviglio

«Il naviglio avrà tante storie da raccontare – ha esordito don David, responsabile dei tre oratori

cittadini, nella riflessione al termine della Via Crucis - e tra le tante storie e personaggi più o meno simpatici che viaggiano lungo il suo corso, personaggi che corrono, passeggiano, vanno in bici, portano il cane … il naviglio avrà anche da raccontare di questa nostra serata, mite nel clima ma calda nel cuore. Una serata durante la quale il naviglio ci ha fatto compagnia.»

«Lasciamo che cadano dentro il naviglio tutte le nostre preghiere - ha proseguito don David - e che siano accompagnate verso il Signore. Lasciamo che ancora una volta ci accompagni lui, il Signore Gesù. Al suo amore noi ci siamo agganciati, “lucchettati”, e non vogliamo più andarcene. Non c’è un posto migliore, non c’è un amore più grande di questo, più bello e più forte. È per questo che a un amore così noi abbiamo messo il nostro lucchetto.»

Ieri durante le confessioni - ha poi raccontato il vicario - una bambina è arrivata con una collanina con appesa la chiave di un lucchetto, che qualche giorno prima aveva chiuso, riportandovi sopra le sue iniziali, su una grande croce. La chiave si posava sul suo cuoricino. Don David le ha chiesto: “Perché la porti al collo?” La bambina le ha risposto: “Perché in qualche momento che ho paura o che sono un po’ giù la stringo forte, forte, così sento che sono agganciata a Gesù”. “Proprio bello davvero!”, ha commentato don David, commosso e sorpreso dai tanti gesti d’amore a cui ha assistito. I nostri ragazzi sono ancora capaci di sorprenderci, mentre noi adulti stentiamo a stupirci per gesti semplici e innocenti.

Cernusco sul Naviglio, 10 aprile 2017.