Giovedì 28 Marzo

PELLEGRINO A PIEDI DA PAPA FRANCESCO

«Cosa ci ha detto Papa Francesco? L’incontro di Dio con il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo. Evocare la Memoria, come antidoto alla nostra disposizione di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento. L’appartenenza al Popolo di Dio chiama a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività. La possibilità dell’impossibile: “Nulla è impossibile a Dio”»

Perché sono andato da Papa Francesco? Non sono tra coloro che amano gli eventi affollati, di solito li evito e anche questa volta (non sono certo stato tra i primi a iscrivermi) stavo pensando di gustarmelo in TV. Ma c’è stata una parola che ha cambiato il mio modo di vedere le cose: “Si tratta di un grande dono, espressione dell’affetto che il Santo Padre nutre per la nostra gente”. Quella parola, dono, ha cambiato il mio modo di vedere le cose: come rispondo a un dono gratuito? A volte occorre l’umiltà di accoglierlo e ringraziare, senza poter dare nulla in cambio se non la disponibilità a riceverlo. Nel cammino ci siamo disposti come pellegrini partendo con un a preghiera nella nostra chiesa prepositurale, fermandoci per una preghiera a Brugherio, sostando davanti al quadro dell'Annunciazione (icona poi della Messa) nella chiesa delle Grazie prima di entrare nel parco. E tra le tante parole scambiate, c'è stato il tempo per un Rosario sia all'andata che al ritorno.

Perché ci sono andato a piedi? Innanzitutto perché la distanza lo permette, sono solo una dozzina di chilometri. Ma le soluzioni possibili erano diverse. Ho pensato di andarci da pellegrino, come sul cammino di Santiago percorso in parte non molti anni fa. Lo spirito del pellegrino permette di lasciarsi plasmare dal cammino, svuotarsi dei pensieri del quotidiano, stabilire relazione con chi ti cammina di fianco, avvicinarsi passo dopo passo gustando la meta. Camminare è un modo di svuotarsi di ciò che non è essenziale, a cominciare dall’equipaggiamento. Camminare è anche una metafora del modo di stare, nella vita e nella Chiesa. Mettermi in cammino partendo dalla mia chiesa parrocchiale, locale, per incontrare tanti altri fratelli nella fede, ha anche il significato simbolico di uscire e camminare verso una diversa dimensione ecclesiale.

Chi ho incontrato a Monza? Il Santo Padre, in primis, il successore di Pietro, venuto come vescovo di Roma, cioè come colui che “presiede alla carità” di tutte le Chiese, per rinnovare i legami che ci uniscono alla Chiesa tutta e confermarci nella fede come figli e fratelli. Ma coloro che sono confermati nella fede come figli e fratelli sono un popolo nuovo che il Risorto, con la potenza dello Spirito, manda nel modo ad annunciare a tutti la gioia del Vangelo (EG 1) Eccomi dunque al parco, parte di quel “popolo numeroso” che appartiene al Signore e che celebra nell'incontro con papa Francesco la gioia del Vangelo. E tra i tanti, qui e la, spuntano anche i foulard arancione dei molti cernuschesi presenti!

Cosa ci ha detto Papa Francesco? Il testo dell'omelia lo trovate online, io mi sono appuntato alcuni passaggi. La quotidianità: “il nuovo Tempio di Dio, il nuovo incontro di Dio con il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia. ... la gioia della salvezza ha inizio nella vita quotidiana …” Le chiavi che l’Angelo ci offre per aiutarci ad accettare la missione che ci viene affidata. Evocare la Memoria, come antidoto alla nostra disposizione di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento. L’appartenenza al Popolo di Dio, un popolo formato da mille volti, storie e provenienze, un popolo multiculturale e multietnico ... un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività e a celebrare la novità che proviene dagli altri; … un popolo che non ha paura di dare accoglienza a chi ne ha bisogno perché sa che lì è presente il suo Signore. La possibilità dell’impossibile: «Nulla è impossibile a Dio» … quando ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare, quando ci apriamo alla grazia, sembra che l’impossibile incominci a diventare realtà.

Cosa ho portato a casa da questo incontro? Ci vorrà tempo per dare ordine a tute le immagini e le sensazioni di una giornata così. La prima sensazione è stata ben esplicitata dal nostro Cardinale nel suo ringraziamento a papa Francesco a chiusura della celebrazione, quando citando Sant’Ambrogio ha detto che “dove è Pietro, lì è la Chiesa”. La seconda, forse scontata, è quella sollecitata dal canto finale della celebrazione (Il tuo popolo in cammino) abbinata all'immagine della moltitudine di fedeli che dal Parco di Monza e dall'incontro con papa Francesco ripartivano in ogni direzione. Non senza accogliere in questo la sfida di papa Francesco che ci invita ad uno stile sinodale di Chiesa, in cui si impara a camminare insieme.

La clemenza del tempo ci ha poi permesso di vivere una splendida giornata di sole e di rientrare a casa proprio mentre le primo gocce di pioggia cominciavano a cadere: anche questa una piccola grazia!

Giancarlo Melzi
(testo e foto)

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Cernusco sul Naviglio, 26 marzo 2017