Venerdì 29 Marzo

IL SUPERMERCATO SEMPRE APERTO

Da alcuni giorni, anche nella nostra città, c’è un supermercato aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È quello di via Vespucci. “Il bluff di un mo­dello di economia fondato sui consumi”


Il supermercato di via Vespucci

L’apertura continuata è stata motivata, in altri casi precedenti, da Carrefour express, insegna che contraddistingue il supermercato di via Vespucci, con l’esigenza di soddisfare le diverse esigenze dei clienti e di tutti quei lavoratori i cui orari sono poco compatibili con quelli ordinari di apertura delle attività commerciali. Clienti che, per esempio, lavorano di notte e che troverebbero utile poter fare acquisti a tutte le ore, famiglie che non fanno più la spesa settimanale nel weekend e che desidererebbero orari più flessibili. A fine ottobre dello scorso anno i supermercati Carrefour express con orario continuato erano già 175.

L’orario ininterrotto di apertura si applica generalmente, come nel caso della nostra città, a quella che tecnicamente si definisce una “superette”, ossia un negozio di superficie media che offre un assortimento attraente per la clientela e, allo stesso tempo, può essere gestito da personale ridotto. In genere, uno o due cassieri, una guardia giurata e un addetto al rifornimento degli scaffali, che prepara anche il negozio per il giorno dopo.

I dati sulle vendite dei supermercati della citata catena di distribuzione coinvolti in questa sperimentazione – secondo quanto pubblicato da alcuni giornali e siti internet – segnerebbero un incremento del fatturato tra il 9% e il 12% a Milano e anche del 15%-16% in alcuni negozi in periferia.

In questi tempi di crisi - ha osservato l’economista Luigino Bruni – la maggioranza degli italiani «ritiene che nella pro­pria famiglia il desiderio di consumare è meno inten­so rispetto a qualche anno fa. E, cosa molto importan­te, lo pensa indipendentemente dalla diminuzione del proprio reddito. È come se ci stessimo accorgendo del bluff di un mo­dello di economia fondato sui consumi. È dav­vero bizzarro, se non offensivo, pensare che in questi tempi di seria diminuzione del reddito reale delle fa­miglie qualcuno possa pensare che una strada di ri­lancio dell’economia possa essere quella di tenere aperti i negozi 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.»

«Il consumismo sostenuto dai debiti, va ricordato è la malattia della crisi: come può diventarne ora la cura?» si è chiesto Bruni, che poi ha così risposto: «Certo, c’è bisogno di più crescita economica, ma c’è bisogno soprattutto che la gente ritrovi l’entusiasmo delle relazioni, si rimetta assieme in modo creativo per generare posti di lavoro, e non di gente che passa le se­rate e i weekend nei centri commerciali a sognare, fru­strati e con sempre meno soldi in tasca, stili di vita tri­sti e irreali. Dovremmo ricordare di tanto in tanto che una economia non regge a lungo se trascu­ra i settori primario (agricoltura) e secondario (produ­zione), e punta troppo sul terziario (commercio e ser­vizi).” Ed ecco la conclusione dell’economista: “Le relazioni familiari e comunitarie non reggono se non sono sostenute da relazioni lavo­rative serie, che generano reddito e riducono l’incer­tezza della gente, risorse queste che poi alimentano tutte le altre relazioni della vita.”

Cernusco sul Naviglio, 31 marzo 2017