IN LOMBARDIA, INTRODOTTO IL “FATTORE FAMIGLIA”

Il Consiglio regionale lombardo ha dato il via libera all’introduzione del “Fattore famiglia”, correttore del cal­colo Isee, ideato e fortemente voluto dal “Fo­rum nazionale delle associazioni fa­miliari”.

Foto archivio SIR

Il Fattore famiglia introduce un principio di adeguamento dell’in­dicatore del reddito sulla base del numero dei figli a carico e di altre pe­santi voci del bilancio familiare. Nella sostanza, è una formula, un 'algoritmo', che modifica i criteri con cui si valuta la situazione reddituale quando è necessaria l’attestazione Isee per beneficiare di determinati servizi o di specifiche agevolazioni.

Per il Fattore famiglia la Regione stanzierà 1,5 milioni nel 2017 e altri 6 nei due anni successivi. Ma i co­sti non saranno co­perti da risorse aggiuntive. Il nuovo indicatore reddituale allarga le fat­tispecie previste dall’Isee amplian­do la fascia delle famiglie che po­tranno usufruirne. La misura ri­guarda, per ora, le spese per la do­te scuola, i progetti di inserimento lavorativo, i contratti di locazione a canone concordato e il trasporto pubblico locale. Le agevolazioni concesse terranno conto di nuovi fattori finora esclusi dal calcolo Isee quali il numero dei figli (anche do­po il terzo), la presenza di disabili in famiglia, di donne in gravidanza e di anziani a carico. Il testo è passato grazie ai voti della maggioranza. Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Patto Civico hanno votato contro, mentre si so­no astenuti i consiglieri del PD.

«Si tratta di una grande vittoria – ha rivendicato Gigi De Palo, presidente del Fo­rum nazionale delle associazioni fa­miliari, interpellato da Avvenire - un lavoro partito sei anni fa che ora comincia a dare i suoi frutti. Dietro questo tra­guardo c’è il senso della nascita del Forum e speriamo rappresenti un apripista anche per il parlamento». Più importante delle singole misu­re è il principio alla base del prov­vedimento che riconosce il ruolo sociale della famiglia nella società: «Lottiamo per questo da dieci anni. Avevamo già avviato delle iniziative simili in decine di Comuni. Ma il fat­to che sia introdotto in una regione così importante segna un cambio di passo». Un salto culturale che in­dividua nei nuclei numerosi una ri­sorsa piuttosto che una spesa. Questo provvedimento rappresenta più l’inizio di un cammino che il suo approdo.

«Il Fattore lombardo è soprattutto un test, un banco di prova. Si parte applicandolo a determinati ambiti – ha commentato Avvenire - ma presto potrà essere esteso a tutto il welfare. E niente vieta ai Comuni di farsi consegnare la 'formula' che corregge l’Isee per applicarla ai propri servizi. In Italia c’è già chi lo fa, un centinaio di realtà locali riunite nella rete dei Comuni amici della famiglia, vera e propria frontiera sul territorio che tenta di contrastare la disgregazione sociale e la crisi demografica guardando alla famiglia come risorsa sulla quale investire e nella quale credere.»

«Non è un passaggio di poco conto – prosegue nel suo commento Avvenire - è una prospettiva che col tempo può cambiare il volto di un Paese e la sua carica di futuro. Il record negativo di nascite che si ripropone ogni anno in Italia racconta la storia di nuclei sempre più in difficoltà e di giovani che faticano a diventare genitori a causa di un contesto economico non facile e soprattutto di una cultura che per troppo tempo ha relegato la famiglia ai margini. Oggi ne stiamo pagando interamente il conto, in termini economici e valoriali. È per questo che, pur con tutti i limiti dello strumento, si deve guardare con favore a provvedimenti come quello approvato in Lombardia, augurandosi che non resti un caso isolato.»

C&A

Cernusco sul Naviglio, 20 marzo 2017