GESÙ, NOSTRO RE, HA DATO LA SUA VITA PER NOI

Domenica 6 novembre - «“Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna.»


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Per il rito ambrosiano siamo all’ultima domenica dell’anno liturgico. È chiara, perciò, l’intenzione del brano del Vangelo di questa domenica (Matteo 25,31-46): da una parte viene presentata la regalità universale di Cristo Signore e, dall’altra, le modalità del giudizio ultimo. Entrambe queste verità meritano un approfondimento adeguato.


«Il Figlio dell’uomo siederà sul trono della sua gloria». Davanti al trono del Signore Gesù si raduneranno tutti i popoli della terra. Ma noi sappiamo che il trono da cui regna il Signore Gesù è la croce; questo significa che la regalità del Signore si esprime, già da ora, come misericordia. Il termine «re» in questo caso non indica il potere, ma il servizio di chi fa dono della propria vita. Il nostro re ha dato la sua vita per noi: per questo non ci domina ma ci ama. È in questa prospettiva che va pensato anche il giudizio ultimo: io sarò davanti a un giudice che ha dato la sua vita per me. Il nostro giudice perdona sempre e il suo sacrificio ci redime, cioè ci restituisce la dignità e la felicità perdute.

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Cernusco sul Naviglio, 3 novembre 2016