Venerdì 29 Marzo

“SOLO GESÙ CONOSCE I SEGRETI DEL CUORE DI OGNI UOMO”

Domenica 23 ottobre – “Questo è il compito della Chiesa: andare verso tutti per avvicinare tutti a Gesù”, “accompagnando ciascuno con l’annuncio della Parola, perché questa Parola diventi vita”

Dopo aver celebrato, domenica scorsa, la festa della Dedicazione del Duomo di Milano, Chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani, in queste ultime domeniche dell’anno liturgico siamo invitati a contemplare il mistero della Chiesa e, soprattutto, la sua missione di annunciare il Regno di Dio al mondo, perché tutte le genti possano partecipare alla salvezza e si compia così il disegno di Dio nei riguardi dell’umanità intera. Ecco perché la liturgia ambrosiana, nella prima domenica dopo la Dedicazione, porta alla nostra attenzione “il mandato missionario”, attraverso le pagine della Scrittura che abbiamo proclamato.

Nella pagina evangelica di questa domenica, Gesù risorto invia nel mondo coloro che si era scelto. Ogni espressione contenuta in questo breve racconto andrebbe sottolineata e meditata a lungo. Gesù è, anzitutto, consapevole della propria identità, quella che ha ricevuto dal Padre: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”. Solo lui conosce i segreti del cuore di ogni uomo e in nessun altro possiamo trovare salvezza. Proprio questo Gesù trasmette ai suoi – che sono ancora dubbiosi e feriti (il testo parla degli “undici” e dice con molta chiarezza che “essi dubitarono”) – il suo stesso potere, inviandoli in missione.

“Andate – dunque l’invito è a non rimanere fermi, a non essere una Chiesa ripiegata su se stessa – e fate discepoli tutti i popoli”. Nessuno deve essere escluso dalla possibilità di incontrare il Signore e di essere raggiunto da lui, e questo è proprio il compito della Chiesa: andare verso tutti per avvicinare tutti a Gesù. E i discepoli di ogni tempo – ancora dubbiosi e feriti – possono fare questo solo mettendo in pratica il comando di Gesù: immergendo la vita degli uomini in quella di Dio (“battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo”; solo così, infatti, si diventa cristiani: non per nascita, ma per grazia) e accompagnando ciascuno con l’annuncio della Parola (“insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”), perché questa parola diventi vita. E Gesù risorto lascia anche una promessa: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Non c’è un solo giorno nella storia dell’umanità in cui il Risorto abbia abbandonato la sua Chiesa, la comunità dei suoi discepoli. Soltanto questa è la garanzia di ogni azione missionaria. La Chiesa delle origini lo aveva capito subito. Per questo le altre due letture di questa domenica ci hanno detto della comunità di Antiochia, dove i discepoli per la prima volta furono chiamati “cristiani”, e dell’esperienza di Paolo, l’apostolo missionario per eccellenza.

La comunità di Antiochia è una Chiesa nata proprio dalla dispersione dei cristiani di Gerusalemme, perseguitati a causa del vangelo, che a sua volta diventa missionaria, dopo aver raccolto in se stessa molte diversità: ebrei e pagani, profeti e maestri, uomini capaci di consolazione, come Barnaba, e pieni di zelo, come Paolo. Questa Chiesa, in ascolto della voce dello Spirito, nella forza dello stesso Spirito ha il coraggio di inviare i suoi figli al mondo, perché la parola di Dio giunga a tutti. E Paolo, come scrive nella lettera ai Romani, si fa vanto di aver portato questa parola proprio là dove non era ancora arrivata e dove il nome di Gesù non era ancora conosciuto.

Noi siamo chiamati oggi ad essere una Chiesa così, nelle nostre parrocchie, nella nostra Comunità pastorale, nella nostra Diocesi, nella comunione con tutte le Chiese. È solo una Chiesa così – cosciente delle proprie povertà e delle proprie ferite e, allo stesso tempo, fiduciosa nella parola del vangelo – che può presentarsi davanti al mondo ed essere credibile, per attrarre non a se stessa, ma solo a Gesù Cristo e alla sua misericordia.

In questa Giornata missionaria mondiale, che ci aiuta a vivere “il mandato missionario” proposto dalla liturgia e dalla celebrazione eucaristica, ringraziamo il Signore Gesù che sempre si fa vicino a noi – come si è fatto vicino ai suoi discepoli, dopo la sua passione – e ci rende partecipi della sua stessa missione: portare nella nostra vita quotidiana – nella nostra Galilea, terra di confine e del primo incontro con il Maestro, ora Risorto – il suo stesso stile di vita, il suo modo di andare incontro agli uomini e alle donne di ogni tempo e di ogni luogo. Ringraziamo anche il Signore per le numerose vocazioni alla missione che ha suscitato nelle nostre comunità e per i tanti missionari cernuschesi che ancora oggi vivono a servizio del vangelo e dei poveri. E chiediamo che il Signore continui ad assisterci con la sua presenza, per rinnovare nel cuore di ciascuno di noi il desiderio di portare il vangelo a tutti, senza esclusioni.

Don Ettore Colombo
Responsabile della Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”

Per leggere i testi delle letture della Messa di domenica 23 ottobre 2016, Prima dopo la Dedicazione del Duomo di Milano, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 23 ottobre 2016