L’ULTIMO SALUTO A MOSSINI: “LO AFFIDIAMO ALLA TENEREZZA E ALLA MISERICORDIA DI DIO”

“Giuliano ha voluto stupirci sino alla fine. È morto – rivela don Caldera - cullato dalle onde dell’oceano, andando verso il largo, con lo sguardo verso il cielo.”


Giuliano Mossini e don Luigi Caldera, foto di archivio.

Tanta gente ha dato l’ultimo saluto a Giuliano Mossini, imprenditore, politico e filantropo cernuschese, ben conosciuto dai suoi concittadini. Il corteo funebre, partito dall’abitazione di Via Roma, si è diretto lentamente verso la chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta, dove don Luigi Caldera, già prevosto di Cernusco, con don Sandro Spinelli hanno concelebrato la Messa esequiale.

Don Luigi Caldera, che con Giuliano Mossini ha condiviso un progetto in India a favore di bambini orfani disabili, ha richiamato a tutti i presenti, sin dalle prime parole della sua omelia, il significato della celebrazione: “Vorrei dire innanzitutto - ha esordito don Caldera - che quella che stiamo vivendo questa mattina è una festa, di quelle che piacevano tanto a Giuliano. Che telefonava al mondo intero per avere con sé gli amici a fare festa. Questa è una festa con tanta gente, segnalata anche dai segni esterni, ci sono qui tanti fiori. Allora domandiamoci: cosa siamo qui a fare? Perché siamo qui?”. Ecco la risposta di don Luigi: “Siamo qui non per sbrigare una formalità, ma per fare festa. Perché vogliamo dire a Giuliano ‘Buona Pasqua’.” Non sorprenda questo augurio, non è fuori tempo, perché “noi non siamo qui a celebrare il passaggio di Giuliano dalla vita alla morte, in questo non ci sarebbe nulla da festeggiare, ma siamo qui a festeggiare il suo passaggio dalla morte alla vita eterna. Siamo qui a celebrare la sua Pasqua, nella quale è stato inserito sin dal suo Battesimo.”

“Giuliano ha voluto stupirci sino alla fine. È morto cullato dalle onde dell’oceano, andando verso il largo, con lo sguardo verso il cielo.” Come ha stupito molti Cernuschesi l’apprendere della sua iniziativa in India: “In questi giorni – ha aggiunto don Luigi - sono stato in contatto quasi quotidiano con padre Lino, che dall’India mi ha mandato un messaggio in cui ricorda la recente Messa celebrata in questa chiesa e dice che ‘con la morte improvvisa di Giuliano, la diocesi di Impall, ha perso un grande amico e benefattore.’” Aggiunge poi don Luigi: Mossini è stato anche “un uomo di festa, capace di progettare alla grande e di fare gruppo attorno a sé, coraggioso, orgoglioso di quello che ha fatto, con un desiderio sfrenato di vivere e con il culto del lavoro.”

Commentando, infine, le letture proposte dalla liturgia odierna per la celebrazione della Messa (Numeri 33,50-54; Luca 6, 20a. 36-38), don Luigi ha ricordato che “Gesù ha sete di ciascuno di noi, desidera vivere un rapporto intenso con ciascuno di noi. È lui che viene a cercarci, che ci manifesta il suo amore. Lui ha sete di noi, di ciascuno di noi”. Ecco, quindi, il saluto finale: “Addio Giuliano, cioè ti affidiamo a Dio, alla sua tenerezza e alla sua misericordia. Arrivederci perché con calma arriveremo tutti.”

Cernusco sul Naviglio, 10 giugno 2016