SCOLA AI MIGRANTI: “GRAZIE A VOI NASCE LA NUOVA MILANO”

Durante la Messa per le “Festa delle genti”, con una rilevante presenza multietnica, l’arcivescovo si è detto convinto “che tra venti o trent’anni questo tipo di Eucaristia sarà normale in tut­te le nostre chiese, cosicché, lentamente, vedrà la luce il nuovo cittadino milanese». Poter celebrare anche sta­volta l’Eucaristia «con la nuova Milano» è «gesto bellissimo, vissuto da tutti come costruttori diret­ti di pace e di giustizia».

“Grazie a voi na­sce la nuova Milano, la nuo­va Italia e, Dio lo voglia, la nuova Europa» è quanto ha detto il cardinale Angelo Scola, lo scorso 8 maggio, ai fedeli che gremivano il Santuario della Beata Vergine Addolorata, a Rho, per la Festa dio­cesana delle genti nella so­lennità di Pentecoste. «Nell’unico Spirito di Cristo, tante lingue, culture, popoli esprimono vera­mente la Chiesa Santa di Dio che è cattolica, cioè univer­sale, racco­gliendo il tut­to della fami­glia umana e valorizzando in essa ogni nazione ed et­nia. La grande trasformazio­ne che sta av­venendo nel mondo e an­che nelle terre ambrosiane è caratterizzata da questo me­scolamento. So­no convinto che tra venti o trent’anni questo tipo di Eucaristia sarà normale in tut­te le nostre chiese, cosicché, lentamente, vedrà la luce il nuovo cittadino milanese». Poter celebrare anche sta­volta l’Eucaristia «con la nuova Milano», com’è acca­duto domenica 15 maggio a Rho, è «gesto bellissimo, vissuto da tutti come costruttori diret­ti di pace e di giustizia».


Foto d’archivio cardinale Angelo Scola

Que­sta «nuova Milano» edifica­ta dagli immigrati e con gli immigrati ha responsabilità che Scola ha richiamato nell’omelia. A partire dalla responsabilità educativa. «Il modo in cui crescerete i vostri figli come attori della metropoli del domani chiede due precise condi­zioni: la serietà nel vivere l'amore coniugale in un clima di serenità e pace in famiglia e l’inserimento nella vita ec­clesiale delle nostre terre», ha sottolineato Scola. «In Europa constatiamo che i giovani tendono ad allontanarsi dal­la vita della Chiesa», come «tanti loro coetanei italiani. Non è bene per loro, perché sarà difficile che siano arti­giani di pace e di giustizia - secondo il titolo della Festa delle genti 2016 - se non se­guono Gesù. Raccomando tale responsabilità ai geni­tori e ai nonni che non de­vono aver paura di richia­mare i ragazzi a un cammi­no retto che li renda capaci di giustizia e di amore.»

Cernusco sul Naviglio, 23 maggio 2016