A MANTOVA, MULTA A CHI CHIEDE L’ELEMOSINA IN MANIERA “MOLESTA”

Nella capitale italiana della cultura 2016, in questi giorni, si sta discutendo di accattonaggio molesto, con riferimento al Regolamento di polizia ur­bana varato nel 2012.

La vicenda ha preso inizio dall’annuncio - fatto dall’attuale assessore alla Polizia lo­cale della giunta di centrosinistra, Mattia Palazzi - di una sanzione a carico di una perso­na che chiedeva l'elemosina. Comportamento sanzionato dal vigente Regolamento di polizia urbana, varato dalla precedente maggioranza di centrodestra. adottato con l’obiettivo di far apparire ai turisti Mantova come città sicura e ordinata.

«La città diventa ac­cogliente - queste le parole, invece, del consigliere di maggioranza Fausto Banzi (Sinistra italiana) - se offre ai visitatori prezzi onesti e buo­ne proposte, non se ha una persona seduta sui gradini o in qualche altro luogo pubblico esterno». Il citato regolamento non si limi­ta a punire chi fa accattonaggio, ma prevede anche altri divieti. Per esempio, quello di getta­re sigarette per terra. O, appunto, quello di se­dersi sui gradini che costituiscono soglia. Del­le chiese o dei negozi, per esempio. Il sindaco, da parte sua, ha affermato che: «Questa norma che ci siamo tro­vati contiene prescrizioni giuste e altre surrea­li: nostro intento è quello di rivederlo, perché sia davvero un aiuto per la vivibilità di Mantova».


Foto d’archivio (AFP/SIR – Riproduzione riservata)

«Bisogna distinguere le situazioni di ve­ra povertà dai furbetti - questo il parere del citato assessore -, I primi devono essere aiutati con le politiche sociali dei Comuni, gli altri vanno stanati». E in ogni caso, «tutto ciò che è molesto nuoce al de­coro della città, dunque va eliminato. Accatto­naggio compreso».

«Sì all’aiuto per le persone in difficoltà – questa è la posizione espressa dalla Diocesi di Mantova, per il tramite di monsignor Paolo Gibelli, vi­cario episcopale ai rapporti con il territorio - no a ingiustificate forme di repressione». (Fonte: Avvenire, 5 aprile 2016)

«Non è l’apparenza che conta – ci ha ricordato lo scorso 9 aprile Papa francesco, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro - ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto. Ognuno di noi può domandarsi: “Io sono capace di fermarmi e guardare in faccia, guardare negli occhi, la persona che mi sta chiedendo aiuto? Sono capace?”. Non dobbiamo identificare, quindi, l’elemosina con la semplice moneta offerta in fretta, senza guardare la persona e senza fermarsi a parlare per capire di cosa abbia veramente bisogno. Allo stesso tempo, dobbiamo distinguere tra i poveri e le varie forme di accattonaggio che non rendono un buon servizio ai veri poveri.»

Per approfondire, cliccare qui per leggere l’articolo de “la Gazzetta di Mantova”:

Cernusco sul Naviglio, 11 aprile 2016