SEMPRE PIÙ INTERESSE PER IL “LAVORO AGILE”

Alla Giornata del “lavoro agile” hanno aderito 175 aziende e 10mila dipendenti. Con il “lavoro agile” i dipendenti possono evitare di trascorre otto ore in ufficio e fare tutto da casa.

Più di diecimila i lavoratrici e le lavoratori partecipanti, 175 le aziende che hanno aderito alla sperimentazione (dalle grandi multinazionali a piccole e medie imprese, passando per studi professionali), che ha coinvolto nella Giornata agile, promossa dal Comune di Milano, oltre 500 sedi e filiali in tutto il territorio metropolitano e non solo.


Foto d’archivio (Siciliani-Gennari/SIR)

 


Circa 100 milanesi hanno prenotato con un’apposita app una postazione agile in uno dei 68 spazi di coworking milanese (di cui 40 inseriti all'interno dell'albo dei coworking accreditati del Comune di Milano) che hanno aderito alla giornata; 25 le postazioni prenotate da dipendenti di piccole imprese, nove da medie e 21 grandi; 44 liberi professionisti hanno scelto una postazione in condivisione, accanto a 2 dipendenti della pubblica amministrazione.

Nel 2014 avevano aderito 104 aziende, nel 2015 erano 149. In netta crescita anche la partecipazione diretta dei lavoratori passati dai 5.681 del 2014 agli 8.175 del 2015 fino a superare quest’anno quota 10mila. Nella Città metropolitana di Milano l’edizione 2016 segna un crescita esponenziale che vede più che raddoppiare le sedi aziendali coinvolte.


Lavorare non solo dalla propria scrivania in ufficio, ma anche da casa, dal parco, da una libreria o da una postazione in un co-working. Comunicare con i colleghi grazie a smartphone e pc. Non avere orari prestabiliti o l’obbligo di timbrare il cartellino. Sono queste le poche e semplici regole che definiscono il “lavoro agile”.

“Un successo straordinario – ha dichiarato Chiara Bisconti, assessore comunale al Benessere e Qualità della vita - che dimostra come Milano sia già pronta per sperimentare nuove formule nel rapporto tra tempi della vita e tempi del lavoro. Il lavoro agile porta solo vantaggi, anche per le aziende, perché consente di ridurre i costi e quindi in prospettiva anche di creare più posti di lavoro. L’ostacolo oggi, mentre è in arrivo anche una legge nazionale, è solo culturale”. (fonte: Avvenire, 19 febbraio 2016)

Per approfondire:
- Più che lavoro agile persone libere (di Francesco Seghezzi e Michele Tiraboschi):

Cernusco sul Naviglio, 22 febbraio 2016