A PASQUA, UNA CATECUMENA RICEVERÀ IL BATTESIMO

Durante la solenne veglia pasquale, nella chiesa parrocchiale della Madonna del Divin Pianto, una catecumena, di origine siriana, riceverà i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Il percorso di preparazione della giovane catecumena è durato due anni, al termine dei quali - durante la veglia pasquale che sarà celebrata nella chiesa parrocchiale della Madonna del Divin Pianto, sabato 26 marzo, con inizio alle ore 21,30 - riceverà i sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, prima comunione e cresima.

In diocesi, quest’anno, sono 116 i catecumeni, prove­nienti da 31 Paesi dei quattro continenti, che nella notte di Pasqua riceveranno il Battesimo. Le donne sono più degli uomini: il 54%. E gli stranieri più degli italiani, arrivando al 76%. I più numerosi: gli albanesi, il 33% del totale. Ma fra i nuovi cristiani ambrosiani ci sono anche sette ivoriani, sei peruviani, tre cinesi, tre costari­cani...

«Siete come un’ondata d’aria fresca. Siete un albe­ro in fiore, come la magnolia qui a fianco del Duo­mo» ha detto l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, rivolgendosi a loro in Duomo, alla ve­glia in Traditione Syrnboli dello scorso 19 marzo. I catecumeni sono un segno prezioso di vitalità e rinnovamento «per la nostra Chiesa am­brosiana, che è stanca, come tutte le Chiese euro­pee», aveva detto Scola incontrandoli nel pomeriggio. E dialogando con loro ha ricordato come i martiri, «oggi più numerosi che nei primi secoli», hanno dato la vita perché capaci di «accogliere nella propria libertà, la novità di vita che è Gesù». Ebbene: «tutti gli atti che compiamo», a partire da questo radicamento in Cristo, «sono il Regno di Dio che si avvicina». E la responsabilità dei battezzati - anche dei nuovi - non si esaurisce dentro la Chiesa. «Come cittadini siamo chiamati ad agire e lottare perché nella no­stra società ci siano amicizia civica e vita buona».


Chiesa parrocchiale Madonna del Divin Pianto, in via Dante

Di fronte alle sfide del male, dell'ingiustizia, del peccato, i battezzati non sono soli. E non sono al buio. «L’abbraccio misericordioso di Gesù – ha proseguito l’arcivescovo - diventa un modello per la giu­stizia. Come dice Papa Francesco: la misericordia fa la giustizia più giusta. Noi cristiani dobbiamo cercare la giustizia con tutte le nostre forze e dob­biamo cercare nella misericordia il criterio della giustizia». Alla scuola del Crocifisso s’impara come «il modo più potente di autorealizzazione passa dall’altro, sta nel fare spazio all’altro. L’altro condizione per dire "io" fino in fondo».

«Nella nostra diocesi ci sono cinque milioni di battezzati. Ma la grande maggioranza di loro – ha aggiunto il cardinale Scola, nell’incontro con i catecumeni - ha perduto la strada di casa, perché non vede più cosa c’entra Gesù con la vita di tutti i giorni». Qui sta la sfida per tutti i battezzati, inclusi i catecumeni: riscoprire che Gesù invece c’entra, e con tutte le dimensioni della vita. Riscoprirlo «con l’aiuto della comunità cristiana, che ci sorregge e ci corregge attraverso la liturgia, i sacramenti, la Parola, l’educazione al pensiero di Gesù.» (fonte: Avvenire, 20 marzo 2016)

Cernusco sul Naviglio, 21 marzo 2016