VILLA ALARI, AVVIATO UN “ACCORDO DI PROGRAMMA”

L’amministrazione comunale ha avviato le procedure per giungere alla definizione di un “accordo di programma” che possa consentire l’esecuzione di un primo lotto di interventi sulla storica dimora.

L’amministrazione comunale con una delibera di giunta dello scorso 1 marzo ha approvato un atto di indirizzo finalizzato all’esecuzione di una serie di lavori, rientranti in un primo lotto di interventi, riguardanti il restauro del parco, il rifacimento delle facciate e copertura della Villa, il restauro della Cappella, il recupero della pala d’altare posta all’interno della medesima cappella.

L’accordo - si legge nel citato provvedimento, in tipico linguaggio burocratese - è “volto al restauro ed alla rifunzionalizzazione del compendio di Villa Alari”.

I soggetti portatori “di interessi pubblici o privati”, a norma della legge regionale 02/2003, possono presentare osservazioni o proposte e/o eventuale istanza di adesione all’«accordo di programma» nei termini indicati nell’atto pubblicato sul sito del Comune.


Villa Alari come si presenta oggi

Nella recente intervista a “Voce Amica”, pubblicata sul nostro sito, il Sindaco, Eugenio Comincini, ha dichiarato che l’amministrazione comunale sta “lavorando con la Regione Lombardia ad un accordo di programma che mettendo insieme fondi comunali e fondi regionali permetterà interventi per circa 2milioni di euro» da destinare ai lavori che abbiamo citato.

Villa Alari è stata acquisita a patrimonio comunale a seguito della deliberazione del consiglio comunale del 9 novembre 2006. Quindi, quasi dieci anni fa! Da una parte ad approvare la scelta fu la maggioranza di centrodestra che sosteneva la giunta guidata da Daniele Cassamagnaghi. In primo piano a sostenere la decisione fu Candida Terracciano (indipendente), consigliere delegato per l’acquisizione a patrimonio pubblico della Villa Alari, secondo la quale i cernuschesi non aspettavano “altro che di visitare la Villa, che non è mai stata loro”. Poi Giorgio Cordini (Smile e UDC) che affermò: “l’acquisizione della Villa sarà considerata una decisione lungimirante”; inoltre, Giacinto Molinari (Forza Italia): “siamo sempre stati favorevoli all’acquisizione della Villa, per motivi storici, patrimoniali e monumentali. Sarebbe stato veramente un peccato non fare il massimo sforzo per acquisirla”.

Dall’altra parte, contrari all’operazione, Giordano Marchetti (allora consigliere di Vivere Cernusco) che dichiarò: “l’unico interesse mai riservato dai frati (proprietari della dimora, ndr) a Villa Alari è stato quello del baratto. Uno scambio che ha consentito all’Ordine religioso di edificare secondo la propria indiscutibile convenienza e utilizzato dalla Giunta come foglia di fico per coprire malamente le indecenze di questo ennesimo atto di alchimia urbanistica.” E poi Eugenio Comincini (ai tempi consigliere dell’Ulivo): il problema non è la contrarietà ad acquisire a patrimonio pubblico Villa Alari, ma la mancanza di progetto che è correlata a questo piano. Si è voluto correre per acquisirla, in vista delle elezioni, in modo da aver qualcosa in mano da sbandierare per far dimenticare i tanti altri errori e problemi che in questa città comunque continuano ad esserci.” Comincini poi così concluse il suo intervento: “Se porterete il merito di aver acquisito la Villa, porterete anche la responsabilità di non aver saputo cogliere l’opportunità di valorizzare tutto l’asse di via Cavour; di aver perso l’occasione storica di valorizzare quella quinta naturale che da Villa Greppi e dal Palazzo Viganò guarda verso il Naviglio e il Santuario di Santa Maria. L’aver concesso la possibilità di costruire un obbrobrio (i nuovi edifici che si affacciano su via Cavour a partire da via IV Novembre, ndr) al posto dei vecchi padiglioni dei frati non sarà un merito che vi verrà ascritto.”

Punto di vista - Da dieci anni la Villa giace inutilizzata e in evidente stato di progressivo degrado. Ora ci si affida a questo ‘accordo di programma’ con la Regione Lombardia. Auguriamoci vivamente che possa portare, oltre che ad un risanamento dell’edificio, anche ad un suo concreto riutilizzo. Perché altrimenti sarebbero altri soldi pubblici buttati via. (C.G.)

Cernusco sul Naviglio, 14 marzo 2016