VISITE NATALIZIE: ESPERIENZA CHE LASCIA IL SEGNO
Le visite alle famiglie cernuschesi, in occasione del Natale, si sono concluse da poco. Come sempre è stata un'esperienza "speciale", perché la relazione fra le persone ha sempre qualcosa di "speciale".
Oltre alla gratificazione per l'affetto che i cernuschesi ci hanno sempre dimostrato, abbiamo sentito maturare nel cuore una maggior conoscenza del Signore, scoperta attraverso i volti e i gesti di chi abbiamo incontrato. Ecco alcune testimonianze dei volontari che hanno visitato le famiglie.
«Ho iniziato questa avventura con l'entusiasmo di chi dice sì ad una cosa bella. Dicevo al Signore: “No, non posso, Gesù. Come ci incastro anche questa? Mio marito andrà fuori di testa, e i bambini dove li metto? Vado al primo incontro e mi giustifico. Capiranno!” Poi, all'incontro ho ascoltato don Ettore commentare il discorso missionario di Matteo. Ecco di nuovo il cuore gonfio di gioia e desiderio ... quindi la decisione: “Io lo faccio, Tu sistemi il resto”. Quale meraviglia! potrei passare ore a raccontarvi di come si è sentita forte la presenza del Signore. Nel sorriso di chi ci accoglieva, nelle lacrime degli anziani che ho abbracciato, nelle mani che ho stretto recitando il Padre Nostro, nei bambini di ogni età. Ed anche nel Gloria detto a bassa voce fuori dalle porte di coloro che preferivano non aprire. Tutti quei volti mi sono entrati nel cuore. Penso che questo gesto sia stato tra i più bei doni che Gesù mi abbia fatto quest'anno!»
Immagine lasciata a ogni famiglia a
ricordo della Visita: particolare del dipinto della chiesa
della frazione Ronco
«È stato per noi un grande arricchimento spirituale poter compiere questo semplice gesto di missionarietà incontrando le famiglie. Abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza e disponibilità a pregare insieme. Qualche volta alla domanda: ”Possiamo pregare due minuti insieme?” Ci è stato risposto: “Certamente, ne abbiamo tanto bisogno!” Questo rivela che ancora sentiamo il “desiderio” di accogliere Gesù nelle nostre case seppure le fatiche che ci hanno raccontato sono tante e tante. Altre volte alla stessa domanda ci è stato risposto: ”No, grazie...non è il momento!”, ma con la promessa che avrebbero trovato un momento per pregare più tardi.»
«Ci ha colpito una nonna di 103 anni che dalla sua poltrona ha recitato con noi il Padre Nostro, con grande gioia, senza sbagliare una parola. E lo sguardo incuriosito dei bambini, il loro modo di pregare. Tutti, assumendo un atteggiamento di devozione, recitavano con noi la bella preghiera che ci ha insegnato Gesù. Noi intanto portiamo nelle nostre preghiere quegli sguardi e quella fatiche ... sopratutto di quella nonna che due anni fa non ci ha voluto aprire perché non si fidava e quest’anno ci ha accolto a braccia aperte senza lasciarci più andar via ... Un semplice gesto di accoglienza e fiducia. Solo per questo è valsa la pena di fare un po’ di fatica, alla sera, dopo il lavoro e con l’aria gelida.»
«In coppia abbiamo vissuto con gioia la chiamata a donare un pò del nostro tempo per la visita alle famiglie della nostra Comunità di Cernusco, con il gesto della preghiera e dell’aspersione.
Non potremo dimenticare i volti delle persone incontrate, ammalati, i tanti bambini gioiosi che hanno pregato con noi, i nonni che in casa sostituiscono i genitori perchè al lavoro. Con gioia tutti hanno potuto manifestare il Credo in Gesù Cristo. In modo particolare ricordiamo una signora anziana vedova che vive con suo figlio, ci ha ringraziato di aver bussato alla sua porta e con gioia ha pregato con noi insieme a suo figlio. Come non possiamo dimenticare una mamma con tre bambini piccolissimi in compagnia di un’amica anche lei con due bambini piccoli, tutti insieme mano nella mano abbiamo pregato, quanta emozione e gioia. Grazie Signore per averci fatto vivere anche quest'anno la gioia che si vive quando si dona.»
Via
Colombo
«Nonostante qualche problema familiare più impegnativo del solito, anche l'appuntamento di quest'anno ci ha viste disponibili a collaborare con i nostri sacerdoti per la visita natalizia alle famiglie. Prima di iniziare questo gesto recitavamo una preghiera per essere aperte a tutte le realtà che avremmo incontrato nella consapevolezza della presenza di Gesù fra di noi. Più degli altri anni abbiamo riscontrato il timore di aprire la porta a degli sconosciuti o il rifiuto anche della semplice immaginetta della Vergine. Da segnalare, la visita ad un elegante palazzo deserto per metà. Ma abbiamo trovato anche tante famiglie che ci aspettavano e desideravano condividere con noi varie esperienze di vita, soprattutto legate alla perdita dei propri cari, alla solitudine o alla malattia. Ci ha commosso la gratitudine di molti per la nostra disponibilità.»
«Ringrazio sempre il
Signore per questo dono, anche se quest’anno non sono
riuscita a fare tante visite natalizie alle famiglie. Fare le visite, portare
il messaggio che Gesù è venuto nel mondo, andare nelle case dei nostri fratelli
e sorelle è sempre una missione ed è anche bello. Sedersi, scambiare gli auguri
di Natale, condividere lo stesso Gesù che tutti aspettiamo. E’ bello incontrare
le famiglie, i bambini e gli anziani: ho
visto tanta fede ma in alcuni tanta paura e diffidenza nell’aprire la porta di
casa. Fortunatamente ci aspettava anche tanta gente coraggiosa. Tutti aspettano la pace nel mondo e nei nostri
cuori. Vi voglio raccontare una bella esperienza: in una casa abbiamo visto una
persona molto sofferente, a letto. Questa persona aveva il volto e gli occhi trasfigurati dalla sofferenza
ma, nel nascondimento e nell’umiltà portava la sua croce insieme a Gesù. Ho
capito da lei che Gesù si nasconde negli ammalati, nei poveri, negli umili e
negli ultimi e li santifica.»
Via Cavour
«Mi sono chiesto: cosa è cambiato dopo la visita natalizia alle famiglie 2015? Sono cambiato io! Non ci si può abituare, anche se è la terza volta che ripeto questo gesto missionario. Non mi abituo perché l’incontro con le persone è sempre vero, profondo, spesso doloroso, sempre imprevisto e nuovo. Voglio ricordare i volti dei protagonisti che ho ancora davanti ai miei occhi: la badante ucraina, che si sacrifica in Italia curando l’anziano, ma pensa tutto il giorno ai suoi figli lasciati lontano da casa e cresciuti da altri; la famiglia messicana, appena giunta a Cernusco, spaesata ma lieta di recitare con noi il Padre Nostro nella sua lingua e di sapere che anche noi conosciamo e preghiamo la Vergine di Guadalupe; Giorgio, un anziano, che ci racconta che non ha nessun amico e in attesa di trovarlo, per ora, va a spasso per le vie di Milano, per passare il tempo che gli rimane; l’ammalata ottantenne che, prima con diffidenza, ma poi con tanto affetto, ci prega di far passare il sacerdote per confessarsi e comunicarsi dopo oltre vent’anni; la famiglia, come quelle di una volta, che abita in cascina, unita nella stessa casa con tre generazioni che si rispettano, si aiutano e testimoniano ai figli e ai nipoti l’amore famigliare; la vedova che sconsolata piange il figlio e il marito che l’hanno lasciata sola; i bambini che leggono la preghiera dall’immaginetta e dimostrano di comprendere più’ di noi adulti il mistero della nascita di Gesù. Ho capito che la tiepidezza della mia testimonianza e le poche parole che dicevo venivano trasformate dalla presenza del Signore e potevo sperimentare la sua compagnia. Davvero il Signore è risposta ad ogni bisogno umano. Lui è la misericordia.»
Altri volontari hanno espresso in modo più sintetico la loro esperienza: “Mai avrei pensato di sentirci così accolti, ma, soprattutto, attesi!”. Un altro: “Spero di aver lasciato solo bene, che il nostro gesto sia stata la testimonianza di una fede che va oltre le parole!”. Un altro ancora: «L'augurio è che questa esperienza si possa ogni anno rinnovare spinta dalla fede in Dio. Nella speranza che qualche seme sia stato seminato e cresca rigoglioso, anche per provare a raggiungere tutte le case per l'anno prossimo.»
Segreteria visite natalizie alle famiglie.
Cernusco sul Naviglio, 21 dicembre 2015