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I GIOVANI E DON DAVID ALL’APERTURA DELLA PORTA SANTA: “GIUBILEO, UNA GRAZIA GRANDE!”

È molto contento don David Maria Riboldi, responsabile dei tre oratori cittadini della nostra Comunità pastorale, dopo aver partecipato - martedì 8 dicembre, in piazza San Pietro a Roma – con il seminarista Andrea e con una quindicina di giovani cernuschesi alla cerimonia di apertura del Giubileo straordinario della Misericordia, presieduta da Papa Francesco.


“Molto contento per questo momento di Chiesa, vissuto con tanta gioia e con tanto entusiasmo. Bello, bello davvero!”: questo il primo commento di don David, che poi ci ha raccontato lo svolgersi della giornata. “Alle 5,30 della festa dell’Immacolata – precisa l’assistente degli oratori - eravamo già in coda per entrare in Piazza San Pietro. Abbiamo fatto quattro code e superato altrettanti controlli. A quell’ora c’era un freddo glaciale, solo verso mezzogiorno la giornata si è un po’ riscaldata, ma a noi interessava soprattutto essere lì per vivere questo grande momento di Chiesa.”

Don David ci conferma che i “controlli sono stati serrati, micidiali” e che tutto ha funzionato bene.

Il Giubileo è «un grazia grande! Ci ricorda, attraverso un gesto semplice, com’è quello di varcare la Porta Santa, che cosa vuol dire entrare nella Casa del Signore, cosa vuol dire fare parte della Chiesa, della comunità dei credenti. Ci ricorda che la porta di accesso è Gesù. Se non passiamo da Lui non si entra nella Chiesa.”


La Messa di apertura del Giubileo straordinario della Misericordia
(foto da
www.agenziasir – Servizio fotografico L’Osservatore Romano)

Don David ha avuto anche la gioia di essere tra i sacerdoti concelebranti della Messa di apertura del Giubileo presieduta da Papa Francesco. Per farlo, ha dovuto superare un quinto controllo per accedere all’Aula Paolo VI, punto di ritrovo per tutti i sacerdoti concelebranti. “Sentivo parlare le lingue di tutto il mondo. Inizialmente non conoscevo nessuno – ci racconta don David - ma poi ho incontrato due sacerdoti che avevo già visto e sono rimasto con loro. La celebrazione è stata molto sobria, senza alcun sfarzo, nello stile di Papa Francesco. Alla gente è forse mancato il giro in piazza del Santo Padre a fine celebrazione, ma probabilmente i responsabili della sicurezza gliel’hanno sconsigliato.”


L’apertura della Porta Santa del Giubileo straordinario della Misericordia
(foto da
www.agenziasir – Servizio fotografico L’Osservatore Romano)

“Papa Francesco ha detto cose forti, sottolinea don David, per esempio quando ha affermato chedovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio’”. Nell’omelia di Papa Francesco c’è stato, innanzitutto il richiamo al significato del Giubileo. “Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta – sono le parole del passaggio centrale dell’omelia del Pontefice - significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. E’ Lui che ci cerca! E’ Lui che ci viene incontro! Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma.”


L’apertura della Porta Santa del Giubileo straordinario della Misericordia
(foto da
www.agenziasir – Servizio fotografico L’Osservatore Romano)

Nel ricordo del 50° di chiusura del Concilio Vaticano II, Papa Francesco ha poi sottolineato che questa grande assise è stata “un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano.”

I giovani cernuschesi sono riusciti a trovare un posto nelle prime file disponibili, assistendo così alla Messa di apertura del Giubileo da una buona posizione. Il giorno precedente, ci racconta don David, al Pontificio Seminario Lombardo di Roma “i giovani hanno pregato e meditato sul Giubileo biblico e su Gesù che è la porta. Poi si sono confessati, mettendosi seriamente in gioco, per vivere il passaggio della Porta Santa come momento di grazia, per vivere il dono del perdono, dell’indulgenza e della misericordia.”


L’apertura della Porta Santa del Giubileo straordinario della Misericordia
(foto da
www.agenziasir – Servizio fotografico L’Osservatore Romano)

“Il momento più intenso della giornata di apertura del Giubileo èstato senza dubbio quello del passaggio della Porta Santa, che purtroppo l’abbiamo vissuto in due gruppi separati perché la gente ha cominciato a scavalcare le transenne e quindi ci ha diviso. Con il gruppo che è rimasto con me – ci spiega don David- abbiamo recitato il Rosario. La gente attorno a noi ha così capito che nel cammino di avvicinamento alla Porta si poteva anche pregare, si è quindi unita a noi nella recita dei misteri del rosario. “

L’ultima annotazione di don David è per un malvezzo ormai diffuso: “I giovani mi hanno fatto presente che solo il nostro gruppo non ha fatto selfie quando ha attraversato la Porta Santa. Questo perché forse noi abbiamo capito che non eravamo lì per noi stessi – perché fare un selfie è fare una foto a se stessi – ma per incontrare Gesù, la Porta.” Per incontrare Qualcuno che, se lo ascolti per davvero, ti cambia la vita.


Don David con il seminarista Andrea e i giovani cernuschesi in Piazza San Pietro
(foto: da upg cernusco facebook)

C.G.

Cernusco sul Naviglio, 9 dicembre 2015