QUARESIMA: LE LACRIME

Alcuni anni fa in una convention, oltre l’esposizione dei diversi relatori, il programma aveva lasciato spazio anche per qualche testimonianza. Si era presentato, allora, Marco, un ragazzo di buona statura, moro, piuttosto longilineo e indossava dei jeans ed un pullover blu, data la stagione primaverile. Il suo portamento lasciava trasparire un’aria dimessa un po’ in contrasto con il suo aspetto giovanile,dal quale ci si aspettava una confessione con accenti di fuoco, di fuoco, invece era il contenuto. Marco esordì con calma e tono umile raccontando quel pezzo di storia della sua vita: “Alcuni anni fa, nei primi giorni della mia adolescenza, frequentavo dei ragazzi per nulla raccomandabili, ma che mi davano un’importanza che mai avevo sperimentato ed una visione del mondo di facile conquista e di assicurato successo. I miei genitori, sono due persone semplici, ma con una fede cristiana solida, e qui cominciano i contrasti, le baruffe e le lacrime. I giorni passavano in discesa, sempre più accentuati dalle mie impertinenze, dalle mie prepotenze e dai miei deliri. Ora le lacrime scorrevano come un fiume in piena, ma nulla cambiava ed io mi radicavo sempre più nei fondali più bassi della morale assumendo droga e qualche piccolo furto. Oggi non riesco a capire come i miei siano riusciti a sopportare tanto, mentre scorrevano gli anni ed io non mi accorgevo di essermi trovato tra una banda di satanisti. Non racconto altro per descrivere come sia l’inferno in cui vivevo e dal quale non potevo uscire, perché la mia vista guardava sempre più in basso. Un giorno, il lago delle lacrime, dei miei genitori, ruppero la diga che le conteneva ed il mare della misericordia di Dio raccolse le loro preghiere. Avvenne che ebbi un incidente d’auto molto pensante, tanto che non mi portarono all’ospedale, per i soccorsi, ma direttamente all’obitorio.

Dopo giornate estive piene di caldo afoso ed insopportabile, viene il temporale, l’acqua mitiga l’aria torrida e la natura, che pareva morta, riprende vita; coì le lacrime sono necessarie per riportare il clima della vita allo stato di una umanità redenta. Dice bene sant’Agostino: “Le lacrime sono il sangue dell’anima”. La via della santità è sempre assiepata dalle lacrime della conversione e del pentimento, che portano alla preghiera più efficace, perché lo sconvolgimento del tuo spirito riverbera su un corpo troppo assente da tanta divinità. Un esempio molto significativo è quello di Gesù che piange su Gerusalemme dal monte degli Ulivi: tanto amava la sua città, che per il dolore di non essere accolto scoppiò in lacrime. Tutta la sofferenza di un Dio fece saltare tutte le corde di un corpo umano, certo, come disse Simone de Beauvoir, che “in tutte le lacrime indugia una speranza”, la speranza di accogliere Gerusalemme come figlia.L’origine delle lacrime è così profonda che sempre tocca il cuore di Gesù che le custodisce come i suoi gioielli più preziosi.Don Gnocchi racconta ai suoi mutilatini: «Queste vostre lacrime devono diventare perle!». «Prepareremo una cassettina e in essa lasceremo cadere delle perle vere, preziose. Don Carlo in udienza dal Papa, il santo Pontefice Pio XII, spiega il significato del gioiello, come è nato, e conclude: «I miei piccoli hanno offerto il loro dolore per Lei, Santo Padre, per la Chiesa, per la salvezza di tutte le anime». Negli occhi di Pio XII brillarono delle grosse lacrime di tenerezza e di riconoscenza”. Una lacrima dice più di ogni parola ed il suo valore lo conosce solo chi l’ha sentita partire dal cuore.

Nell’Apocalisse si legge che i martiri hanno la veste bianca ed anche noi ci presenteremo con la veste bianca, senza macchia, lavata con le nostre lacrime; per questo saremo degni di partecipare alle nozze dell’Agnello.Un caso tipo è quello del Vangelo che parla della donna peccatrice, la quale stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. E Gesù, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime”, che se non ci fossero, non esisterebbe la preghiera. Queste lacrime che hanno toccato il cuore di Gesù hanno sciolto i suoi molti peccati e come direbbe Hermann Hesse:” Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima. E a chi piange, tutti gli angeli sono vicini”.

E Marco? Tutto era finito, ma dopo molte ore una infermiera scese in questo reparto per organizzare la resa delle salme alle famiglie. Tra i defunti le scappò l’occhio sulle dita di Marco che davano l’impressione di un leggerissimo movimento. Senza alcuna altra esitazione, corse sopra per parlare con il medico, il quale, con altri colleghi, gli “saltarono addosso” e lo riportarono in vita. Qui cominciò la risalita dagli inferi, la sua conversione e una nuova umanità risorta dalle macerie, fino a vivere, con serio impegno, in un gruppo di preghiera”. Anche Gesù nell’orto degli ulivi “inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". Gli apparve allora un angelo dal cielo aconfortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce (lacrime) di sangue che cadevano a terra. Questa preghiera è solo da contemplare; Lui sapeva che di lì a poco l’umanità sarebbe risuscitata con la barca della preghiera nella navigazione delle lacrime le cui onde sussurrano: “I passi del mio vagare tu li hai contati, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?” e “Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia”.

Paolo Fiorani
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