IL SUO NOME ERA …(Lc. 1,27)
Questa è la cronaca:
Merano (Alto Adige), 17 Settembre 2019. Il corpicino senza vita di un neonato è stato trovato da un gruppetto di turisti nella scarpata di una stradina a Lana di Sopra, nei pressi di Merano. Una scena davvero scioccante. Come scrive il quotidiano Dolomiten, la testa del piccolo, un maschietto, era avvolta in un panno, legato più volte al collo. Il corpicino, ancora con il cordone ombelicale, si trovava sotto un cespuglio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la Croce bianca. La morte risalirebbe ad alcune ore prima del ritrovamento. La procura di Bolzano ha ordinato l’autopsia.
Lettera aperta degli umani che risiedono sul pianeta Terra.
Carissimo
piccino,
Ci vergogniamo di prendere in mano
una penna, per descrivere un dolore che non riusciremo mai a collocare, nel
cuore di questo pianeta. La ferocia e la barbaria di questo gesto farebbe
impressione anche ai demoni, avvezzi alla più spietata avversione all’esistenza
umana. Stiamo cercando le frontiere
della coscienza umana, per comprendere quanto possiamo passare oltre, nel
tentativo di comprendere questo gesto.
Scusaci, piccino, se il tuo primo sguardo, innocente e stupito, su questa terra, ha incontrato la brutalità, mentre tu sei stato creato con tanti cromosomi, che cantano la bellezza dell’umanità.
Quando nasce un bambino siamo soliti suonare, idealmente, le trombe, come avrebbero fatto gli araldi nel medioevo nel palazzo del re, perché ogni nato è entrato nella casa degli uomini e con grande gioia è accolto con premura e soddisfazione e sempre con la disposizione del nostro cuore, spiritualmente proclamiamo: “oggi ci è nato un Salvatore … che è piccino”.
Questa nascita ci dona un figlio che, non è da mantenere, come dicono alcuni, i quali spendono in piaceri diversi, ma una grazia che viene dal cielo, corredata di tanti doni naturali per noi.
Nel suo nome è inscritto un pezzo di storia per uno spazio geografico indeterminato, il cui primo posto è condiviso con i genitori e di seguito a cascata da parte di tutti gli altri che avranno la fortuna d‘incontrarlo.
Noi abbiamo perso la tua storia, che ci apparteneva per diritto divino, il tuo amore, la tua vita ed anche la nostra non è più la stessa, con quella ricchezza che ci completa. Noi stiamo versando calde lacrime, non solo per la tua vita prematura e la sua modalità, ma perché anche noi siamo feriti, ovvero menomati per quello che non saremo, per l’intreccio di relazioni positive che ci avrebbero resi esseri umani più completi e gioiosi.
“Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Questo era avvenuto dopo le profezie pronunciate, quando Gesù fu presentato al Tempio, per il riscatto della primogenitura. Il cuore di Maria era la memoria del nome di Gesù, ovvero una custodia della vita di suo Figlio, e l’origine del seme messo in Lei. Essere padre e madre significa conoscere le origini della vita, come Dio che è Padre perché ha creato, e quindi conosce le origini della nostra esistenza. Se nessuno possiede il deposito della tua memoria, non ci sarà neppure un padre ed una madre. Forse a loro non interessa essere genitori, ma allora non saranno mai nulla nella vita, anche se dovessero navigare nei soldi. Essere nulla significa essere delle iene che non trovano da mangiare, essere dei leoni che non sanno trovare una preda, essere degli umani che non sanno quello che vogliono, che non sanno pensare, delle mani che sono incapaci di costruire un futuro per sé e proteggere gli altri. Essere padre e madre significa non solo trasmettere i cromosomi, ma anche la memoria della tua vita, ovvero l’esplosione della gioia che ti è data di vivere in tanto alto grado che non puoi più contenerla, ma sei costretto a darla ad altriaffinché gioiscano della stessa gioia ricevuta.
Caro piccino, tu non hai avuto nulla di tutto questo e la nuda terra non ha potuto ascoltare il tuo pianto, come quello degli uccelli, il fruscio dell’aria e il gorgoglio dell’acqua che, scende a valle.
Ti hanno rubato proprio tutto: i sentimenti, il lavoro, le amicizie, gli studi, i genitori, le fraternità, i primi giochi ai giardinetti, gli incontri, i tuoi ideali, le tue attività, la storia della tua vita, il tuo futuro e tutto l’amore, che saresti capace di accogliere.
Ora siamo noi la tua memoria che ti accompagna con la preghiera, come si fa con i santi, che sono ricordati ancora dopo due mila anni, mentre ti sollevi da questa terra per mano degli angeli che canteranno: Gloria alla Vita che è nei cieli e pace in terra a quelli che la amano.
Paolo Fiorani
Ti accompagniamo con questo canto:
Tu sei la storia della vita mia
Tu sei l’amore che ci manca
Tu sei la gioia che la Vita ci ha promesso
Tu sei il martire della vita
Tu sei la luce dell’umanità autentica
Tu sei colui che ha creduto nella Vita
Tu sei la bellezza che più nessuno potrà oscurare,
neppure la mano sinistra di un folle, il quale,
se alzerà gli occhi, avrà il coraggio d’inondare
un oceano di lacrime per una umanità che
ancora non conosce la parola perdono.