TU SEI MERAVIGLIOSO


Era una serata buia e fredda di dicembre ed in quell’anno, mia moglie ed io, eravamo mandati, come visitatori, di casa in casa per portare un saluto e l’augurio di buon Natale ad ogni famiglia, da parte della Comunità di Nazareth. Ci aveva aperto la porta una signora piccola di statura, educata, sulla quarantina, la quale ci fece entrare subito, senza altre domande, come non capitava spesso, lasciandoci balenare per la mente che forse aveva da dirci qualcosa e per questo ci aspettava. In quella casa, con lei, c’era una bambino di nove anni, piuttosto robusto che si arrotolava sul divano giocando con la sua fantasia e con un giochino in mano. Luca mostrava di esprimersi con tanta indolenza e con non poca strafottenza, come, infatti, presto si dimostrò quando sua madre lo richiamò all’attenzione della preghiera di rito, che si recitava in ogni famiglia, mentre lui non diceva nulla, anzi continuava nelle sue evoluzioni, nonostante i richiami ulteriori della mamma. Appena terminata la parte liturgica, la madre, come se avesse un “groppo alla gola” e desiderando disfarsi immediatamente di un peso, disse: “Suo padre, additando il figlio, domattina se ne va”. Rimanemmo muti ed addolorati e quindi non era difficile capire il comportamento del bambino; ma come ridestato da un sogno, mi rivolsi al bambino con qualche parola, a fronte della quale, lui continuò imperterrito nel seguire le proprie immaginazioni. Sua madre si senti totalmente impotente ed inutile, allora mi alzai e dissi sono Paolo, stendendo la mano e la sua giunta con difficoltà; tuttavia lui rimase in piedi e mi ascoltò sino alla fine. Essendo passato qualche anno, non ricordo esattamente, ma all’incirca dissi: “Tua madre ti ha messo al mondo perché tu fossi felice, come lei, nello stesso giorno, e da quel momento si è dimenticata di sé perché la gioia della tua vita fosse riversata in te e tu crescendo diventassi il capolavoro della sua vita, cioè un uomo, con tutte le qualità che Gesù ti ha corredato, affinché lui stesso e tutti noi dicessimo, come nella settimana della creazione: “e vide che era una cosa meravigliosa” e tu adolescente, nel tempo della ragione, potessi contemplare la bellezza di ogni uomo e donna, correndo in questa vita a perdifiato, con un entusiasmo che non conoscerà tramonto, da qui e per tutta l’eternità”. Il bambino, che dimostrava più della sua età, (la sofferenza matura!), fu attento e la madre ci ringraziò caldamente e ci salutammo. Eravamo ancora sul pianerottolo che uscì la madre ringraziandoci ancora; forse nel frattempo lei aveva parlato col figlio e lui stesso aveva scoperto che le nostre parole erano segno di una figura, materna e paterna, che avrebbe voluto avere.


Io non conoscevo il clima di quella famiglia, tuttavia si può immaginare cosa possa succedere quando marito e moglie si dividono: tanti insulti, ripicche, mani alzate, urla, frasi rabbiose prive di senso, tanti suggerimenti al figlio per “boicottare” l’altro coniuge, e così si completa l’educazione di un essere umano, il cui risultato certo è quello di formare una persona che si prende beffe di tutti e si sente l’unico centro di tutto l’universo, mentre la ragione …? tanto quella non serve.

Ho conosciuto delle mamme che di fronte ai loro bambini, in età prescolare, s’inginocchiavano per mettersi alla loro altezza e dicevano loro:” Parliamo da uomo a uomo” e così dicendo chiedevano e davano ragioni al figlio per le scelte del loro comportamento. Il lavoro di padre e madre è il più bello del mondo, e non per nulla, l’ha inventato il Creatore che è Padre che genera il Figlio e sono tutti uniti dallo Spirito Santo che è Amore e sono una sola sostanza. Una famiglia, lo si voglia o no, è il riflesso Trinitario nella nostra umanità, credente o no. Su questo pianeta i genitori sono la visibilità dell’Amore, e questo non si dice tanto per dare un lustro al discorso, ma come il sole dà luce e calore, anche i coniugi diano luce e calore ai loro procreati. La madre in particolare ha più sensibilità per la vita, perché più profonda nel suo DNA, ed offre, per questa ragione, una educazione ai figli affinché comprendano il valore e la bellezza della vita che stanno percorrendo. I genitori, col tempo, perdono la bellezza, la gioventù, le potenzialità, perché tutto si trasforma in una più profonda maturità, mentre i figli ricevono quel tesoretto di umanità, cultura, sapienza della vita che i genitori hanno posto nel loro cuore e nel loro sapere. Ogni figlio deve poter dire: io sono la storia dell’umanità, scritta con il dito di Dio, intinto nell’inchiostro della vita, perché di generazione in generazione la mia vita canti la gioia di quello che sono, insieme al pianeta, che nei suoi movimenti danza con noi.


Paolo Fiorani