Il nome della vergine era Maria (Lc. 1,27)

Sulla strada della storia ci sono tante gocce, che cadono a terra, tutte diverse tra loro per il colore della luce che le attraversa. Allo stesso modo gli esseri viventi, come frutti maturi, cadendo dal grembo materno, si distinguono per il loro nome. Che cosa sia il nome, in tutte le sue espressioni, in tutte le sue connotazioni ed in tutti i suoi se sensi, non si è ancora indagato a fondo. Un nome non è una etichetta, per quanto sia dolce il suono di chi chiama un figlio, ma contiene una storia per chi mette piede la prima volta su questo pianeta. Il nome, anche secondo le più antiche civiltà, contiene un seme di eternità e contiene una potenza per attraversare spazi e avvenimenti unici e irrepetibili, come le comete che si accendono luminose sfrecciando per il cielo con una precisa traiettoria e, poi si spengono ai nostri occhi, lasciando un segno di bellezza in chi le guarda. Nel DNA del nostro essere c’è già una struttura della nostra storia, data per essere a sevizio gli uni per gli altri, perché in questa molteplicità d’interessi ognuno trovi il conforto del donare e la gioia della vita.

Che il nome sia importante, lo dice anche il Vangelo quando parla di Zaccaria e di Elisabetta. A noi così distanti nel tempo e dalle tradizioni, non riusciamo a capire perché fosse necessario imporre quel nome e che Zaccaria rimanesse muto; eppure questo ci ammonisce per farci capire come, in quel nome, ci fosse quella unica ed irrepetibile vita, corredata di virtù, qualità e potenzialità a servizio di Gesù e della sua umanità.

Or avvenne che in uno sperduto villaggio della Galilea, “può forse uscire qualcosa di buono da Nazareth?” una ragazza, già promessa sposa, era in attesa di partorire il Figlio di Dio, il suo nome era Maria. In questo nome sta Gesù, che si riscrive in una serie di doni, che la rendono così vicino al suo Signore la cui somiglianza si sfuma in un rapporto familiare più divino che umano, tanto che nessuno dubita che Maria sia solo una donna comune; persino Sartre, filosofo, ateo ed anticristo, non può smentire, nella sua opera, la pregnanza divina della Madre. “L’anima mia magnifica il Signore” perché tutte le qualità che ha ricevute vivono in solido per l’identità del suo nome.

La sua femminilità è il suo stile di vita, e santo è il suo nome, il mio spirito esulta in Dio mio salvatore, questo è il carattere, cioè l’impronta dell’Artista divino che ha rimodellato, con un nuovo respiro divino, l’umanità in Maria, non solo con un look, ma anche benignamente e d'umiltà vestuta, come direbbe Dante, ed ancora oggi si manifesta, nelle sue apparizioni, come una donna, “scendere dal cielo, da Dio, come una sposa adorna per il suo sposo”.

Lei è la piena di grazia, così certa di ottenere dal suo Gesù, “fate quel che vi dice”, come è scritto nel giorno delle nozze di Cana, che non ha problemi di essere esaudita, e come pensa oggi la teologia, che afferma: non c’è grazia che non passi da lei. Invocate il nome di Maria ed ogni avversa potenza immediatamente si allontana.

Il nome di Maria “ha guardato all’umiltà della sua serva”, ovvero ha suscitato la potenza di una donna che non ha avuto alcun desiderio di prevaricare, ma ha annientato tutti i suoi desideri nel solo interesse di servire sempre e tutti i giorni della sua vita. Nella sua piccolezza ha lasciato il cuore totalmente vuoto per mettere, giorno per giorno, la presenza de suo Gesù, per una vita di relazione con tutti gli uomini. Pensiamo ad esempio ad un missionario giovane che trova la sua felicità in una parrocchia dell’Amazonia, dove la miseria più nera, e i pericoli più impensati, sono il condimento di un pasto povero, frugale o assente. In questo nome c’è una vocazione, una parola dello Spirito che fa umilmente nuove tutte le cose.

La maternità genera la vita, che gocciola in una creatura e diventa persona, corredata di tensioni, ideali, affettività, progetti. Generare vuol dire portare alla luce di questo mondo ciò che di più bello tu possa vedere. La maternità apre ad un altro l’alba della vita e di cure che molte persone si adoperano per la tua crescita con gioia che tu doni e l’altro si riempie. Tutto questo è dentro il tuo nome.

Anche tu hai un nome che è composto dai metalli più preziosi di questa terra e di ogni potenza divina, per questo non puoi andare in giro stanco, sfiduciato, senza una meta, perché il tuo intimo ha un propulsore da qui all’eternità. Ama il tuo nome, piccolo o grande che sia e rendilo sempre luminoso come una stella filante.

I tuoi genitori, gli amici e l’umanità attendono il tuo nome come il nome della vergine Maria:

Oggi abbiamo tra noi … tu sei

Abbiamo invocato l’Eternità,

Abbiamo svegliato l’aurora,

Abbiamo accompagnato il desiderio con il fruscio del vento,

Abbiamo chiesto a questo pianeta di non privarci del tuo nome,

Abbiamo visto la cometa incandescente sul tuo futuro,

Abbiamo già gustato la gioia sulla strada della vita,

Abbiamo esultato per il tuo nome che dice a tutti … Amore.



Paolo Fiorani