Giovedì 28 Marzo

LA VOCE DEL PAPA’ ?

Genitori assenti e non consapevoli della loro vocazione di genitori. Figli che ne patiscono le conseguenze. Una mancanza di essere che non può essere colmata con l’avere.
L’assenza di dialogo e di valori, in una società sempre più lontana dalla parola di Dio, si vede anche nelle piccole cose.

Questa mattina, mia moglie ed io, siamo usciti di casa, ed alla prima rotonda, due giovani mamme parlavano tra di loro e, vicino i loro i figli di circa tre anni. Dall’affiatamento espresso dal loro linguaggio, era chiaro che i bambini frequentavano la stessa classe della scuola materna. Uno triste diceva all’altro “io oggi non vedo mio papà perché se n’è andato”, mentre l’altro disse “anche tu … il mio papà va via domani”. Disse questo con un’aria talmente sconsolata, con occhi bassi, come un bambino umiliato e tanto povero da non avere un papà, e come se le braccia cadessero, infatti il giochino che aveva in mano cadde a terra e non lo raccolse subito, rimase senza parole. Mentre noi passavamo oltre, il nostro cuore si spezzava per il dolore di quei bimbi, che trasudava da ogni poro della loro pelle. Il silenzio di quella voce paterna aveva spezzato le corde della loro gioia.

Il pensiero comune non si fa problemi di queste situazioni, perché si dice che tanto questi bambini hanno tutto: hanno i giochi, cibi sfiziosi, sport, festine …ed in futuro anche loro capiranno.

Pur essendo così, il danno è molto più grave di quanto non si pensi. Ormai tutti, nelle divulgazioni scientifiche, vedi anche Alberto Angela, asseriscono che il bambino concepito da due mesi riconosce le voci dei genitori e le loro tonalità serene o irruente, con le dovute conseguenze.

Che poi sia più importante la voce dei genitori che il cibo di cui si nutrono questi infanti, è altrettanto assodato. Trasmissioni televisive hanno mostrato casi di bambini, anche in Italia, che sopravvissuti alle esigenze alimentari trovate casualmente nei boschi, dopo qualche anno di questa vita, non sono più recuperabili mentalmente e rimango allo stato animale, anzi, se non sono trovati muoiono perché non hanno relazione con gli uomini. La voce dei genitori è vita per i figli.

Le famiglie del giorno d’oggi mancano delle relazioni con i figli, che per farli tacere si accorda a loro di tutto, ma così si uccide l’uomo che è in loro. In futuro questi bambini saranno capaci di valutare tutte le risorse umane e di rispettarle, secondo la misura di ognuno, o la relazione sarà improntata allo sfruttamento dell’altro, pur di avere? Questi bambini, una volta adulti, come educheranno i loro figli o addirittura non li vorranno, perché non conoscono la ricchezza di un essere umano?

La gioia dei bambini si accompagna alla danza del nostro sistema solare nello spazio infinito. Chi darà loro questa gioia se il loro target esistenziale è lo sfruttamento o il piacere personale?

Quale sarà la voce di questi bimbi se non sapranno gridare le meraviglie di questo mondo, che uscirà abbellito dalle loro mani? Ogni bambino è come una di quelle stelline che si scorgono nella volta del cielo in una notte d’estate e son tutte diverse, ma egualmente belle. Ogni stella è messa lì dal Creatore perché illumini gli spazi bui della nostra insipienza e tutte insieme riconoscano la strada dell’amore, che si fa sentire con la voce di Dio. Non possiamo colpire la verità dell’Amore, per far galleggiare le teorie, il riverbero delle mie voglie, la malizia di scambiare il male con il bene.

Ma spesso non va così, poiché siamo facile preda della paura di andare al fondo più vero delle cose. E così ci riduciamo a vivere appiattiti da una superficialità che livella ogni avvenimento e sentimento a uno stadio epidermico, in stato di perenne evasione. Invece della vera gioia ci accontentiamo delle gratificazioni istantanee. All’angoscia, che ci dà il senso di quantosiamo effimeri, sostituiamo l’ansia di prestazione, similmente diluiamo il senso del peccato in un generico senso di colpa.

In realtà, bisogna di buon grado assecondare, in uno slancio responsabile, ogni spinta della vita, quando di volta in volta ci espone alle situazioni più diverse e perfino contrastanti, avverse o favorevoli che sianoin tanta loro complessità contrastante e contraddittoria, occorrecercare di cogliere la costante più duratura e onnipresente della mano divina, misteriosamente operante nel rivolgere di ogni situazione possibile, ma più ancora iscritta nel profondo del nostro cuore, segnato dalla percezione di una infinita continuità del tempo, intrinseca a tutti i nostri momenti.

Non sopprimiamo la voce dei bambini che ci chiedono quel profondo coraggio, indispensabile per abbracciare la vita, permettendoci di riscoprire l’inesauribile carica spirituale contenuta in questa esperienza originaria in ognuno di loro.

P.F.

(per un possibile gruppo di evangelizzazione scrivimi: paolo@fiorani.org )