Giovedì 28 Marzo

VENERDÌ 22 MARZO, VIA CRUCIS CON L’ARCIVESCOVO A CUSANO MILANINO

«E noi vedemmo la sua gloria», citazione del Vangelo di Giovanni (1,14), è il tema della Via Crucis che l’arcivescovo guiderà durante la Quaresima ambrosiana nelle sette Zone pastorali della Diocesi.

Via Crucis 2018 con l’Arcivescovo

Per la nostra Zona pastorale, l’Arcivescovo presiederà la celebrazione della Via Crucis venerdì 22 marzo a Cusano Milanino, con partenza alle 20.45 dalla chiesa di Regina Pacis. Nell’anno in cui monsignor Delpini invita le comunità cristiane e i singoli fedeli a riscoprire i salmi, come strumento di preghiera di ogni giorno, il libretto preparato per questa celebrazione (‘E noi vedemmo la sua gloria’, Centro Ambrosiano, 56 pagine, 2,70 euro, per acquistarlo cliccare qui) propone per le diverse stazioni della Via Crucis alcuni versetti dei salmi, dei testi biblici tratti dal Nuovo Testamento e delle preghiere di santi e pontefici.

«Come si può raccontare una storia, una vita? Come si può raccontare del dramma del giusto ingiustamente condannato, dell’uomo mite vigliaccamente trattato con violenza, dell’uomo buono sul quale ha infierito la cattiveria, dell’uomo sincero screditato da false testimonianze?». Sono le domande che si è posto monsignor Delpini nell’omelia che ha concluso a Milano, lo scorso 15 marzo, la prima Via Crucis di quest’anno nelle zone pastorali della diocesi.

«Si può raccontare la storia di Gesù e tante storie di crudeltà e di violenza – ha aggiunto l’Arcivescovo - come si racconta una cronaca, con il distacco del cronista, con la banalità, con la superficialità sbrigativa di chi cerca un titolo ad effetto; si può ascoltare il racconto, con il distacco e l’indifferenza di chi segue il notiziario». Ma si può parlare di tutto questo – ha proseguito monsignor Delpini -, anche «con il grido della protesta, con la parola aspra della denuncia, con il risentimento che muove alla rivolta, con la ribellione che vuole contestare il potere e la vigliaccheria del forte che opprime il debole».

Si può entrare «in questa storia tutta sbagliata e tragica», chiedendo rabbiosamente “perché?” e chiamando, come sempre, in causa Dio. E, poi, si può, invece, pregare. «Noi abbiamo scelto di entrare nella storia di Gesù con le parole dei Salmi – ha spiegato l’Arcivescovo - e abbiamo ritenuto che il modo più penetrante e più vero, il percorso più intelligente e più necessario, fosse la via della preghiera». Quella, appunto, dei Salmi che, scritti dal popolo di Israele «per raccontare la sua storia come storia di salvezza, sono stati raccolti dalla Chiesa per interpretare la storia di Gesù e la propria storia come storia della fedeltà di Dio alle sue promesse».

«Nella storia tribolata dell’umanità – evidenzia monsignor Delpini - la preghiera è una via di sapienza ed è pedagogia della speranza che trasforma il grido di dolore, la voce della protesta, l’interrogativo inquietante, nell’affidamento alla potenza di Dio che trae dal male il bene e, dalla morte, la vita». «La preghiera è esperienza di fraternità ed esercizio di trasfigurazione: chi prega con il Salmista, condivide con i fratelli e le sorelle il cammino verso il Monte di Dio, compie il pellegrinaggio che fa crescere lungo cammino il suo vigore». (Fonte: www.chiesadimilano.it)

Cernusco sul Naviglio, 18 marzo 2019