FONDO FAMIGLIA LAVORO: IN 1.600 HANNO TROVATO UN’OCCUPAZIONE
Sono 3.535 le persone sostenute dal 2013 a oggi, con la “fase due”: il 71% è stato aiutato con il finanziamento di corsi di formazione professionale o il sostegno durante i tirocini. Ora parte la “fase tre”.
Il Fondo famiglia lavoro della diocesi di Milano prosegue nel suo impegno e lancia la «fase tre» con il medesimo obiettivo: «Creare legami, rigenerare il tessuto sociale, riaccendere la speranza, perché chi si trova senza lavoro e senza reddito, non si ritrovi solo con i suoi problemi. E la fatica del presente non diventi paura del futuro che genera rabbia e conflitto» come sottolineato da monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, durante la presentazione, insieme a Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e segretario generale del Fondo, della nuova edizione della raccolta benefica «I regali del cardinale, per il Fondo famiglia lavoro» (per maggiori informazioni: www.fondofamiglialavoro.it) avvenuta lo scorto 19 novembre in Curia. Fondo voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi e rilanciato dal cardinale Angelo Scola.
«Dall’inizio del 2013 a oggi, con la fase due del Fondo, abbiamo erogato aiuti a 3.535 persone per un importo totale di 6.764.435 euro. Grazie ai percorsi avviati col nostro sostegno, la metà circa ha ritrovato un lavoro» ha precisato Luciano Gualzetti. «La ricerca attiva dell’occupazione è stata la nostra carta vincente. Che a partire dal 2016 vogliamo rendere ancora più incisiva con la "fase tre " – ha proseguito Gualzetti -. Intendiamo valorizzare le risorse - economiche, sociali, "relazionali" mobilitate dal Fondo - per sostenere con sempre maggiore efficacia l'incontro fra domanda e offerta a livello territoriale, la saldatura con le aziende, le associazioni imprenditoriali, i sindacati, il rapporto con i settori produttivi che danno maggiori opportunità occupazionali».
Delle 3.535 persone sostenute dal 2013, il 71% è stato aiutato attraverso uno degli strumenti per la riqualificazione e la ricollocazione nel mercato del lavoro previsti dalla «fase due» - dal finanziamento di corsi di formazione professionale al sostegno durante i tirocini. Il restante 29% ha beneficiato invece di un contributo erogato per la semplice sussistenza.
L’identikit dei beneficiati: i più hanno un’età compresa fra 35 e 45 anni, italiani il 40%, stranieri il 60%. «Fra loro anche persone di religione o tradizione islamica. Ma qui non si guarda alla fede, si guarda al bisogno. Aiutare i nuovi italiani - ha evidenziato Bressan - significa aiutare a costruire il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Dunque: promuovere una pace che non è solo assenza di conflitto ma sorge dalla rigenerazione del tessuto umano e sociale delle nostre comunità».
Il Fondo per il suo funzionamento si è avvalso della capillare rete delle Caritas parrocchiali e dei circoli Acli diffusa in tutta la diocesi. In questi anni sono stati circa 600 i volontari del Fondo, attivi in 140 distretti. Chi ha chiesto aiuto al Fondo sono stati in gran parte operai generici, o persone assunte con contratti "precari", nei settori tradizionali del manifatturiero o nei servizi a basso valore aggiunto. Quindi i più fragili e indifesi, di fronte alla crisi. La perdita del lavoro - o anche solo il peggioramento delle condizioni contrattuali o salariali - ha significato lo scivolamento verso la povertà. Dei 3.535 beneficiati dalla "fase due", un centinaio ha trovato lavoro direttamente al termine dei tirocini sostenuti dal Fondo, altre 1.500 lo hanno trovato dopo l’attività formativa di riqualificazione e l’accompagnamento offerto dai volontari e dagli operatori del Fondo.
Dal 2013 ben 2.241.824 euro sono arrivati dalle offerte di 3.265 privati cittadini, per un importo medio pro capite di 686 euro. E si sale a tre milioni, aggiungendo quanto raccolto dalle parrocchie. Anche nei momenti di crisi più forte, dunque, sono arrivati ogni mese 100mila euro di donazioni. Le offerte sono arrivate da 516 parrocchie e da 248 aziende. La Fondazione Cariplo ha stanziato un milione e mezzo. E sul modello del Fondo sono nate iniziative analoghe in 37 decanati. (fonte: Avvenire, 20 novembre 2015)
Cernusco sul Naviglio, 30 novembre 2015