SCOLA: “SAN FRANCESCO È VICINO ALLA NOSTRA ESISTENZA DI UOMINI DI OGGI”

Per il cardinale Scola il tempo di san Francesco presenta “significative analogie con il travaglio e la complessità della società plurale in cui la Provvidenza ci chiama a vivere”

Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha presieduto l’Eucarestia, concelebrata dai vescovi e preti lombardi, dai ministri generali e provinciali delle famiglie francescane, dal vescovo di Assisi, nella solennità di san Francesco, lo scorso 4 ottobre. L’offerta dell’olio per la lampada votiva sempre accesa sulla tomba del “poverello” quest’anno è stata fatta nostra Regione, rappresentata dai vescovi delle dieci diocesi lombarde, dal presidente della Regione Roberto Maroni, dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e molti altri sindaci.

Il tempo di san Francesco presenta analogie con il nostro tempo - Nell’omelia della Messa, che ha celebrato nella Basilica superiore di Assisi, il cardinale Scola ha affermato che il tempo di san Francesco presenta “significative analogie con il travaglio e la complessità della società plurale in cui la Provvidenza ci chiama a vivere. Epoca di grandi e profondi cambiamenti fu quella di san Francesco; cambiamenti di natura culturale, economica e sociale. Anche noi siamo testimoni di rivolgimenti vertiginosi e ormai tutti persuasi che un’epoca si è chiusa inesorabilmente. Molti fondamenti del vivere civile sono oggi messi in questione: è un dato di fatto. Penso al senso della vita e della morte, del matrimonio, della famiglia, dell’identità religiosa e culturale di una nazione, del rapporto con l’ambiente, della costruzione di un solido e durevole equilibrio tra pace, sviluppo e giustizia, ai processi migratori senza precedenti che stanno modificando la fisionomia geopolitica di tante parti del mondo. Il percorso della modernità con le sue non poche contraddizioni, ma anche con le sue tante conquiste, sembra ormai giunto al capolinea.”

L’arcivescovo si è quindi chiesto: “Come stare di fronte all’inedito che ci aspetta?” La risposta è nelle scelte fatte dal patrono d’Italiana. “San Francesco d’Assisi – ha sottolineato Scola - ha saputo affrontare con semplicità i profondi cambiamenti del proprio tempo. La sua insaziabile sete di infinito ha trovato pace solo nell’incontro con Cristo, riconosciuto presente nell’umiltà dell’Eucaristia, nella Parola di Dio ascoltata e spiegata dal sacerdote, nei poveri ed in particolare nella fraternitas – parola chiave della spiritualità del nostro Santo.”

“L’ormai imminente Anno Santo straordinario della misericordia – ha proseguito l’arcivescovo - voluto provvidenzialmente dal Santo Padre, illumina l’attualità di frate Francesco che passa dalla ripugnanza alla tenerezza e alla misericordia. In questo tratto così peculiare della spiritualità dell’Assisiate vediamo anche un esempio efficace di quel nuovo umanesimo di cui tutti avvertiamo l’urgenza e su cui la Chiesa italiana rifletterà nel prossimo Convegno di Firenze. In questo tempo di travaglio, in cui tecnica e finanza rischiano di diventare gli arbitri indiscussi delle relazioni umane, Francesco d’Assisi, con la sua testimonianza di fraternitas evangelica, ci mostra che al centro della società deve esserci sempre la persona, affermata come bene in se stessa e nelle sue relazioni fondamentali, con gli altri, con il creato e con Dio.”

“La straordinaria capacità di incontro del santo di Assisi – ha ancora evidenziato Scola - con persone di diverse culture, condizione sociale e religioni – si pensi al celeberrimo incontro con il Sultano – ne fa per noi un sicuro punto di riferimento per vivere con coraggio nella società plurale, nel tempo del meticciato di culture, promuovendo la vita buona per tutti. Il Santo di Assisi fu promotore tra fazioni diverse e avverse di perdono e di riconciliazione, come documenta una strofa del celeberrimo cantico di Frate Sole: Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore (Cant 10).”

Cernusco sul Naviglio, 12 ottobre 2015